Tassi, Fed pronta a nuovo taglio a dicembre ma prevale l’incertezza

I verbali dell'ultimo incontro di politica monetaria del FOMC hanno confermato che l'incertezza ha rubato la scena e che i banchieri sono ancora divisi sul da farsi

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Redazione

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Pubblicato: 27 Novembre 2024 10:16

I membri della Fed si dividono su nuovi tagli dei tassi, mentre prevale l’incertezza sull’andamento delle variabili economiche nei prossimi mesi. E’ quanto emerso dalle Minutes del FOMC, i verbali dell’ultimo incontro di politica monetaria della Federal Reserve. Nell’ultima riunione tenutasi il 6-7 novembre, il comitato di politica monetaria aveva deciso di tagliare il costo del denaro di 25 punti base, portando il range di oscillazione dire tassi fra il 4,50% ed il 4,75%. Quali sono i motivi che hanno indotto il FOMC a tagliare i tassi? E cosa aspettarsi per la riunione di dicembre e nei prossimi incontri nel 2025

FOMC convinto dal persistere di incertezze

La decisione di tagliare i tassi a novembre era stata motivata dal contenimento della crescita dell’inflazione e da un deterioramento delle condizioni del mercato del lavoro, che suggeriva un rallentamento dell’economia statunitense.

Powell aveva parlato di “prospettive economiche incerte” e della permanenza dei rischi sia sul fronte inflazionistico sia su quello occupazionale e non aveva dato indicazioni chiare su altri possibili tagli dei tassi al meeting di dicembre, ribadendo una linea legata ai dati in uscita.

Dopo di allora, una serie di dati economici positivi, tra cui un rapporto sull’inflazione di settembre ed il buon dato sulle vendite al dettaglio di ottobre avevano sgonfiato le aspettative di nuovi tagli.

Cosa hanno detto i verbali

I verbali dell’ultimo incontro, hanno effettivamente suggerito che i banchieri americani sono divisi sul timing dei tagli e sul tasso neutrale e per questo preferiscono un approccio graduale e dipendente dai dati. Se i dati indicassero una inflazione che si muove in modo sostenibile verso il 2% ed un’economia vicino al massimo dell’occupazione – si appende dalla Minutes –  sarebbe “appropriato muoversi gradualmente verso una linea monetaria più neutrale, nel corso del tempo”.

I banchieri hanno convenuto che “il tasso di disoccupazione è risalito, ma restando basso”, mentre “l’inflazione ha compiuto progressi verso l’obiettivo del 2%, ma resta in qualche misura elevata”.

L’incertezza, dunque, ancora prevale ed alcuni membri della Fed si sono detti favorevoli a tagli accelerati dei tassi, nel caso in cui il mercato del lavoro o la crescita economica dovessero deteriorarsi più rapidamente del previsto, mentre altri membri hanno ventilato l’ipotesi di una pausa se l’inflazione dovesse rimanere elevata.

L’incognita Trump

Fra le dinamiche di inflazione ed occupazione c’è ora anche l’incognita Trump. Le minacce di imposizione di nuovi dazi, concretizzatesi ieri con un annuncio sui social da parte del Presidente eletto, e l’avvio di una politica economica ultra espansiva ed in deficit, rischiano di riaccendere la crescita dell’inflazione nel medio periodo, condizionando anche la Fed, che sarebbe costretta ad interrompere i tagli de tassi ed invertirne la tendenza.

Cosa aspettarsi a dicembre

Se lo scorso mese si ipotizzava una elevata probabilità di un taglio a dicembre, i segnali di forza dell’economia e le preoccupazioni che Trump possa alimentare l’inflazione avevano reso il quadro più incerto. Tuttavia, oggi sembra di nuovo prevalere l’ipotesi di un taglio al prossimo meeting del 18 dicembre, che porterebbe la variazione nell’anno a 75 punti base.

I future sui FedWatch al momento indicano una probabilità del 66,5% di un taglio di 25 punti a dicembre, rispetto ad una probabilità del 33,5% di un nulla di fatto. Le attese di una riduzione si sono progressivamente rafforzate nell’ultima settimana.