Petrolio ancora giù, pesano le parole di Netanyahu e il report Opec e AIE

Quotazioni giù dopo che Israele ha detto che non attaccherà le infrastrutture petrolifere in Iran e dopo il taglio delle stime sulla domanda

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Redazione

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Pubblicato: 15 Ottobre 2024 15:45

Nuovo crollo dei prezzi del petrolio. Ieri a spingere in basso i prezzi del greggio sono stati i timori scatenati dal calo della domanda dalla Cina: per il quinto mese consecutivo Pechino ha ridotto le importazioni di petrolio.
Un fattore che sta aumentando i timori di un indebolimento della domanda dopo che anche l’Opec ha tagliato le previsioni sulla domanda di petrolio per il terzo mese consecutivo, così come ha fatto l’Agenzia Internazionale dell’Energia.
Nel frattempo, scema anche l’allarme di possibili attacchi alle infrastrutture petroliere iraniane, che aveva fatto risalire le quotazioni dell’oro nero nell’ultimo periodo.

Domanda in calo

L’Aie ha rivisto oggi al ribasso le sue stime per il 2024 indicando che la domanda mondiale di petrolio è sulla buona strada per espandersi di poco meno di 900 mila barili al giorno (kb/d) nel 2024 (terzo taglio mensile della previsione) e di quasi 1 milione di barili al giorno (mb/d) nel 2025, segnando un brusco rallentamento rispetto ai circa 2 mb/d registrati nel periodo post-pandemia 2022-2023.

Ieri, anche l’OPEC aveva rivisto al ribasso previsioni di crescita della domanda globale di petrolio per quest’anno, rettificandole di 106 mila barili al giorno a 1,9 MBG. Un valore che risulta comunque ancora superiore alla media storica di 1,4 MBG di prima della pandemia. L’aggiustamento – si legge nell’ultimo report mensile del cartello – riflette i dati ricevuti e le aspettative leggermente inferiori di regioni.

Tensioni in Medio Oriente

Preoccupazioni che si sommano alle tensioni in Medio Oriente, placate solo in parte da un rapporto del Washington Post che ha escluso la possibilità che Israele attacchi impianti petroliferi e nucleari iraniani, e che anche nella giornata di oggi hanno spinto in basso il prezzo del petrolio. In risposta alle indiscrezioni del Washington Post, l’ufficio di Netanyahu ha infatti affermato che la decisione sui piani di ritorsione contro l’Iran per l’attacco missilistico del primo ottobre sarà presa “in base alle esigenze di Israele”.

La risposta del mercato

Il Brent è prezzato a intorno ai 73,7 dollari al barile mentre il Wti ha raggiunto addirittura i 70,11 dollari (-5,03%). Sul mercato pagano tutti i titoli legati al settore Oil&Gas. In Italia le peggiori a Piazza Affari risultano essere Eni (che sfiora il -3%), Saipem e Tenaris. Male anche BP e Shell a Londra e Total Energies a Parigi.