L’ex presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ha raggiunto un accordo con la Procura di Genova per patteggiare una pena di 2 anni e un mese, con una confisca di 84.100 euro. L’accordo, se confermato, mette fine a un’inchiesta che dura da diversi mesi e che lo ha visto al centro di accuse legate a corruzione e finanziamento illecito.
Accordo con la Procura: cosa prevede il patteggiamento
Il patteggiamento, che dovrà essere ratificato dal giudice dell’udienza preliminare (gup) il prossimo 15 ottobre, consentirebbe a Giovanni Toti di evitare un processo che era già stato fissato per il 5 novembre. Grazie alla legge Cartabia, la pena detentiva sarà convertita in 1.500 ore di lavori socialmente utili, con l’interdizione temporanea dai pubblici uffici e il divieto di contrarre con la pubblica amministrazione per la durata della pena.
Toti ha commentato la decisione, esprimendo un mix di sentimenti: “Come tutte le transazioni suscitano sentimenti opposti: da un lato l’amarezza di non convincere fino in fondo le nostre ragioni di innocenza, dall’altro il sollievo di vederne riconoscere una buona parte”. L’ex governatore ha anche sottolineato che gli atti della pubblica amministrazione coinvolti sono stati pienamente legittimi, cercando così di minimizzare il peso delle accuse di corruzione.
Quali sono le accuse?
Giovanni Toti era stato arrestato il 7 maggio scorso, nell’ambito di un’inchiesta che ha portato all’arresto di diverse figure chiave, tra cui Aldo Spinelli, imprenditore nel settore portual e Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell’autorità portuale di Genova. Secondo l’accusa, Toti avrebbe ricevuto tangenti in cambio di favori concessi all’azienda di Spinelli, tra cui il rinnovo della concessione di un terminal portuale per 30 anni.
Le accuse si concentrano su tre finanziamenti per un totale di 74.100 euro, erogati tra il 2021 e il 2023, a favore del comitato elettorale di Toti. I magistrati sostengono che i contributi di 40mila euro nel 2021, 30mila euro nel 2022 e 4.100 euro nel 2023 sono stati mascherati come finanziamenti legittimi ma, in realtà, legati ad accordi corruttivi. Il contributo finale di 4.100 euro sarebbe stato utilizzato per riservare posti a una cena elettorale.
Un’altra accusa di corruzione riguarda il pagamento di spazi pubblicitari da parte di Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga, per sostenere la campagna elettorale di Toti in cambio di favore relativi all’apertura di due punti vendita nella regione.
Inchiesta sul ruolo di Spinelli e non solo
Anche Paolo Signorini, coinvolto nella stessa inchiesta, ha raggiunto un accordo con la Procura per patteggiare una pena di 3 anni e 5 mesi, con la confisca di 100mila euro. Signorini è accusato di aver accettato tangenti da Spinelli, inclusi 22 soggiorni a Montecarlo pagati dall’imprenditore, che copriva anche le spese per le giocate al casinò.
Il futuro di Aldo Spinelli è ancora incerto: si parla di un possibile patteggiamento di circa 3 anni, ma la sua posizione rimane in fase di definizione. Spinelli e Toti sono stati posti agli arresti domiciliari per tre mesi a causa delle accuse e Toti ha deciso di dimettersi dalla presidenza della Regione Liguria lo scorso luglio per ottenere la scarcerazione.