Stop Anac alla diga di Genova, simbolo del Pnrr: rilevati profili critici

L'authority ferma i lavori dell'opera più imponente e costosa del Pnrr per criticità e violazioni delle regole: ecco cosa viene contestato e cosa succede ora

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

L’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, ha bloccato i lavori per l’opera simbolo del Pnrr, la diga di Genova. L’authority, infatti, ha deciso di stoppare i lavori per “violazione” delle regole, portando a contestare all’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale “sette profili critici” che non possono essere ignorati. L’anticorruzione ha quindi fermato tutto, col progetto che vale oltre 1,3 miliardi di euro.

Stop alla diga di Genova dall’Anac

L’opera, che come detto è la punta di diamante del Pnrr, dovrà essere fermata. L’Anac, infatti, ha deciso di bocciare i lavori per la diga di Genova individuando “sette profili critici, già contestati”. Uno stop arrivato lo scorso 20 marzo, con una delibera resa nota da Il Sole 24 Ore che potrebbe essere già stata trasmessa “alla procura della Repubblica di Genova e alla Corte dei conti”.

Si tratta di una decisione che arriva dopo mesi di botta e risposta con l’Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale, con l’Anac che ha sottolineato la propria competenza a esaminare il progetto. A essere contestata, in primo luogo, la mancata procedura di gara, con la realizzazione dell’opera che è stata affidata al consorzio Pergenova Breakwater con capofila Webuild.

Sotto la lente d’ingrandimento anche la nomina di un collegio di esperti “poi sostituito a causa di incompatibilità dei suoi membri”. Una sostituzione che è avvenuta “successivamente all’apertura delle buste contenenti le offerte tecniche ed economiche in contrasto con i principi di trasparenza, par condicio e pubblicità delle gare pubbliche”.

Nelle 50 pagine di osservazioni viene anche contestata la possibile ipotesi di pantouflage e di “possibile conflitto di interessi dell’ingegner Marco Rettighieri, il quale era prima responsabile dell’attuazione del programma straordinario, tra cui è inserita anche la diga oggetto dell’appalto, e successivamente è divenuto presidente del Consiglio di Amministrazione di Webuild Italia spa, azienda facente parte del gruppo Webuild Spa mandatario del raggruppamento vincitore dell’appalto”.

Ma su quest’ultimo punto la stazione appaltante ha replicato respingendo il conflitto di interessi per l’ennesima ed importante opera per Genova.

La reazione della Regione Liguria

La diga di Genova in costruzione sarebbe la più profonda mai realizzata in Europa, che candiderebbe il capoluogo ligure a diventare uno dei più grandi hub logistici per il commercio del Vecchio Continente. L’eventuale stop ai lavori avrebbe del clamoroso perché i suoi 1,3 miliardi di realizzazione ne facevano di fatto l’opera più imponente e più costosa del Pnrr.

Degli 1,3 miliardi totali del costo della diga di Genova, ben 500 milioni sono stati stanziati dal Fondo complementare al Pnrr, altri 100 milioni dal ministero delle Infrastrutture, 300 milioni dall’Adsp e infine 57 milioni dalla Regione Liguria.

E proprio dalla Regione è arrivata la reazione del presidente Giovanni Toti che si scaglia contro chi fa ostruzione a “un’opera fondamentale per Genova, per la Liguria ma anche per tutto il Paese”. Parole, quelle del governatore, che fanno anche discutere quando dice che “se qualche pubblico funzionario ha scelto la via più breve rispetto ai cavilli burocratici che avrebbe rallentato o addirittura impedito la Diga, allora va premiato e dovrebbe avere la gratitudine di tutti”.

Il presidente della Regione ha però sottolineato che la Liguria non si fermerà di certo a questo stop: “La mia Liguria combatterà sempre l’ipocrita forma a discapito della sostanza”.