Aumentano bollette di luce e gas (di nuovo): ecco quanto pagheremo di più

Non si fermano gli aumenti di luce e gas che, già a partire da questo autunno, potrebbero segnare dei rincari record: l’allarme

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Non si fermano gli aumenti di luce e gas, che già a partire da questo autunno potrebbero segnare rincari record senza aiuti o interventi da parte del governo. A lanciare l’allarme è Nomisma, società che realizza ricerche di mercato e consulenze, rivolgendosi ad imprese, associazioni e istituzioni pubbliche.

Di quanto aumenteranno le bollette del gas

Le previsioni di Nomisma tengono conto di quelle che sono le condizioni attuali del mercato degli approvvigionamenti e dell’instabilità dei prezzi, spinti al rialzo dalla costante inflazione. Sulla stessa scia degli aumenti annunciati per quanto riguarda carburanti e benzina (l’ultimo report aggiornato lo trovate qui), anche le bollette di luce e gas non saranno indenni da rincari.

In particolare, per quanto riguarda il gas, cittadini e imprese questo autunno potrebbero vedere la spesa aumentare fino al 70% in più rispetto all’ultimo trimestre. Le stime non tengono conto di eventuali interventi governativi e statali, ormai richiesti a gran voce dalle associazioni di categoria e dei consumatori, proprio per evitare il collasso dell’economia e del potere di acquisto di molte famiglie già fortemente in difficoltà.

Al momento, come molti sapranno, il governo sta lavorando a una serie di misure che potrebbero e dovrebbero essere inserite nella prossima legge di bilancio 2024. Ma si tratta di interventi che sono ancora al vaglio e che, comunque, non sarebbero attivi prima di gennaio 2024, dopo cioè l’approvazione della Manovra a dicembre 2023. Intanto il decreto energia approvato in questi giorni ha prorogato il bonus bollette fino alla fine dell’anno, tuttavia bisogna specificare che si tratta di un aiuto destinato ad aziende e famiglie svantaggiate e alle prese con i costi elevati dell’energia. Per il ceto medio, categoria più colpita dagli aumenti, ancora nulla.

Aumenta anche il costo dell’energia: previsti rincari record

Tornando alle stima Nomisma, a preoccupare maggiormente sono i costi in aumento dell’energia. Stando a quanto emerso, le bollette elettriche dovrebbero aumentare fino al 60%, raggiungendo in alcuni casi rincari pari al 100%.

“In assenza dell’intervento del governo l’aumento potenziale delle bollette elettriche per il prossimo primo ottobre sarebbe prossimo al raddoppio, più 100%”, ha dichiarato il presidente Davide Tabarelli, definendo il +60% una variazione “comunque devastante per le famiglie”.

“Dopo due trimestri in cui le bollette sono rimaste ferme grazie ai forti interventi del governo, l’Arera è costretta a rivederle al rialzo da ottobre, almeno per quelle dell’elettricità. Per quella del gas, occorre aspettare la fine del mese di ottobre, perché con il nuovo meccanismo approvato la scorsa estate, le variazioni saranno mensili e si determineranno con i prezzi effettivi del mese concluso”, ha poi spiegato Tabarelli.

L’Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), renderà noto l’aggiornamento dei prezzi della luce entro la fine del mese, mentre per quello del gas bisognerà aspettare, in base ai nuovi metodi di calcolo, inizio novembre.

I bonus approvati e prorogati contro il caro energia

Nessun intervento strutturale, ma per quanto riguarda gli aumenti di luce e gas i bonus approvati e prorogati contro il caro energia da parte del governo sono essenzialmente due, ovvero:

  • il bonus bollette, destinato a famiglie e imprese;
  • il bonus per le imprese energivore, esteso e modificato dal decreto energia 2023 approvato dal Consiglio dei Ministri.

Nel primo caso, però, il bonus bollette è un aiuto economico fornito alle famiglie (utenti domestici) e alle imprese (utenti non domestici) in difficoltà e valido fino al 31 dicembre 2023. Per poterlo richiedere infatti bisogna avere un ISEE sotto i 15 mila euro (quindi un reddito basso) o essere percettori di sussidi destinati ai soggetti fragili (reddito di cittadinanza, assegno di inclusione o supporto formazione lavoro), oppure ancora essere in particolari situazioni di svantaggio (per esempio un nucleo familiare numeroso o utenti in condizioni di salute precarie che utilizzano apparecchiature elettromedicali).

Per quanto riguarda le imprese, invece, è previsto un azzeramento degli oneri generali di sistema se si tratta di attività con utenze a bassa tensione (fino a 16,5 KW). Le imprese energivore (ovvero a forte consumo di energia elettrica) possono invece richiedere il riconoscimento di un credito d’imposta pari al 20% delle spese sostenute per la componente energetica acquistata e utilizzata fino al 30 settembre 2023. Si tratta nello specifico di uno sconto sulle tasse che può essere fruito in compensazione, però, fino al 31 dicembre 2023.

Quanto pagheranno in più gli utenti?

Il motivo per cui molte associazioni chiedono oggi a gran voce un intervento più concreto da parte del governo è perché, stime e dati alla mano, i bonus oggi attivi potrebbero non essere sufficienti a contrastare l’aumento dei prezzi. Gli aiuti alle imprese o le famiglie in difficoltà, ovvero a chi è maggiormente colpito dal caro energia, infatti non tengono in conto dei redditi medi, cioè di chi non è sotto la soglia povertà ma che lo stesso faticherà ad arrivare a fine mese se i costi delle utenze continueranno a seguire una tendenza al rialzo.

Secondo Assoutenti, Associazione Nazionale che opera a tutela di consumatori: “Se sarà confermata la previsione di Nomisma, ogni singola famiglia del mercato tutelato si ritroverebbe a pagare per la luce 190 euro in più solo nell’ultimo trimestre dell’anno, con una spesa complessiva per l’energia elettrica che raggiungerebbe il record di 1.232 a nucleo“. Previsioni queste che tengono conto delle stime fornite oggi da Nomisma Energia.

“L’ottimistica previsione di un prezzo pari a 66,6 centesimi per kWh porterebbe ad una impennata della spesa per la luce nell’ultimo trimestre, con un maggior esborso per circa 190 euro a famiglia solo tra ottobre e dicembre – ha spiegato il presidente Furio Truzzi – A tale aggravio di spesa si dovranno aggiungere i rincari del gas, in nessun modo prevedibili anche a causa della scelta errata di Arera di passare a tariffe mensili e sulla base del mercato Psv, che si presta ad una maggiore volatilità dei prezzi”.

Al coro si è aggiunto anche il Codacons, secondo cui l’aumento delle utenze annunciato “sarebbe una batosta per i consumatori, e aggraverebbe in modo non indifferente la spesa energetica delle famiglie”. Commentando le previsioni di Nomisma energia, inoltre, è stato chiesto per questo motivo al Governo “di disporre con urgenza il rinvio della fine del mercato a maggior tutela”.

“Avevamo previsto come, con l’arrivo dell’autunno e in vista dei mesi freddi, le tariffe energetiche avrebbero subito rialzi, anche come conseguenza dell’aumento della domanda – ha ribadito il Codacons in una nota stampa – I rincari delle bollette nei mesi invernali incidono in modo rilevante sui bilanci delle famiglie, considerato l’uso quotidiano dei sistemi di riscaldamento a gas ed elettrici. Basti pensare che nei mesi invernali – spiega l’associazione a difesa dei consumatori – si concentra l’80% dei consumi annui di gas di una famiglia tipo. Ma oltre agli imminenti aumenti delle tariffe, sui consumatori pende anche la spada di Damocle della fine del mercato tutelato dell’energia, prevista per gennaio 2024. Un cambiamento che potrebbe portare a nuovi sensibili incrementi delle bollette a danno degli utenti”.