Convengono ancora i Conti Deposito nonostante il taglio dei tassi praticato dalla Bce ed il ritorno di interesse sui titoli di stato nostrani? Questo strumento aveva conosciuto un vero e proprio boom dopo la pandemia, a causa dell’incertezza che caratterizzava i mercati, della preferenza per la liquidità dei risparmiatori e della politica dei tassi elevati praticata dalle banche centrali a causa dell’inflazione. Ma la festa è finita: prima la concorrenza agguerrita del BTP Valore, poi la svolta espansiva della Bce, hanno dato un colpo ai Conti Deposito, che sono tornati ad offrire un rendimento “normale”. Ma convengono ancora? E quanto rendono oggi?
I dati raccolti dall’Osservatorio ConfrontaConti.it a metà settembre, sulle proposte di 17 Istituti bancari italiani, confermano il trend al ribasso del tasso medio del Conto Deposito, che però continua a proporre rendimenti interessanti, con possibilità di superare il 4% lordo annuo.
Tasso medio in ribasso a settembre
L’Osservatorio conferma che le promozioni dedicate al Conto Deposito sono oggi in media meno vantaggiose rispetto al recente passato. Nel corso dell’ultimo anno si registra un calo del tasso lordo annuo che viene garantito dalle banche, almeno per quanto riguarda i depositi a medio/lungo termine. Confrontando settembre 2023 con settembre 2024, emerge che, per i depositi a 12 mesi, si passa dal 3,40% al 3,33% (7 basis point in meno), mentre per i depositi a 18 mesi si registra un calo più significativo, con una riduzione dal 3,62% al 3,08% (54 basis point in meno). E questo perché l’adeguamento al ribasso dei tassi di interesse praticati dalla BCE dovrebbe esplicarsi pienamente nel corso del prossimo anno.
Inoltre, è interessante notare che il confronto tra marzo 2024 e settembre 2024 vede un mercato sostanzialmente stabile, almeno per quanto riguarda i casi dei depositi a 12 e 18 mesi. Per i depositi di breve durata (6 mesi), invece, il dato di settembre 2024 è superiore a quello di settembre 2023, ma inferiore a quello di marzo 2024, mantenendosi però sopra il 3%
Un 4% si può ancora spuntare
Analizzando le proposte delle banche emerge però che è ancora possibile spuntare un tasso lordo superiore al 4%. L’analisi del tasso lordo annuo più elevato risulta quindi particolarmente importante in questo momento.
Rispetto a settembre 2023 e marzo 2024, si registra un calo del tasso massimo ottenibile con il Conto Deposito che arriva d fino a un punto percentuale, con una conseguente sostanziale riduzione del guadagno netto. Il tasso massimo annuo lordo sui 12 mesi passa dal 5% di settembre 2023 al 4,25% a marzo 2024 per scivolare sino al 4% a settembre 2024, mentre per i 18 mesi, si passa dal 5% al 4,5% a marzo di quest’anno ed al 4,10% a settembre 2024. Per i risparmiatori rimane quindi la possibilità di sfruttare un deposito con tasso lordo superiore al 4% scegliendo l’opzione più vantaggiosa disponibile con un vincolo a 18 mesi.
L’ultimo trimestre del 2024 – si sottolinea – potrebbe far registrare un’ulteriore contrazione del tasso massimo, con una conseguente riduzione delle potenzialità di guadagno garantite dalle migliori offerte disponibili per il Conto Deposito
Cosa cambia con l’opzione a 60 mesi
Con il calo dei tassi a breve emerge anche la necessità di cercare una soluzione conveniente per il lungo periodo. Ad esempio, un Conto Deposito a 60 mesi può garantire un tasso di interesse elevato e quindi un rendimento costante per diversi anni. Anche in questo caso però il mercato sta cambiando e i dati confermano una riduzione del tasso lordo annuo medio del Conto Deposito a 60 mesi, sia nel confronto con l’ultima rilevazione (maggio 2024), che nel confronto con il picco raggiunto lo scorso anno (maggio 2023).
La riduzione del tasso lordo annuo massimo rispetto alle due rilevazioni precedenti di maggio 2023 (4,75%) e maggio 2024 (4,50%) è evidente, ma è ancora possibile raggiungere un tasso di interesse del 4%. Depositando 100.000 euro e considerando la ritenuta fiscale e l’imposta di bollo, con un Conto Deposito a 60 mesi è possibile ottenere un guadagno netto di 13.807,56 euro (circa 2.760 euro all’anno).