Elezioni regionali Liguria, bassa affluenza, oggi si decide il nuovo presidente

In Liguria, dopo una prima giornata di voto con affluenza calante, oggi seggi aperti fino alle 15 per eleggere presidente e Consiglio regionale

Foto di Francesca Secci

Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 28 Ottobre 2024 09:15

Sono ore calde in Liguria. La prima giornata di voto alle regionali si è conclusa con un calo dell’affluenza rispetto al 2020. Alla chiusura dei seggi di domenica 27 ottobre, solo il 34,68% degli aventi diritto si è presentato alle urne, una discesa netta rispetto al 39,80% registrato quattro anni fa.

A pesare su questo dato potrebbe essere stato il meteo sfavorevole, ma ora lo sguardo è puntato sull’ultimo giorno di votazioni, per capire se il gap sarà colmato.

Elezioni in Liguria, ultime ore per votare: oggi si chiudono i seggi

Oggi, lunedì 28 ottobre, è la giornata decisiva per le elezioni regionali in Liguria. I seggi rimarranno aperti dalle 7 fino alle 15, offrendo agli elettori l’ultima possibilità di esprimere il proprio voto per scegliere il nuovo presidente della Regione e i 30 componenti del Consiglio regionale.

L’affluenza per le elezioni regionali in Liguria è stata accolta con poco entusiasmo. Alla chiusura del primo giorno di voto, il 34,68% degli aventi diritto si è recato ai seggi, rispetto al 39,8% registrato nel 2020. Anche durante la seconda giornata, il dato aggiornato alle 19 ha mostrato una partecipazione complessiva del 30,57%, inferiore al 32,05% delle scorse elezioni. La provincia di Genova registra l’affluenza più alta (32,95%), mentre il Ponente ligure rimane la zona con il tasso più basso, fermandosi al 24,22%.

Subito dopo la chiusura delle urne, inizieranno le operazioni di scrutinio e il territorio attende i primi dati, con un occhio alle sfide chiave che potrebbero ridisegnare l’assetto politico locale.

Nove candidati in corsa: duello Bucci-Orlando

Le elezioni vedono nove candidati alla presidenza della Regione. La competizione principale si gioca tra Marco Bucci, sindaco di Genova e volto della coalizione di centrodestra, e Andrea Orlando, già ministro e attuale parlamentare, sostenuto dal centrosinistra.

La sfida tra i due ha assunto rilievo anche a livello nazionale, tanto che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è scesa in campo per sostenere Bucci, mentre Orlando ha ricevuto il supporto del Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi-Sinistra e altre forze progressiste locali.

I numeri e il contesto elettorale

In questa tornata, la Liguria conta 1.348.601 elettori distribuiti tra le quattro province e i residenti all’estero. Genova si conferma l’area più popolosa con oltre 650.000 aventi diritto.

La regione è suddivisa in 19 liste per le province di Imperia, Savona e La Spezia, mentre a Genova sono presenti 20 liste. Complessivamente, sono 570 i candidati al ruolo di consigliere regionale.

Perché si vota con un anno di anticipo

Le elezioni regionali in Liguria sono state anticipate di un anno rispetto alla scadenza naturale del 2025 a causa delle dimissioni irrevocabili di Giovanni Toti, ex presidente della regione. Le dimissioni sono state dettate dalla complessa situazione giudiziaria che lo ha coinvolto: Toti si è trovato sotto indagine per corruzione, abuso d’ufficio e finanziamento illecito, con un provvedimento che lo ha costretto agli arresti domiciliari per due volte tra maggio e luglio 2024. La scelta di lasciare l’incarico, comunicata formalmente a luglio, è stata un passo obbligato dopo che i magistrati hanno respinto più volte le richieste di revoca della misura cautelare, rendendo impossibile la sua permanenza in carica.

Le dimissioni erano strategiche anche per agevolare la sua difesa, poiché, senza la carica pubblica, Toti ha potuto ottenere una revoca degli arresti domiciliari e chiedere un patteggiamento, venendo meno i presupposti di rischio collegati al ruolo amministrativo.

La decisione di convocare gli elettori anticipatamente è avvenuta dopo mesi di pressioni, per ristabilire un quadro politico stabile nella regione e consentire al nuovo presidente di affrontare le sfide future senza ombre giudiziarie sulla gestione.