Fed promette un solo taglio entro l’anno: come cambia la percezione degli analisti

Il FOMC ha confermato tassi d'interesse invariati al 5,25-5,50% ma ha aperto ad una correzione di 25 punti una sola volta nel 2024 a causa dell'inflazione ancora troppo alta

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Redazione

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A fronte di progressi sull’inflazione definiti “modesti”, la  Fed intende tagliare i tassi di interesse solo una volta. Se la corsa dei prezzi al consumo è rallentata l’obiettivo del 2% resta comunque lontano, tanto che la banca centrale ha rivisto al rialzo la stima sull’inflazione di quest’anno al 2,6% dal precedente 2,4%.
Dopo l’annuncio della Fed, che ha certificato la possibilità di una riduzione di un quarto di punto del costo del denaro quest’anno, Wall Street frena ma si mantiene in rialzo. Gli swap indicano che il taglio potrebbe arrivare alla riunione del 6 e 7 novembre, quindi dopo le elezioni americane.

La politica restrittiva della Fed

La politica monetaria è “restrittiva” e la Fed è pronta a lasciare i tassi elevati per il tempo necessario contro l’inflazione, ha detto il presidente della Fed Jerome Powell.
“I recenti indicatori suggeriscono che l’attività economica ha continuato a espandersi a una velocità solida. I progressi sul mercato del lavoro sono rimasti solidi e il tasso di disoccupazione basso. L’inflazione ha rallentato nell’ultimo anno ma resta elevata. Negli ultimi mesi ci sono stati progressi modesti verso l’obiettivo del 2% – afferma la Fed nel comunicato diffuso al termine della due giorni di riunione –. L’outlook economico è incerto e la Fed è attenta ai rischi di inflazione. Non ci aspettiamo che sarà appropriato di ridurre i tassi di interesse fino a quando non avremo una maggiore fiducia sull’inflazione che si muova verso il 2%”, precisa la Fed ribadendo il suo “forte impegno a far tornare l’inflazione al 2%”. La Fed si dice pronta ad aggiustare la propria politica monetaria se sarà necessario in caso dovessero emergere dei rischi.

La posizione della Casa Bianca

La Fed è indipendente e noi non commentiamo le sue azioni. Come amministrazione abbiamo sempre fatto attenzione a lasciare alla Fed il suo spazio – ha detto la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre –. C’è ancora da fare sull’inflazione“. Una precisazione per chiarire come Biden non è come il suo rivale Donald Trump che, nel corso del suo mandato alla Casa Bianca, è più volte intervenuto e ha criticato la Fed.
Rimane il fatto che i prezzi alti sono un problema per Joe Biden in quanto minano i suoi sforzi di rilancio dell’economia e mettono a rischio le sua chance di rielezione. Il presidente è, infatti, bocciato dalla maggioranza degli americani sulla sua gestione dell’economia e soprattutto sull’andamento dei prezzi. “I prezzi sono ancora troppo alti ma i dati mostrano progressi nel calo dell’inflazione. Lo so che molte famiglie sentono la pressione dell’elevato costo della vita e per questo mi batto per far abbassare i costi”, ha assicurato Biden dopo il dato di maggio.

Taglio dei tassi probabile a dicembre

Ci vorranno tre dati incoraggianti per convincere la Fed che la situazione è cambiata e che l’inflazione si sta dirigendo in modo sostenibile verso il 2%, che è la barra che la commissione ha definito per tagliare i tassi. La prima data utile è settembre, se si ipotizza che i prossimi due dati sull’inflazione siano simili a quello di oggi. Non sono ancora pronto a dare questa ipotesi, avendo visto solo una buona inflazione su cinque quest’anno.
La mia previsione – afferma Eric Winograd, Senior VP e US Economist di AllianceBernstein – rimane che la Fed taglierà i tassi una volta quest’anno, con dicembre come mese più probabile per il taglio. Ci sono segnali che ci potrebbe essere un inizio anticipato del ciclo di allentamento, in base ai dati dell’inflazione di ieri mattina, ma lo scenario di base è invariato. Continuo a prevedere che il tasso terminale di questo ciclo sia pari al 3,0-3,5%, ovvero un po’ più alto di quello della Fed. Se l’economia dovesse continuare a espandersi anche ai tassi attuali o quasi, sospetto che la stima di lungo periodo della Fed si sposterà più in alto nel tempo”.

Traiettoria da falco

“Il riconoscimento da parte della Fed di ‘modesti progressi’ verso il target di inflazione del 2% deriva probabilmente dai segnali disinflazionistici emersi dai dati dell’indice dei pezzi al consumo di maggio, in contrasto con i dati sull’inflazione del primo trimestre, più alti del previsto. Tuttavia, – evidenzia Whitney Watson, Co-Chief Investment Officer and Co-Head, Fixed Income and Liquidity Solutions di Goldman Sachs Asset Management – la proiezione mediana del dot plot ha preso una traiettoria da falco, tanto che ora indica un solo taglio dei tassi nel 2024, rispetto ai tre tagli precedentemente previsti a marzo. Sebbene il rallentamento dell’inflazione core CPI possa parzialmente attenuare il sentiment da falco del mercato, spinto dai solidi dati sull’occupazione rilasciati venerdì scorso, il percorso della Fed verso un taglio dei tassi dipende dal continuo allentamento dell’inflazione e da un ulteriore riequilibrio del mercato del lavoro. I recenti dati economici e i segnali dei policymaker evidenziano le intricate sfide nel determinare l’esatta tempistica dei cambi di rotta della politica monetaria, mettendo in luce l’importanza di un approccio flessibile e dinamico agli investimenti”.

Porta aperta a tagli dei tassi entro l’anno

“Nessuna sorpresa dalla Fed che ha lasciato invariata la politica monetaria, ma che continua a tenere aperta la porta a tagli dei tassi nel corso di quest’anno. In effetti, – afferma James McCann, vicecapo economista di abrdn – la mediana dei membri del FOMC prevede ora un solo taglio dei tassi nel 2024, rispetto ai tre previsti a marzo. Questa svolta da falco è stata probabilmente una reazione alla crescita dei prezzi più forte del previsto all’inizio del 2024, che ha costretto i membri del comitato a rivedere ancora una volta al rialzo le loro previsioni sull’inflazione. Tuttavia, l’ attuale sorpresa al ribasso dell’inflazione CPI è stata più incoraggiante e, con la maggioranza dei membri divisi tra uno o due tagli, non saremmo sorpresi di vedere i prezzi di mercato continuare a fantasticare su più tagli dei tassi quest’anno”.

Fed, tassi stabili, approccio prudente

“La decisione della Federal Reserve di mantenere, per la settima volta, i tassi di interesse fermi al 5,50% riflette la continuità dell’approccio graduale adottato dalla banca centrale, che si mantiene prudente davanti alle tendenze inflazionistiche. Le previsioni economiche della Fed parlano ora di un’inflazione più stabile nel 2024 e di un tasso di disoccupazione leggermente più alto nel 2025. I policymaker – sottolinea Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm – hanno accolto con favore una rapida decelerazione dell’aumento dei prezzi nel 2023, ma sono diventati più cauti dopo che i progressi in materia di inflazione si sono arenati all’inizio dell’anno; attualmente prevedono di abbassare il tasso di policy di soli 25 punti base quest’anno“.