In base alle stime preliminari dell’Istat, nel mese di dicembre 2021, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, o Nic, al lordo dei tabacchi, ha registrato un aumento dello 0,4% su base mensile e del 3,9% su base annua.
Inflazione, nuovo record: prezzi mai così alti dal 2008
Aumenta dunque il costo della spesa, e non solo, per tutti gli italiani, con una variazione tendenziale record, che non si vedeva dall’agosto 2008, quando si registrò un incremento su base annua del 4,1%.
Nel 2021, mediamente, i prezzi al consumo hanno registrato una crescita pari all’1,9%. Al netto di quelli energetici e degli alimentari freschi, cioè l’inflazione di fondo, i prezzi al consumo sono cresciuti dello 0,8% e al netto dei soli energetici dello 0,7%.
Dopo la flessione dello 0,2% registrata nel 2020, i prezzi al consumo tornano quindi a salire. La ripresa dell’inflazione nel 2021, come sappiamo, è trainata principalmente dai prezzi del carburante, dell’energia e del gas.
La percentuale dello 0,7% è infatti in linea con gli anni precedenti, ed era attesa a prescindere dagli altri incrementi.
Aumento prezzi: cosa pesa di più nel paniere Istat e nel carrello
L’Istat rileva le variazioni annuali del paniere, con i prezzi dei beni che crescono del 5,5%, mentre i servizi rimangono stabili all’1,7%. L’accelerazione su base annua è dovuta principalmente a queste categorie di prezzi.
- Beni alimentari lavorati (+2%), come succhi di frutta, surgelati e insaccati.
- Beni alimentari non lavorati (+3,6), come uova, latte, carne e pesce, frutta e verdura.
- Beni energetici non regolamentati (+22%), ovvero i carburanti come diesel e benzina e il regime del mercato libero per i consumi domestici.
- Beni energetici regolamentati (+41,9%), ovvero i consumi domestici di gas e luce.
- Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+2,3%), in particolare pesa sul dato il costo di alberghi e altre strutture ricettive.
- Servizi relativi ai trasporti (+3,6%), in particolare a causa del trasporto aereo per motivi stagionali.
Aumento prezzi: perché non ce ne accorgiamo facendo la spesa?
Perché allora, facendo la spesa al supermercato, molti di noi non si rendono conto delle differenze di prezzo? A spiegarlo è Federdistribuzione in un comunicato stampa, che sottolinea come le aziende abbiano messo in campo diversi strumenti per mitigare l’inflazione.
Misure che però serviranno a poco, a fronte dell’aumento dei costi delle materie prime a livello internazionale, che saranno difficilmente gestibili senza una “strategia condivisa a livello di filiera e di concerto con le istituzioni”.
Carlo Alberto Buttarelli, direttore Relazioni con la Filiera e dell’Ufficio Studi di Federdistribuzione, ha promesso che l’impegno del settore della distribuzione rimarrà alto, con particolare attenzione verso i possibili aumenti che non dovranno ripercuotersi sui consumatori.
La speranza è che la tendenza inizi a invertirsi nel corso del 2022, assestandosi verso livelli più accettabili e sostenibili. Ma rimane la necessità di fermare gli aumenti su base sistemica, con uno sforzo collettivo da parte tutti per tutelare il potere di acquisto delle famiglie italiane.
Vi abbiamo spiegato qui quanto è già aumentato il costo della spesa e qua perché c’è stato un incremento del costo dell’energia, che si è ripercosso su tutti i settori produttivi, e di conseguenza sui cittadini. Qui i nostri consigli per risparmiare sui consumi in bolletta.