Mercati sfiduciano il Governo Meloni: è allarme Spread e BTP

Il peggioramento delle prospettive macroeconomiche e le difficoltà future di rifinanziare il debito in essere hanno insospettito i mercati che puniscono l'Italia

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Redazione

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Il difficile rapporto fra governo di centro-destra e mercati finanziari torna in primo piano, parallelamente al deteriorarsi del quadro macroeconomico ed al parallelo aumento del costo del debito. Un quadro che ha già spinto in alto i rendimenti dei titoli di Stato italiani più di quelli del resto della Zona Euro, facendo aumentare lo Spread BTP-Bund. Ma cosa accadrà al governo Meloni in caso di ulteriore peggioramento della scenario di riferimento? Una cosa è certa: la Premier Giorgia Meloni si muove con circospezione ed il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti inizia a temere uno sgambetto delle agenzie di rating.

Bloomberg e l’Economist bocciano il governo

“Meloni non si è resa conto di come i suoi piani di spesa appaiano ora insostenibili“, è il duro commento dell’Economist dopo la Nadef, che offre un quadro peggiorativo della situazione congiunturale del nostro Paese e delle finanze pubbliche.

Non da meno Bloomberg, che boccia il governo Meloni, sottolineando “due mesi dopo che il suo governo è stato scosso dalle notizie di un’economia in contrazione, un tentativo malriuscito di tassare le banche e il peggioramento delle prospettive di bilancio della scorsa settimana si sono aggiunti ai rischi che perseguitano gli investitori obbligazionari”.

Il quotidiano finanziario, dando conto del parere di alcuni analisti, ricorda che l’Italia “è classificata solo una tacca sopra il livello spazzatura con outlook negativo da Moody’s Investors Service, che dovrebbe pubblicare la sua prossima valutazione a novembre. L’Italia potrebbe anche essere vulnerabile se l’inflazione dovesse rimanere al di sopra dell’obiettivo del 2% fissato dalla BCE, costringendo i tassi a rimanere elevati”.

La preoccupazione per le agenzie di rating

Che la preoccupazione per il giudizio delle agenzie di rating sia un chiodo fisso del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti lo conferma il discorso pronunciato ieri in occasione di ComoLake 2023, un evento che mette al centro l’innovazione. In questa occasione il numero uno dell’Economia ha fatto sapere di aver incontrato le agenzie di rating, per “fare chiarezza” su quelle che saranno le prossime scelte del Governo e “per dimostrare la credibilità e solidità del Paese”.

“Siamo chiamati a compiere delle scelte e la preparazione della legge di bilancio è per eccellenza il momento della scelta”, ha spiegato Giorgetti, anticipando che il governo vuole “utilizzare i margini disponibili della finanza pubblica – ha sottolineato – per adottare provvedimenti in grado di stimolare l’economia reale“.

“Abbiamo già visto l’effetto sterile di politiche che illudono le persone e drogano l’economia, pregiudicando la solidità della finanza pubblica”, ha riconosciuto il Ministro. annunciato che ci sarà spazio anche per gli investimenti.+

Il termometro dello Spread sale

A dispetto delle continue rassicurazioni e dell’atteggiamento “compliance” della Premier Giorgia Meloni, i mercati hanno già fiutato il rischio che la situazione possa esplodere, dato che la crescita è più bassa delle previsioni, la politica dei tassi elevati della BCE spinge al rialzo i rendimenti di tutta Europa e la periferia europea (leggi l’Italia) torna sotto pressione a causa di un costo del debito che rischia di diventare insostenibile (il debito pubblico a luglio aveva largamente superato di 2.800 miliardi di euro).

I rendimenti dei BTP decennali italiani si sono spinti così al 4,92%, spingendo lo Spread a 203 punti, dal momento che il Bund decennale offre un rendimento del 2,89%. La prospettiva della BCE di mantenimento di tassi alti più a lungo ha messo le ali anche alla scadenza più lunga del trentennale, che ha già sfondato la soglia del 5% per la prima volta dal 2007.

E’ vero che a 200 punti lo Spread è ben lontano da quel tragico 2011, quando la sfiducia contro il governo Berlusconi portò il differenziale a 570 punti, ma è anche vero che un’azione di freno sullo Spread viene esercitata dalla BCE, che l’estate scorsa ha assunto l’impegno  di evitare eccessivi scostamenti all’interno del blocco della moneta unica.

Cosa può accadere

L’impegno assunto a favore del consolidamento fiscale oggi cozza con previsioni in peggioramento ed il primo effetto della sfiducia dei mercato potrebbe essere un “richiamo” della UE e della BCE all’Itala perché riprenda il percorso di correzione della finanza pubblica.

Ma un ulteriore peggioramento dello Spread potrebbe anche persuadere una delle agenzie di rating a punire l’Italia, portando il rating Paese al di sotto dell’investment grade e peggiorando notevolmente le prospettive di rifinanziare il debito in essere. Uno scenario quando mai cupo per il Governo che vedrebbe a rischio la sua stessa sopravvivenza.