L’Eurozona si prepara all’ottavo taglio consecutivo dei tassi da parte della BCE, che dovrebbe portarli al 2%. Una decisione attesa dai mercati, ma che si inserisce in un quadro ben più complesso: crescita in frenata, inflazione in calo, euro forte, nuove tensioni commerciali con gli Stati Uniti e spread ai minimi dal 2021.
Ma da qui in avanti il percorso si fa meno leggibile. Christine Lagarde parlerà in conferenza stampa mentre si moltiplicano le ipotesi su un ulteriore taglio tra settembre e ottobre. Ma l’equilibrio sarà delicato, tra dati che frenano e dazi che incombono.
I riflettori sono puntati anche su Francoforte: oltre ai tassi, arriveranno nuove stime su inflazione e crescita, mentre dagli Stati Uniti la Casa Bianca e la Fed, esposta al rischio recessione, valuta come muoversi.
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Lagarde cauta sul futuro: ogni decisione sarà sui dati
La presidente Christine Lagarde affronterà con cautela questo nuovo taglio durante la conferenza stampa di giovedì 6 giugno. Il comunicato ufficiale ribadisce che le scelte avverranno “riunione per riunione” sulla base dei dati macroeconomici.
La Bce sembra proprio voler lasciare aperta ogni opzione: per ora si riducono ancora i tassi, ma non viene definito un percorso fisso. Ogni eventuale ulteriore taglio dipenderà dall’evoluzione dell’economia e delle pressioni inflazionistiche.
Euro forte e dazi Usa complicano lo scenario economico
Nella valutazione della politica monetaria entrano fattori globali: un euro più forte abbassa il costo dei beni importati, alleggerendo la pressione sui prezzi, mentre la discesa delle quotazioni di energia aiuta a frenare l’inflazione.
Secondo il capo economista della Bce Philip Lane, un euro forte combinato con il calo del prezzo del petrolio e un aumento delle importazioni dalla Cina potrebbe contribuire a “una minore inflazione”.
Sul fronte commerciale, si è aggravata la tensione con gli Stati Uniti: il presidente Trump ha aumentato al 50% i dazi su acciaio e alluminio, pochi giorni prima di un incontro negoziale tra delegazioni Usa e Ue a Parigi.
Spread Btp-Bund ai minimi, volano i titoli di Stato
I mercati obbligazionari accolgono con favore questo scenario accomodante: lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi è sceso intorno ai 96 punti base, ai minimi da inizio 2021.
A sostenere i titoli di Stato europei contribuisce anche la politica fiscale: la Germania ha approvato un maxi-pacchetto di tagli alle imposte per le imprese, che ha sostenuto la Borsa di Francoforte e contribuito a contenere i rendimenti sul debito pubblico.
Inflazione in calo: l’obiettivo del 2% è sempre più vicino
Nel Consiglio di giugno la Bce, oltre ad abbassare i tassi, presenterà anche le sue nuove proiezioni macroeconomiche. Secondo i dati flash, l’inflazione dell’Eurozona a maggio è scesa all’1,9% su base annua, molto vicina all’obiettivo del 2%. Il rallentamento dei prezzi rafforza l’idea che la strada imboccata dalla Bce stia funzionando: l’inflazione si avvicina al traguardo del 2% e le condizioni sembrano finalmente un po’ più favorevoli.
La Fed pronta a due tagli dei tassi per evitare la recessione
Negli Stati Uniti anche la Fed annusa l’odore della frenata. Il Beige Book parla di crescita che rallenta e di prezzi che si smorzano. Per questo, a Wall Street già si scommette su almeno due tagli dei tassi entro la fine dell’anno. La sensazione è che anche oltre Atlantico si stia preparando un ritorno alla prudenza.