La crescita dei posti di lavoro negli Stati Uniti è rallentata più del previsto nel mese di aprile, gli aumenti salariali annuali si sono raffreddati, e il tasso di disoccupazione è aumentato lievemente. Questi dati macroeconomici, a priva vista negativi, sono valutati invece positivamente dai mercati, in quanto sarebbero un segno che l’economia a stelle e strisce si sta raffreddando, consentendo alla banca centrale di tagliare i tassi. È comunque è probabilmente troppo presto per aspettarsi che la Federal Reserve inizi a tagliare i tassi di interesse prima di settembre, dato che il mercato del lavoro rimane piuttosto teso.
I dati sugli occupati
Secondo i dati pubblicati venerdì dal Bureau of Labour Statistics, il tasso di disoccupazione negli USA è salito al 3,9% ad aprile, rispetto al 3,8% del mese precedente e atteso, rimanendo comunque al di sotto del 4% per il 27° mese consecutivo.
Inoltre, sempre nel quarto mese dell’anno, sono stati aggiunti 175 mila posti di lavoro nei settori non agricoli (i cosiddetti non-farm payrolls), dopo che a marzo erano state create 315 mila buste paga (dato rivisto da 303 mila). Il dato sugli occupati, più osservato del tasso di disoccupazione, è stato inferiore alle attese del mercato che indicavano un aumento di 238 mila di posti di lavoro.
Le retribuzioni medie orarie si sono attestate a 34,75 dollari, registrando un aumento dello 0,2% su mese e del 3,9% su anno (contro attese per un +0,3 m/m e +4% a/a) dopo il +0,3% mensile e +4,1% tendenziale registrato a marzo. Le retribuzioni medie orarie sono monitorate con attenzione dalla Federal Reserve in quanto buon indicatore sia dello stato di salute del mercato del lavoro che delle pressioni inflazionistiche.
La riunione della Fed
Nella riunione di questa settimana, il Federal Open Market Committee della Fed ha mantenuto il tasso sui fed funds al 5,25%-5,50%, come da attese. Nella conferenza stampa, il presidente Jerome Powell ha dichiarato che, a suo avviso, la politica monetaria è attualmente restrittiva e sta avendo un impatto sull’economia e sul mercato del lavoro, e che a suo giudizio essa è sufficientemente restrittiva da riportare “nel tempo” l’inflazione al 2%. Questo rimane con ogni probabilità lo scenario di base della Fed. Tuttavia, Powell non ha menzionato l’intenzione di iniziare a tagliare i tassi “a un certo punto dell’anno” come aveva fatto nelle riunioni precedenti.
Inoltre, Powell ha presentato due scenari principali: uno in cui l’inflazione si dimostra più persistente del previsto e il mercato del lavoro rimane forte, il che potrebbe richiedere di mantenere i tassi invariati; e un secondo scenario in cui l’inflazione si muove in modo sostenibile verso il 2%, o c’è un indebolimento inaspettato del mercato del lavoro: il verificarsi di uno di questi due eventi porterebbe la Fed a prendere in considerazione tagli dei tassi (ma Powell ha specificato che il FOMC non reagirà a uno o due mesi di buoni dati sull’inflazione, occorre maggiore evidenza per prendere in considerazione ribassi dei tassi). In breve, verrà mantenuto un approccio “riunione per riunione” e interamente dipendente dai dati.
Le aspettative sui tassi
Dopo la riunione della Fed e prima dell’uscita dei dati sul mercato del lavoro, i mercati scontavano pochissime possibilità di un intervento alla riunione del FOMC del 12 giugno, altrettanto poche possibilità di tagli entro settembre e una certa probabilità di tagli entro dicembre, Non va dimenticato che solo tre mesi fa il mercato scontava completamente 150 punti base di tagli dei tassi quest’anno a partire dalla riunione del FOMC di marzo.
Dopo il rallentamento della crescita dei posti di lavoro e il raffreddamento degli aumenti salariali, l’asticella potrebbe essere posta a settembre, anche se bisognerà aspettare i dati in uscita nei prossimi due mesi per avere una conferma di questo scenario.