La rendita del patrimonio del Vaticano è di 38 milioni all’anno: dove investe Papa Francesco

Dai dati Apsa emerge che il dividendo del patrimonio del Vaticano staccato al Papa è stato di 37,9 milioni nel 2023, con l’utile netto della Santa Sede che è stato di 45,9 milioni.

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Papa Francesco ha avuto, nel 2023, degli introiti nettamente più alti rispetto all’anno precedente. A confermare quanto detto ci sono i dati diffusi dall’Apsa, Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica, ovvero l’ente del Vaticano che ha il compito di gestire il patrimonio della Santa Sede, sia in Italia che all’estero. Entrando più nello specifico, il patrimonio del Vaticano ha reso 37,9 milioni a Papa Francesco nel 2023, con il dividendo che solo l’anno precedente era pari a 32,3 milioni. L’aumento è, come detto, netto, con la Santa Sede che nel 2023 ha registrato un utile netto di 45,9 milioni, versando al Fisco italiano 9 milioni di imposte, 6 per l’Imu e 3 per l’Ires.

Il portafoglio del Vaticano e del Papa

Apsa, alla fine del 2023, gestiva un patrimonio di circa 2,9 miliardi che facevano, e fanno, riferimento a due specifiche macro aree, ovvero:

  • quella mobiliare, che ha al suo interno tutti i titoli azionari, le obbligazioni e le quote di fondi altrui acquistati dall’Apsa. Nel 2023, il portafoglio della Santa Sede presentava un numero limitato di titoli quotati, mentre molte erano le obbligazioni di breve durata così come la liquidità, oltre il 50 per cento;
  • quella immobiliare, in cui confluiscono tutti i beni immobili del Vaticano. Gli incassi nel 2023 sono stati pari a 35 milioni, a fronte di ricavi totali di 73,6 milioni. Questo patrimonio immobiliare è composto da più di 5mila edifici, per una superficie complessiva di 1,5 milioni di metri quadrati. La maggior parte degli immobili, il 92 per cento, si trova nella provincia di Roma, specie in prossimità del Vaticano, mentre all’estero Apsa gestisce circa mille immobili avvalendosi di società controllate. Si tratta, nel dettaglio, della francese Sopridex, cui fanno riferimento 752 unità, della svizzera Profima, 344 unità, e dell’inglese British Grolux Investment, 27 unità. Interessante notare come il 19,2 per cento degli immobili dell’ente Apsa venga affittato a canoni di libero mercato, mentre il 10,4 per cento a canone agevolato e il 70,4 per cento a canone nullo.

In cosa investe il Vaticano

Papa Francesco ha in più occasione ribadito che il Vaticano ha l’obbligo di fare investimenti definiti dallo stesso come “da vedove”. Tradotto vuol dire che l’Apsa può compiere mosse di mercato improntate al rispetto della Dottrina Sociale della Chiesa, ovvero evitando finalità di natura speculativa e muovendosi verso investimenti a basso rischio e dal confermato impatto sociale. Questa modalità operativa ha portato, nel 2023, a un fatturato di 27,6 milioni, recuperando la perdita di 6,7 milioni che c’era stata nel 2022.

Il Papa e l’obolo di San Pietro

I dati 2023 sono stati così commentati dal presidente dell’Apsa, l’arcivescovo Giordano Piccinotti: “Sono stati raggiunti nella convinzione di dover lavorare costantemente a un aumento del flusso di reddito, per la copertura delle spese, senza intaccare il patrimonio della Santa Sede e senza prevedere la vendita di immobili istituzionali”.

Inoltre, anche la finanza vaticana, così come quella italiana, ha cercato di proteggersi dall’aumento degli oneri pensionistici registrato nel corso degli ultimi anni. Nel 2023, infatti, ben 90 dei 103 milioni di donazioni dirette al Pontefice, il famoso Obolo di San Pietro, sono state destinate al supporto delle attività espletate dalla Santa Sede.