La settimana sui mercati è stata caratterizzata dalla pubblicazione di alcuni dati macroeconomici molto attesi mentre i più importanti banchieri centrali del mondo erano riuniti a Sintra (Portogallo) per il consueto forum della Banca centrale europea. Con l’avvicinarsi del 9 luglio, la deadline fissata dal presidente Trump per i negoziati sui dazi, sono intanto tornate ad aumentate le preoccupazioni degli investitori. I principali indici europei e statunitensi hanno comunque archiviato l’intera settimana in rialzo.
Il quadro macroeconomico
I dati sul mercato del lavoro negli Stati Uniti si sono rivelati migliori delle aspettative. I dati macroeconomici hanno migliorato le aspettative relative ad una tenuta dell’economia statunitense, un fattore che potrebbe convincere la Federal Reserve a rinviare di nuovo l’atteso taglio dei tassi nonostante la pressione esercita dal presidente Trump su Jerome Powell. Risultano, infatti, aver superato le attese i non-farm payrolls di giugno, un indicatore molto osservato per comprendere lo stato di salute del mercato del lavoro statunitense. Sono stati infatti aggiunti 147 mila posti di lavoro nei settori non agricoli (non-farm payrolls), dopo che a maggio erano state create 144 mila buste paga (dato rivisto da 139 mila), ma soprattutto sono stati di molto superiori ai 111 mila previsti dagli analisti.
In Europa, invece, l’inflazione preliminare di giugno dell’Eurozona si è attestata in linea con le attese. L’indice CPI ha registrato un aumento del 2% su base annua, in lieve rialzo di un decimo rispetto al mese precedente, principalmente a causa dei rincari dei carburanti legati al temporaneo picco del prezzo del petrolio, successivamente rientrato. La presidente della BCE Christine Lagarde ha commentato questo dato affermando che è “in linea con l’obiettivo” e che per quanto riguarda il futuro ci sono “rischi bilaterali” derivanti da una maggiore frammentazione e da sviluppi geopolitici “preoccupanti”. Inoltre, ha detto che la BCE “continuerà a decidere meeting dopo meeting, sulla base dei dati, e non ci impegniamo ad alcun percorso predefinito” sui tassi.
La seduta odierna
Con Wall Street chiusa per l’Independence Day, tra i mercati del Vecchio Continente tentenna Francoforte, con un modesto ribasso dello 0,61%, resta vicino alla parità Londra, e vendite su Parigi, che registra un ribasso dello 0,75%. A Piazza Affari, il FTSE MIB chiude in calo (-0,8%) e si attesta su 39.622 punti in chiusura. Scendendo nei dettagli della Borsa di Milano sulla stessa linea, chiude in retromarcia il FTSE Italia All-Share, che scivola a 42.093 punti. In frazionale calo il FTSE Italia Mid Cap (-0,51%); come pure, in rosso il FTSE Italia Star (-0,7%).
In cima alla classifica dei titoli più importanti di Piazza Affari, troviamo Recordati (+1,03%), Amplifon (+0,89%) e Banca Popolare di Sondrio (+0,81%). Le peggiori performance, invece, si sono registrate su Ferrari, che ha chiuso a -2,18%.
I titoli della settimana
La migliore a Milano è Campari che chiude anche la sua migliore settimana del 2025. Il titolo approfitta anche di alcune buone notizie per il settore beverage: Constellation Brands, il gruppo proprietario dei marchi di birra Corona e Modelo quotato a Wall Street, ha infatti confermato la guidance nonostante il taglio previsto dagli analisti, mentre il ministero del Commercio cinese ha deciso di applicare sul brandy proveniente dell’Unione Europea una tassa fino al 34,9% per un periodo di cinque anni a partire da domani, risparmiando però alcune aziende che hanno assunto impegni di prezzo minimo.
Settimana positiva anche per il settore del lusso, con Moncler e Brunello Cucinelli che registrano guadagni superiori al 7%.