Manovra a rischio? Dalla Nadef 4 scenari da incubo sul governo

Dal petrolio all'euro, dal commercio estero allo Spred: ecco quanto possono impattare sul PIL

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Redazione

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Esistono quattro principali rischi che incombono sulla Manovra e che il governo dovrà gestire se dovessero materializzarsi all’orizzonte. Un fattore di grande incertezza per il governo Meloni, che deve anche fare i conti con risorse piuttosto scarse e con – 15,7 miliardi ricavati da un innalzamento del deficit al 4,3% – e con ambizioni politiche (e promesse elettorali) sin troppo elevate, a partire dal famoso Ponte Sullo Stretto caro a Salvini.

Quali sono le incertezze?

“Lo scenario economico continua ad essere gravato da un’estrema incertezza”, si spiega nella Nadef, dopo aver tagliato le stime di crescita tendenziale dell’economia italiana allo 0,8% quest’anno (dall’1% indicato in precedenza) ed all’1,2% il prossimo (dall’1,5% precedente).

Sempre la Nota di aggiornamento al DEF individua quattro “rischi” in grado di condizionare negativamente il PIL, con un impatto negativo stimato a -0,4 punti, nello scenario peggiore, che implicherebbe una revisione peggiorativa del PIL dell’anno prossimo allo 0,6% rispetto all’1% programmatico.

I rischi, come detto, sono quattro e tutti di natura macroeconomica:

  • l’indebolimento del commercio mondiale – un rischio più che probabile di fronte di un quadro congiunturale mondiale in via di peggioramento e che potrebbe avere un impatto negativo sul PIL quantificabile in -0,1 punti;
  • l’apprezzamento dell’euro nei confronti delle altre valute – una eventualità che si verificherebbe, con un impatto sul PIL di -0,3 punti, a seguito di una improbabile inversione di rotta della politica monetaria della Bce, la quale al momento persegue una politica fortemente restrittiva, che manterrà almeno sino alla fine del 2024;
  • la crescita del 20% del prezzo del petrolio – ipotesi certamente più probabile, che impatta sul PIL in misura pari a -0,4 punti, di riflesso all’aumento stagionale del costo delle materie prime energetiche ed alla politica di contenimento dell’offerta dell’Opec Plus;
  • l’allargamento dello Spread, che avrebbe un impatto più limitato di -0,1 punti di PIL, ma  si sta già concretizzando di riflesso ad una crescita dei rendimenti del BTP più che proporzionale rispetto al resto d’Europa e legata al maggior “rischio Paese”.

Le priorità della manovra

In questo quadro già precario, il Governo sta mettendo a punto una Manovra che, secondo quanto confermato dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, richiederà “scelte difficili”, in grado anche di condizionare gli equilibri della maggioranza. Una Manovra che vede come priorità il taglio delle tasse e gli aiuti alle famiglie (qui un approfondimento).

Fra le prime misure “certe” che saranno inserite in Manovra c’è la conferma del taglio del cuneo fiscale che sarà pari a 6 punti per i redditi fino a 35 mila euro e 7 punti per quelli sino a 25 mila; una misura al momento valida sino a dicembre che andrebbe a favorire una platea di 14 milioni di lavoratori con 100 euro in più in busta paga.

Altra misura di sicura proroga è il taglio del 5% delle tasse sui dei premi di produttività, per un massimo di 3mila euro a favore di percettori di redditi fino a 80mila euro.

Ma il Ministro Giorgetti ha anticipato che ci sarà anche un primo accenno di riforma fiscale, tanto per “dare un segnale” che il piano del governo è ancora valido e va verso un’imposta sui redditi delle persone fisiche a tre aliquote e una conferma della flat tax per partite IVA e professionisti sino al tetti di 85 mila euro.