False recensioni online a hotel e ristoranti, il governo verso regole più stringenti

Le false recensioni online distorcono il mercato e minacciano hotel e ristoranti. La ministra Santanchè promette regole più rigide per tutelare il settore turistico

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Pubblicato: 15 Novembre 2024 16:34

Le false recensioni online rappresentano una minaccia per il settore del turismo. Dai ristoranti agli hotel, la pratica spesso è usata in maniera sleale per distorce il mercato e danneggiare gravemente le imprese. In casi estremi, purtroppo, ha coinvolto la vita delle persone che fanno impresa. Il governo italiano, tramite la ministra del Turismo Daniela Santanchè, ha annunciato l’intenzione di introdurre regole più stringenti per arginare il fenomeno, garantendo trasparenza e correttezza. Il tema è stato al centro del recente incontro del G7 sul turismo, per un impegno comune a livello nazionale e internazionale volto a tutelare le imprese e i consumatori.

La concorrenza sleale delle false recensioni

Le tecnologie digitali hanno rivoluzionato il turismo, offrendo nuove opportunità per la promozione e la crescita delle imprese anche con un investimento minimo. Questo sistema, in molti casi basato sulla raccolta di recensioni su motori di ricerca o siti appositi, può rivelarsi un abuso. È il caso, attraverso l’intelligenza artificiale e non solo, della proliferazione di recensioni false, utilizzate per danneggiare i concorrenti e/o promuovere servizi in modo fraudolento.

Proprio questo fenomeno è stato al centro dell’attenzione mediatica dopo tragici casi come quello di una ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano, vittima di polemiche scaturite da una recensione fasulla.

Le false recensioni possono distruggere in pochi click la reputazione di ristoranti e hotel, con conseguenze economiche devastanti. Federalberghi, Fipe e altre associazioni di categoria hanno evidenziato come queste pratiche alterino la concorrenza e penalizzino le imprese oneste. A gennaio scorso, in una fase iniziale di colloqui con la ministri, hanno richiesto strumenti per garantire che chi recensisce abbia effettivamente usufruito del servizio e hanno chiesto al governo di intervenire con norme chiare per prevenire abusi.

Non mancano però opinioni discordanti, come quella di Carlo Carollo di TheFork, che considera le recensioni uno strumento utile, se usato correttamente. In ogni caso, l’assenza di regole trasparenti ha creato un “Far West digitale” in cui gli imprenditori restano vulnerabili ad attacchi sleali e si sente la necessità di agire.

Le intenzioni di governo: le norme a garanzia delle imprese del turismo

La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, ha affrontato il tema durante il G7 sul turismo di Firenze, sottolineando come le false recensioni rappresentino una forma di concorrenza sleale. “Occorre garantire che chi scrive una recensione abbia realmente usufruito del servizio”, è tornata a dichiarare, promettendo una stretta normativa. Il governo sta infatti lavorando a un tavolo di confronto con le associazioni di categoria per definire soluzioni che proteggano le imprese senza ostacolare la libertà d’espressione.

Nel documento finale del G7, i ministri del Turismo dei grandi Paesi industrializzati hanno riconosciuto la necessità di regolare l’uso dell’intelligenza artificiale e garantire la trasparenza dei dati. Le false recensioni, insieme a pratiche come i deep fake, sono state definite una minaccia per il mercato e i consumatori. L’Italia, in particolare, sta spingendo per un sistema che renda le recensioni tracciabili e verificabili, garantendo maggiore sicurezza alle imprese e ai clienti stessi.

L’obiettivo è anche quello di ridurre l’anonimato e favorire una maggiore responsabilità degli utenti. Secondo la ministra, si potrebbe adottare un “certificato di autenticità” per le recensioni, trasformandole in uno strumento di crescita per il settore, piuttosto che in un’arma distruttiva.

Le iniziative in corso rappresentano un vero e proprio passo avanti per tutelare l’industria del turismo, ma resta da vedere come si tradurranno in normative efficaci.