Prosciutto di Parma DOP, accordo da 27 milioni per nuovo stabilimento

Prosciutto di Parma DOP traina economia e lavoro: accordo da 27 milioni per nuovo stabilimento in provincia di Parma (a Calestano)

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Con la firma dell’Accordo di sviluppo tra il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e Tino Prosciutti S.p.A.. il progetto, approvato dal ministro Adolfo Urso, prevede un investimento di oltre 27 milioni di euro per la realizzazione di un nuovo stabilimento a Calestano, in provincia di Parma, che sarà dotato di impianti tecnologicamente avanzati, fondamentali per l’ingresso dell’azienda nel prestigioso Consorzio del Prosciutto di Parma DOP.

L’iniziativa rappresenta un’opportunità strategica per il rafforzamento del comparto produttivo locale e per il miglioramento delle esportazioni.

Dettagli e obiettivi dell’accordo per il nuovo stabilimento Prosciutto di Parma DOP

Il nuovo stabilimento industriale a Calestano sarà progettato secondo standard tecnologici di ultima generazione, in linea con il modello Industria 4.0 e con criteri di efficienza energetica. Queste caratteristiche permetteranno all’azienda di ottenere le certificazioni necessarie per esportare i propri prodotti in mercati chiave come Stati Uniti, Canada e Giappone, con una previsione di crescita del fatturato derivante dall’export di circa il 23%.

Il progetto di sviluppo è stato presentato da Tino Prosciutti nel 2022 e si concentra sulla lavorazione del prosciutto crudo, destinato soprattutto ai grossisti e al settore HO.RE.CA., oltre che sulla produzione di nuovi prodotti per l’industria dei salumi. L’infrastruttura a Calestano sarà il quarto stabilimento dell’azienda, a dimostrazione di un’espansione continua e di una visione orientata alla crescita.

Prosciutto di Parma DOP traina economia e lavoro

L’Accordo di sviluppo non si limita alla creazione di una nuova infrastruttura, ma avrà anche importanti ricadute occupazionali. L’apertura del nuovo stabilimento, infatti, porterà all’assunzione di circa 70 lavoratori a tempo pieno o con contratto di somministrazione, contribuendo a ridurre la disoccupazione e a sostenere l’economia locale.

Inoltre, il progetto avrà un effetto positivo sull’intera filiera agroalimentare, poiché Tino Prosciutti si avvale di oltre 360 fornitori, prevalentemente italiani. Questo porterà un aumento della domanda di materie prime e servizi collegati, con ricadute significative per il territorio, in particolare per le imprese locali che operano nel settore della produzione di carne e salumi.

Il sostegno del Ministero e il ruolo di Invitalia

Per incentivare questo sviluppo tecnologico e favorire la competitività dell’impresa, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha deciso di sostenere l’investimento con un contributo a fondo perduto di 9.984.650 euro. Questo intervento mira non solo a rafforzare la struttura produttiva, ma anche a potenziare l’intero ecosistema economico della zona.

La gestione dell’accordo sarà affidata a Invitalia, l’agenzia nazionale per lo sviluppo, che avrà il compito di supervisionare l’intero iter di concessione delle agevolazioni, garantendo il corretto utilizzo dei fondi pubblici e la conformità del progetto alle normative vigenti.

Prospettive per il futuro

L’accordo tra il Ministero e Tino Prosciutti rappresenta un passo significativo per il settore agroalimentare italiano, pilastro dell’economia nazionale e un simbolo di eccellenza nel mondo. L’entrata dell’azienda nel Consorzio del Prosciutto di Parma DOP aggiunge valore al progetto, poiché rafforza ulteriormente la qualità del prodotto e ne aumenta la riconoscibilità internazionale.

L’investimento in tecnologie avanzate, unito alla possibilità di accedere a nuovi mercati esteri, potrebbe trasformare questa iniziativa in un caso di successo non solo per l’azienda, ma anche per tutto il comparto produttivo della regione. Grazie all’accordo, si creano le condizioni per un incremento delle esportazioni, il consolidamento della filiera agroalimentare locale e un impatto positivo sulla competitività del Made in Italy nei mercati globali.