Meloni impantanata nel MES, Salvini gongola. Il dopo Berlusconi è già iniziato

La presidente del Consiglio prende tempo ma si va verso la ratifica, il problema è sostituire in Parlamento i voti della lega. Lo scontro per la leadership a destra è iniziato.

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Paolo Viganò

Giornalista di attualità politico-economica

Classe 1974, giornalista professionista dal 2003, si occupa prevalentemente di politica, geopolitica e attualità economica, con diverse divagazioni in ambito sportivo e musicale.

La lettera ‘tecnica’ del ministero dell’Economia sulla convenienza a ratificare il MES ha creato una vera e propria tempesta nella maggioranza di governo. Dove la Lega, che pure esprime il ministro Giorgetti, resta contraria, mentre nel partito del presidente del Consiglio Meloni esistono posizioni diverse. Il governo ha fin qui preso tempo, convinto di potersi giocare la carta della ratifica su altri tavoli (PNRR in primis), e prova a far melina per portare la questione a dopo l’estate. Ma lo scontro è deflagrato, e ora Meloni si trova ora impantanata: si è sempre detta contratria, ma alla fine dovrà ratificare entro l’autunno ma servono i voti in Parlamento, che al momento vengono dall’opposizione onvece che dalla maggioranza. L’uscita di scena di Berlusconi si fa già sentire, fra il presidente del Consiglio e il suo vice leader della Lega è partita la battaglia. Tanto che secondo alcune versioni il CdM di giovedì sarebbe saltato all’ultimo proprio per lo scontro fra Salvini e Meloni. Uno ‘sgarbo’ a Salvini che aveva già pronta la conferenza stampa per le sue misure sul nuovo codice della strada. E che ora sta alla finestra ad osservare le difficoltà della Meloni.

MES, testo base Pd per ratifica

La commissione Esteri della Camera ha intanto adottato il testo base del Pd per la ratifica del Mes. I parlamentari del centrodestra non hanno partecipato ai lavori. Il testo è stato adottato con i voti a favore del Pd e del Terzo Polo. I 5 Stelle e Verdi-Sinistra si sono astenuti. “Una maggioranza compatta solo nel fuggire dalle proprie responsabilità. Sul Mes disertano la commissione Esteri e il governo si rifiuta di dare parere. Ora il testo di ratifica voluto dal Pd arriva in aula, lì sarà impossibile continuare a nascondere la loro inadeguatezza”, afferma la capogruppo Pd alla Camera, Chiara Braga, su twitter.

La lettera del Ministero

A far deflagrare lo scontro, come detto, il parere tecnico del ministero guidato da Giorgetti, che si è detto favorevole poiché il Mes non produrrebbe “nuovi o maggiori oneri”, non si intravede “un peggioramento del rischio” e anzi potrebbe portare a un miglioramento del rating dell’Italia. Il Salva Stati conviene all’Italia per almeno tre ragioni. La prima: mette in sicurezza un Paese dall’alto debito pubblico. La seconda: protegge i titoli di Stato. La terza: il trattato non presenta controindicazioni per l’Italia.

“In Italia – fa notare un’altra fonte europea ripresa da La Stampa – si dice spesso che il backstop del Mes servirà per salvare le banche tedesche che sono messe male, ma il rischio è esattamente l’opposto. Se alcune banche tedesche dovessero andare in crisi, potrebbero essere salvate con gli 80 miliardi Fondo di risoluzione unico. Ma senza i 68 o più miliardi del Mes potrebbero non esserci risorse a sufficienza per intervenire a sostegno delle banche italiane in caso di contagio“. Per dirla con le parole della Banca d’Italia, che sul proprio sito ha pubblicato un dettagliato “Domande & risposte”: “Con la riforma il Mes contribuirebbe anche a contenere i rischi di contagio connessi con eventuali crisi bancarie di rilievo sistemico”.

Il pastrocchio e il rischio sui mercati

Quel che è certo è che per i mercati, oltre che per l’Ue, è difficile interpretare il pastrocchio politico italiano sulla questione. Come detto, la commissione Esteri della Camera ha approvato il testo base del disegno di legge di ratifica del Mes. Ma, in assenza dei deputati della maggioranza che hanno scelto di non presentarsi, il testo approvato è quello del principale partito di opposizione, il Pd, grazie anche ai voti di Iv-Azione, Avs, e Più Europa e con l’astensione del M5s. Il parere depositato dal Mef, del resto, ha eliminato dalla discussione qualsiasi appiglio tecnico. Ma oltre all’isolamento politico – l’Italia è l’unico paese Ue a non avere ancora ratificato – c’è un rischio concreto sui mercati: Il Tesoro deve collocare titoli di Stato, e le condizioni del collocamento potrebbero peggiorare proprio a causa della mancata ratifica del Mes. Un rischio che potrebbe davvero minare il governo.