Piazza Affari si è mossa in controtendenza rispetto alle Borse europee nella seduta di lunedì 19 gennaio, complice un calo tecnico di circa l’1,77% sull’indice FTSE MIB dovuto allo stacco dividendo di ben 24 società facenti parti dell’indice. I titoli azionari, il giorno dello stacco, quotano infatti ex dividendo: si tratta di un’operazione automatica che sottrae dalla capitalizzazione di Borsa il valore della cedola distribuita, trasferendolo virtualmente dai prezzi dei titoli ai conti correnti di chi detiene le azioni.
Il FTSE MIB ha quindi chiuso la seduta con un calo dell’1,20%, arrestando la serie di sette rialzi consecutivi, avviata l’8 di questo mese; sulla stessa linea, vendite diffuse sul FTSE Italia All-Share, che ha chiuso la giornata con un rosso dell’1,16%. In frazionale calo il FTSE Italia Mid Cap (-0,61%); sulla stessa tendenza, in ribasso il FTSE Italia Star (-0,88%).
I titoli migliori
Tra i migliori titoli del principale paniere milanese:
- BPER Banca porta a casa un rialzo del 4,69%
- Banca MPS segna un +3,85%
- Banca Popolare di Sondrio registra un +3,52%
- Banco BPM chiude con un +2,97%
- Leonardo termina con un +2,09%
Ottima seduta per il comparto bancario, nonostante in cima al listino ci siano titoli interessati dallo stacco cedole. Si tratta di un ottimo segnale per questi titoli, che mostrano di essere appetibili per gli investitori recuperando subito la soglia persa a causa del dividendo. Inoltre, i titoli bancari erano rimasti un po’ in ombra nelle ultime sedute, nonostante siano interessati dalla forte ondata di consolidamento del settore in Italia.
I titoli peggiori
Tra i peggiori della giornata si segnalano:
- Moncler accusa un ribasso del -2,33%
- Stellantis chiude con un -1,30%
- STMicroelectronics termina gli scambi con un -1,13%
- Ferrari cede l’1,12%
- Campari registra una flessione dell’1,06%
Tra i titoli in maggiore ribasso spicca Moncler, che insieme alle altre società del settore lusso scende dopo i dati sulle vendite al dettaglio cinesi di aprile che hanno deluso le aspettative; la Cina è diventata negli ultimi anni sempre più importante per le vendite delle maison e i titoli del comparto sono molto sensibili ai dati macroeconomici che possono anticipare maggiori o peggiori vendite nel paese. Poco da segnalare sugli altri titoli, in una seduta priva di grandi spunti e in cui il sentiment è stato appesantito dal declassamento del rating creditizio degli Stati Uniti da parte di Moody’s.