Il mito economico tedesco non c’è più: quanto è grave la crisi economica

La crisi economica della Germania è profonda che può avere conseguenze anche per il resto d'Europa

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 5 Agosto 2023 11:00

La crisi economica della Germania, la più importante potenza europea, continua ad essere al centro dell’attenzione degli analisti. La debolezza della nazione tedesca è ora considerata il principale problema dell’intera Europa, e rappresenta un tema cruciale per comprendere le difficoltà che il vecchio continente sta affrontando nel riconquistare la stabilità e una crescita sana.

I dati macroeconomici riguardanti Berlino sono scrutati con grande attenzione, come dimostrato dai recenti dati riguardanti gli ordini alle fabbriche tedesche di giugno, appena pubblicati. In particolare, gli ordini industriali della Germania hanno registrato un aumento inaspettato, grazie ai notevoli guadagni nel settore aerospaziale.

Tuttavia, gli analisti hanno opinioni contrastanti riguardo al fatto che questo possa tradursi in una reale e sostenibile ripresa nel tempo. La crisi tedesca sembra tutt’altro che conclusa, e tutti i fattori in gioco devono essere attentamente monitorati.

I dati altalenanti dell’economia tedesca

I dati dell’Ufficio Statistico Federale Tedesco, pubblicati venerdì scorso, hanno mostrato un aumento del 7,0% negli ordini in entrata alle fabbriche a giugno, su base stagionale e corretta per il calendario. Questo risultato ha sorpreso positivamente gli analisti, poiché un sondaggio di Reuters aveva previsto un calo del 2,0%. Tuttavia, questa crescita non rappresenta necessariamente una vittoria definitiva per la Germania o un segno che la crisi sia alle spalle.

L’aumento significativo degli ordini nel settore delle attrezzature di trasporto, escludendo i veicoli a motore, è stato attribuito a una grande transazione nel settore aerospaziale, legata alla forte domanda per gli aeromobili di Airbus SE. Questo picco può essere visto come un evento eccezionale e non rappresenta una tendenza stabile per l’intera economia. Gli analisti rimangono cauti e incerti riguardo alle prospettive economiche della Germania. I costi energetici elevati e la debole economia globale continuano a pesare sul settore industriale tedesco. Alexander Krueger, capo economista della banca Hauck Aufhaeuser Lampe, ha sottolineato che il settore industriale tedesco non sta ricevendo un supporto significativo e al momento potrebbe essere sufficiente solo per una tendenza laterale, senza una crescita solida.

Le prove di fragilità economica si riscontrano anche in altre aree, come le letture dei PMI manifatturieri per luglio, che dipingono un quadro difficile per la Germania. La mancanza di domanda dalla Cina, la seconda economia mondiale, è un ulteriore segnale di preoccupazione per l’economia tedesca. La stagnazione in Germania e la contrazione in Italia riflettono una debolezza complessiva nell’economia dell’unione monetaria. Ciò si combina con una rapida restrizione delle condizioni del credito, il che dà motivo di preoccupazione ai politici e agli analisti riguardo alla salute economica complessiva dell’area.

Secondo Thomas Gitzel, capo economista di VP Bank, il quadro generale per il 2023 sembra finora incoraggiante, con un aumento costante dei nuovi ordini in Germania, ad eccezione di marzo. Questo potrebbe suggerire una tendenza positiva, ma è importante sottolineare che la situazione è fluida e soggetta a cambiamenti. Inoltre, la nazione tedesca sta attraversando un periodo di cambiamenti significativi nella sua struttura produttiva. Ciò potrebbe comportare sfide aggiuntive, poiché l’economia tedesca cerca di adattarsi a nuovi modelli e settori emergenti.

È chiaro che sia la Germania che l’Europa nel suo complesso devono rimanere prudenti e adottare misure oculate per affrontare le sfide economiche e garantire una ripresa stabile e sostenibile nel tempo.

Perché l’economia tedesca preoccupa ancora

L’analisi dell’Atlantic Council, pubblicata all’inizio di agosto, rivela che il traino della crescita economica in Europa si è spostato in modo sorprendente verso il Sud del continente. Questo cambiamento può essere considerato un segnale della difficoltà economica della Germania e dei cambiamenti in corso nell’economia generale, che è stata colpita prima dalla pandemia e poi dalla guerra.

Gli analisti hanno notato che il turismo e la domanda di servizi, beni di lusso e manufatti leggeri hanno svolto un ruolo significativo nel sostenere la resilienza economica dell’intero continente. Paesi che si concentrano maggiormente su questi settori, come la Francia e le grandi economie del Sud Europa, sono stati tra i principali contribuenti alla crescita economica europea. Se si considera la quota di ciascun paese nel Pil europeo, Spagna, Italia e Francia sembrano destinati a essere i maggiori contributori alla crescita dell’Unione Europea nel 2023. Questa prospettiva indica un riequilibrio nel traino della crescita economica all’interno del continente, con i Paesi del Sud che assumono un ruolo più rilevante rispetto al passato.

Questo spostamento nella dinamica economica può essere un riflesso delle sfide che la Germania sta affrontando e dei cambiamenti nel comportamento dei consumatori e delle aziende a seguito degli eventi pandemici e delle conseguenti turbolenze globali. Tuttavia, è importante rimanere vigili e monitorare attentamente gli sviluppi economici futuri per comprendere appieno il contesto e l’impatto di questi cambiamenti.

La Germania di fronte alle sfide dell’economia globale

La dipendenza della Germania dalle esportazioni manifatturiere pesanti e la sua posizione in un ambiente commerciale globale incerto rappresentano una sfida significativa per l’economia tedesca. La carenza di lavoratori e gli sussidi in aumento negli Stati Uniti e in Cina stanno alterando la competizione in settori chiave, come l’industria automobilistica.

L’impatto di queste sfide si è fatto sentire anche sulla capacità della Germania di attrarre investimenti stranieri. Secondo uno studio del German Economic Institute, l’anno scorso il Paese ha sperimentato un calo “allarmante” degli investimenti esteri diretti, con più di 135 miliardi di euro di investimenti che hanno lasciato il Paese e solo 10,5 miliardi di euro entrati.

Gli Stati Uniti, in particolare, stanno incentivando gli investimenti delle aziende offrendo generosi sussidi in vari settori, compresi i veicoli elettrici e le energie rinnovabili, attraverso l’Inflation Reduction Act. Questo ha portato a un accelerato deflusso di investimenti dalla Germania verso altre destinazioni. La crisi ucraina e l’aumento dei prezzi dell’energia hanno colpito il vasto settore manifatturiero tedesco negli ultimi mesi. La debole crescita delle esportazioni, il calo degli ordini e la perdita di quote di mercato per le auto elettriche hanno contribuito alla flessione dell’industria.

Tutti questi fattori creano un contesto economico complesso e incerto per la Germania, con la necessità di adottare strategie adeguate per gestire le sfide e sfruttare le opportunità che si presentano per garantire una ripresa sostenibile e resiliente dell’economia tedesca.

Le sfide delle esportazioni tedesche

Il modello di esportazione tedesco sta affrontando sfide significative, soprattutto a causa del crescente protezionismo globale. Le politiche commerciali più restrittive in molti paesi possono limitare l’accesso delle aziende tedesche ai mercati esteri, danneggiando la tradizionale forza dell’export tedesco.

Inoltre, il dilemma legato alla Cina rappresenta una questione complessa per la Germania e per l’intera Europa. La crescente tensione geopolitica e i rischi associati alle relazioni commerciali con la Cina hanno portato il governo tedesco a esortare le aziende a ridurre la loro dipendenza da Pechino. Questa posizione ambigua e la crescente incertezza geopolitica possono creare difficoltà per le aziende tedesche che hanno forti legami commerciali con la Cina. L’appello del capo di Bosch affinché i governi europei si concentrino maggiormente sulla competitività dell’UE piuttosto che sui rischi delle aziende che operano con la Cina riflette la preoccupazione che un’eccessiva enfasi sulle questioni geopolitiche possa ostacolare l’economia europea nel suo complesso.

La gestione di questo delicato passaggio dalla globalizzazione a una nuova realtà di relazioni commerciali influenzate dalla geopolitica sarà di fondamentale importanza per l’economia tedesca, che sta già affrontando difficoltà. La Germania dovrà adottare strategie intelligenti e flessibili per adattarsi a queste sfide e garantire la sostenibilità e la crescita della propria economia nel contesto mutevole degli scenari commerciali globali.