Esselunga, cosa succede nello spot “La pesca” di cui tutti parlano

Nella nuova pubblicità Esselunga una bambina cerca di far riavvicinare i genitori separati con una pesca. Lo spot ha diviso il pubblico

Foto di Mauro Di Gregorio

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Esselunga, colosso della grande distribuzione organizzata che opera dal Nord Italia al Lazio, sta facendo molto parlare di sé per il suo ultimo spot che azzera in un colpo solo decenni di narrazioni sulle famiglie unite e su idilliache cene all’insegna dell’armonia.

La pubblicità di Esselunga con i genitori separati

La pubblicità Esselunga è un vero e proprio cortometraggio in cui una bimba cerca di far riavvicinare i genitori separati. E il pubblico si è immediatamente diviso fra chi accusa Esselunga di avere cercato di strumentalizzare le emozioni di una bambina a fini di marketing e fra chi esalta il coraggio di affrontare un tema delicatissimo dal punto di vista dei bambini.

Lo spot inizia al banco frutta del supermercato (ovviamente Esselunga). Una bimba di nome Emma è sfuggita al controllo della mamma e si è diretta al reparto frutta per prendere un frutto.

“Vuoi una pesca? – domanda la mamma – Va bene, prendiamo una pesca. Ma non devi farlo mai più, ok?”
Segue qualche scena familiare: la bimba e la mamma nel soggiorno di casa che giocano, scherzano, guardano la tv. A un certo punto suona il citofono: è il padre. La coppia è separata e la situazione sembra irrecuperabile: nessuno dei due porta l’anello all’anulare e sulle pareti di casa non c’è alcuna foto di coppia.
La bimba, zaino in spalle, corre verso il papà. Una volta accomodatasi in auto la bimba fruga lo zainetto ed estrae la pesca.
“Che fai?”, domanda il babbo con un sorriso.
“Questa te la manda la mamma”, dice la piccola.
“Allora dopo chiamo la mamma per ringraziarla, ok?”, replica il papà.
Il claim dello spot: “Non c’è una spesa che non sia importante”.

“La pesca non è uno spot tradizionale, – si legge sul sito Esselunga – ma un cortometraggio che si appropria di un linguaggio cinematografico. Il soggetto è ispirato a una spesa vista attraverso gli occhi e il vissuto di una bambina: un gesto, fatto con la semplicità e allo stesso tempo con l’ingegno tipico dei bambini, svelerà, istante dopo istante, una storia densa di tenerezza che arriva al cuore e commuove con delicatezza”.

Lo spot, pubblicato anche sull’account Instagram di Esselunga, ha immediatamente diviso gli internauti, fra chi lo ha trovato poetico e chi l’ha trovato fuori luogo.

Utenti contro “la pesca di Esselunga”

Ecco alcune voci dai social:

“Ma che senso ha questa pubblicità? Bisognerebbe segnalarla e sospendere subito, profondamente fuori posto”, attacca qualcuno.

“Terribile: spinge sul senso di colpa dei genitori separati e sulla speranza (irrealizzabile la maggior parte delle volte) dei figli che i genitori tornino insieme. Da togliere”, aggiunge qualcun altro.

“Ma vi rendete conto di come questa pubblicità sia inappropriata? La tristezza negli occhi di quella bimba è dovuta alla separazione dei genitori? Vi sembra un aspetto da mettere in evidenza? Siamo tornati indietro di 100 anni”, dice qualcuno.

Utenti a favore della “pesca di Esselunga”

Ma a qualcuno lo spot è piaciuto, come dimostrano i 10mila like collezionati in meno di 24 ore.

“Ho appena visto la vostra pubblicità in tv… non mi era mai capitato di emozionarmi per una pubblicità. Vi ringrazio, credo che sia la pubblicità più bella che sia stata mai realizzata“, scrive un utente.

“La gente che critica a mio avviso non ha bene idea di ciò che li circonda… la profondità dell’immagine di una bambina che trova l’unico mezzo utile a ritrovare un approccio tra i genitori in una semplice e banale pesca. Secondo il mio parere, una pubblicità come non si vedevano da anni. E forse perché si è ormai abituati a contenuti demenziali che ci sembra strano il normale”, scrive qualcun altro.