Overtourism, le 10 città più sovraffollate d’Europa

L'overtourism invade l'Europa, soffocando città come Lloret de Mar, Venezia e Lisbona. La qualità della vita dei residenti è messa a dura prova

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

L’overtourism non è più solo una questione di affollamento: è una vera e propria invasione. Le città europee, da nord a sud, si trovano a fare i conti con un fenomeno che sta cambiando il volto delle destinazioni più amate dai viaggiatori. Il City Dna Report ha analizzato la densità turistica in 117 città europee, calcolando il rapporto tra il numero di pernottamenti e la popolazione residente. I risultati hanno evidenziato quali sono le destinazioni maggiormente esposte a questa problematica.

Lloret de Mar: il volto oscuro del turismo

lloret de mar
Fonte: 123RF
Lloret de Mar

In cima alla classifica dell’overtourism troviamo Lloret de Mar, località turistica spagnola che della Costa Brava ha ormai solo il nome. Qui il rapporto tra pernottamenti e residenti ha raggiunto livelli impressionanti, trasformando la città in un parco giochi a cielo aperto per milioni di turisti.

Il paesaggio urbano, una volta caratteristico, è ormai sfigurato: hotel, ristoranti e negozi di souvenir hanno preso il posto delle attività tradizionali, cancellando la vera anima della città.

Opatija, la perla della Croazia

Opatija
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Opatija

Anche la Croazia non sfugge a questo destino. Opatija, città costiera dal fascino austero, si trova ora seconda in classifica. Un tempo rifugio per i ricchi turisti dell’Impero austro-ungarico, oggi è invasa da un flusso che mette in ginocchio la sua identità.

L’unica italiana nella classifica: Venezia

Venezia
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Venezia

E poi c’è Venezia. La Serenissima, terza in classifica, si ritrova ostaggio del turismo mordi e fuggi. Il sindaco Brugnaro ha cercato di arginare l’assalto con misure drastiche, come il biglietto d’ingresso per i visitatori giornalieri (mossa che comunque ha avuto vita breve), ma la situazione è comunque problematica. C’è però una nota positiva. Durante l’estate del 2024, Venezia ha registrato una presenza turistica notevole, anche se in leggero calo rispetto agli anni precedenti, a causa di nuove regole per la gestione dei flussi. Nonostante ciò, la città ha mantenuto il suo fascino, specialmente tra i visitatori stranieri, con tassi di occupazione alberghiera che hanno superato il 70% nelle prime due settimane di agosto​.

Lisbona, città non risparmiata dall’overtourism

Lisbona
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Lisbona

Lisbona, con i suoi vicoli caratteristici e le piazze affollate, è al quarto posto di questa classifica impietosa. Il boom turistico post-pandemia ha portato la capitale portoghese al collasso, con gli abitanti che si vedono costretti a lottare per trovare alloggi accessibili. L’ascesa di piattaforme di affitti brevi come Airbnb ha solo peggiorato la situazione, scatenando proteste e richieste di cambiamenti radicali.

La situazione è particolarmente critica nel quartiere storico di Sintra, vicino a Lisbona, dove i cittadini hanno lanciato campagne contro il turismo di massa, paragonando la loro città a un “parco a tema” per turisti. I manifestanti chiedono politiche più sostenibili che rispettino la vita quotidiana dei residenti e il patrimonio culturale locale.

Nella classifica un’altra città portoghese: Porto

Porto
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Porto

Porto segue a ruota: la seconda città del Portogallo è presa d’assalto da un numero crescente di turisti, con il risultato che la vita quotidiana diventa sempre più difficile per chi ci abita. La città, famosa per il suo vino e le sue atmosfere autentiche, si sta trasformando in un’attrazione di massa dove il locale diventa sempre più un miraggio.

Palma di Maiorca

Palma di Maiorca
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Palma di Maiorca

Palma di Maiorca, simbolo del turismo di massa nelle Baleari, si piazza al sesto posto. Le sue spiagge e il suo patrimonio naturale sono presi d’assalto da turisti che trasformano l’isola in una giungla di rumore e traffico. Le proteste locali contro il turismo selvaggio sono ormai all’ordine del giorno.

Nel 2024, Palma di Maiorca ha visto una serie di proteste contro il turismo di massa, culminate in una manifestazione di circa 20.000 persone nel luglio 2024. I residenti locali lamentano gli effetti negativi dell’overtourism, che include congestione del traffico, inquinamento, aumento dei prezzi degli alloggi e una generale perdita di qualità della vita. Gli organizzatori delle proteste, supportati da diverse associazioni locali, chiedono misure concrete per limitare l’afflusso di turisti e regolamentare gli affitti brevi, che hanno reso difficile per i residenti trovare alloggi a prezzi accessibili.

La città di Mozart, Salisburgo, entra nella classifica

Salisburgo
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Salisburgo

Anche Salisburgo, città austriaca famosa per essere la patria di Mozart, entra nella top ten. Nonostante sia una delle capitali culturali d’Europa, anche qui il turismo ha cambiato le regole del gioco. Gli eventi musicali e i suoi monumenti storici attraggono ogni anno migliaia di visitatori, ma la pressione rischia di soffocare la sua anima culturale.

Spalato, la seconda città croata della classifica

Spalato
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Spalato

Spalato, ottava in classifica, è un’altra vittima dell’overtourism. Un tempo luogo di passaggio verso le isole croate, ora si trova a fronteggiare un’ondata di turisti che invade le sue strade e le sue spiagge. La città non è più un punto di transito, ma una meta in sé, con tutte le conseguenze del caso: residenti esasperati, strade intasate e servizi messi a dura prova.

Bruges, la città che vuole promuovere lo slow tourism

Bruges
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Bruges

Al nono posto troviamo la città di Bruges. Bruges, una delle città più visitate del Belgio, ha adottato diverse misure per affrontare il problema dell’overtourism, che ha causato un sovraffollamento delle sue strade e una crescente insoddisfazione tra i residenti. Nel 2024, la città ha limitato il numero di navi da crociera che possono attraccare al porto di Zeebrugge, riducendolo da cinque a due al giorno, e ha incoraggiato le navi a fare scalo nei giorni feriali piuttosto che nei fine settimana per evitare i picchi di affluenza turistica.

Inoltre, le autorità hanno smesso di promuovere la città in destinazioni vicine come Bruxelles e Parigi per limitare l’afflusso di visitatori giornalieri, che spesso sovraffollano il centro storico, causando disagi ai residenti. La città mira a promuovere un turismo di maggiore qualità, incoraggiando i visitatori a rimanere più a lungo e a investire maggiormente nell’economia locale.

Queste misure sono state adottate per evitare che Bruges diventi una sorta di “Disneyland”, dove il numero di turisti supera di gran lunga quello dei residenti, compromettendo la vivibilità del centro storico e causando problemi di traffico, inquinamento e aumento dei prezzi degli alloggi​.

Santiago di Compostela, il pellegrinaggio è social

Santiago di Compostela
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Santiago di Compostela

Infine, Santiago di Compostela chiude la lista. La città spagnola, celebre per il Cammino che porta al suo imponente santuario, è ormai un simbolo del turismo spirituale, ma anche qui l’equilibrio tra viaggiatori e abitanti è saltato. Il Cammino, un tempo percorso di riflessione e scoperta, è diventato un’autostrada per migliaia di turisti, trasformando il pellegrinaggio in un’esperienza di massa.