Papa Leone XIV limita lo Ior sugli investimenti vaticani e apre all’estero

Storico cambio voluto da Papa Leone sulle finanze vaticane, lo Ior sarà controllato e potranno entrare in gioco intermediari esteri

Foto di Mirko Ledda

Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web dal 2005, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Pubblicato: 6 Ottobre 2025 14:58

Con un motu proprio dal forte impatto istituzionale, Papa Leone XIV ha ufficialmente avviato una riforma della governance finanziaria vaticana, intervenendo in uno degli ambiti più delicati: la gestione degli investimenti della Santa Sede. La nuova lettera apostolica Coniuncta Cura, abroga il precedente assetto normativo del 2022 e introduce un meccanismo più centralizzato, trasparente e soprattutto meno dipendente dallo Ior, l’Istituto per le Opere di Religione.

Il documento è stato pubblicato su L’Osservatore Romano il 6 ottobre 2025 ed entra in vigore immediatamente. Sarà poi inserita negli Acta Apostolicae Sedis, la gazzetta ufficiale delle decisioni pontificie.

Lo Ior non è più l’unico gestore degli investimenti

Il testo segna una rottura con il passato recente. Fino a oggi, lo Ior aveva un ruolo di gestione quasi esclusiva del patrimonio finanziario della Santa Sede, grazie al Rescriptum ex Audientia del 2022, che lo individuava come canale operativo privilegiato per tutte le attività connesse alla liquidità e agli investimenti.

Con Coniuncta Cura, questa centralità viene ridimensionata. Il Papa stabilisce che l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (Apsa) “generalmente” si avvarrà dello Ior per eseguire le operazioni finanziarie.

Tuttavia, introduce una clausola chiave. Qualora il Comitato per gli Investimenti, ora rafforzato nella sua funzione regolatoria, lo ritenesse più efficiente o conveniente, potrà autorizzare l’uso di intermediari finanziari esterni, anche situati fuori dal Vaticano.

Il motu proprio, diversamente da quanto riportato da molti online, non elimina lo Ior, ma ne limita la discrezionalità, trasformandolo da soggetto operativo di riferimento a uno tra i possibili strumenti tecnici, subordinato alle decisioni strategiche del Comitato e dell’Apsa.

Più potere al Comitato per gli Investimenti

La riforma non si limita a riassegnare competenze operative.

Rafforza anche la cabina di regia degli investimenti, attribuendo al Comitato per gli Investimenti il compito di definire le politiche economiche, approvare i criteri di allocazione e assicurare che tutte le operazioni siano coerenti con i principi etici e con la missione della Santa Sede.

La nuova architettura riflette un obiettivo chiaro: evitare frammentazioni e gestioni autonome, assicurando che ogni scelta economica risponda a una strategia condivisa e supervisionata.

È il principio che il documento definisce corresponsabilità nella communio e che si traduce in maggiore controllo, standardizzazione e prevenzione del rischio.

Nuovi principi di trasparenza e controllo

L’iniziativa di Papa Leone XIV prosegue sulla scia delle riforme volute da Papa Francesco, in particolare con la costituzione apostolica Praedicate Evangelium, che aveva già ridisegnato la struttura della Curia Romana.

Con la nuova decisione, la finanza vaticana viene ricondotta dentro una governance integrata, dove il potere decisionale è controllato e il margine di azione individuale è più limitato.

Intermediari esteri in Vaticano: l’apertura storica

Non è da sottovalutare poi l’importanza della possibilità di ricorrere a intermediari finanziari non vaticani, cosa che fino a oggi era vista con sospetto.

Nonostante una maggiore efficienza operativa, infatti, la Santa Sede dovrà vigilare attentamente sulla gestione dei dati e sulla compatibilità degli strumenti di mercato. Oltre che controllare attentamente il profilo etico degli attori a cui si appoggerà.