G7 Puglia, accordo sull’Ucraina: prestito da 60 miliardi di fondi russi

Accordo raggiunto sugli extra profitti dei fondi russi congelati in Belgio: ecco cosa è stato deciso nel primo giorno del G7 in Puglia

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

I temi sul tavolo del G7 a Borgo Egnazia, in Puglia, sono tanti e caldissimi. Il grande evento, che vede la premier Giorgia Meloni fare gli “onori di casa”, ha avuto inizio quest’oggi, giovedì 13 giugno.

C’è già aria di primi scontri ma, al tempo stesso, di importanti accordi. Sembra essere stata trovata un’unione di intenti per quanto riguarda l’Ucraina. Un accordo di massima per un generale appoggio a Zelensky, seguendo la linea tracciata da Joe Biden: aiuti alla popolazione e all’esercito ucraino attraverso i fondi russi.

Prestito all’Ucraina

Al G7 di Puglia presieduto dalla premier Giorgia Meloni non poteva di certo essere accolto in maniera migliore il presidente ucraino Volodymyr Zelensky al G7 in Puglia. È stato trovato l’accordo sui fondi russi congelati in Belgio. Le incognite non mancano ma, se tutto dovesse procedere secondo i piani, entro la fine del 2024 l’Ucraina dovrebbe ricevere più assegni dai sette Stati del vertice. Il tutto per una cifra che potrebbe superare quota 60 miliardi di euro.

Importante volgere lo sguardo a quelli che sono i termini di questo accordo, cruciale negli equilibri geopolitici europei. Sono più di 200 i miliardi russi sequestrati e gli extra profitti relativi faranno da garanzia. Di fatto andranno a ripagare quello che è un prestito collettivo così suddiviso, stando al Corriere della Sera:

  • Stati Uniti: 50 miliardi;
  • Canada: 5 miliardi;
  • Giappone: 2 miliardi (indirizzati a supportare il Bilancio di Kiev e non gli armamenti, nel rispetto della Costituzione nipponica);
  • Italia: rinvio al prossimo Consiglio europeo con pieni poteri per la definizione del contributo;
  • Francia: rinvio al prossimo Consiglio europeo con pieni poteri per la definizione del contributo;
  • Germania: rinvio al prossimo Consiglio europeo con pieni poteri per la definizione del contributo;
  • Regno Unito: contributo attraverso proprio strumento finanziario, per una cifra totale ancora da pattuire.

Il nodo dei fondi russi

Uno dei passi cruciali da compiere durante il G7 2024 in Puglia riguarda di certo la tassazione dei profitti relativi ai fondi russi. Dopo la rinuncia del Belgio, i frozen assets genereranno 5 miliardi all’anno.

Si è scelto di indicare una cifra al ribasso nelle conclusioni del vertice. Per tale motivo si ha l’impressione che i report siano differenti. Da una parte c’è chi dà maggior risalto alla somma di 50 miliardi, approssimativamente quella che sarà riportata nelle conclusioni. Dall’altra però chi sottolinea come la somma effettiva che Kiev riceverà sarà ben superiore e vicina ai 60 miliardi.

Per avere maggiori certezze in merito, però, occorrerà attendere il prossimo G7 dei ministri finanziari. A loro il compito di incastrare in una precisa cornice finanziaria gli accordi siglati.

La reazione della Russia

Il presidente Joe Biden è fermo nella propria visione geopolitica. Al netto di numerosi contrasti interni e una grave incertezza per le prossime elezioni USA, POTUS non ha dubbi: nuove sanzioni contro la Russia, al fine di colpire la Borsa di Mosca. Immediata la reazione di Putin: la Borsa di Mosca, in una decisione storica, ha deciso di sospendere le transazioni in dollari e euro.

Spazio anche per un incontro con Zelensky. Un vero e proprio vertice nel vertice per siglare un accordo per la sicurezza. All’Ucraina saranno garantite più armi e verso la Cina viene indirizzato un monito: stop al sostegno di Xi Jinping a Putin.

Quest’ultimo intanto non resta di certo a guardare. Da Mosca giungono le parole del viceministro degli Esteri Alexander Grushko: “Ciò che la Nato sta facendo oggi prepara l’alleanza per un possibile scontro militare con la Russia. Il ruolo delle armi nucleari nella pianificazione militare dell’Alleanza è in crescita. Si parla del loro dispiegamento in Polonia e altri Paesi europei”.