La Commissione Europea ha annunciato l’intenzione di introdurre nuovi dazi sulle auto elettriche cinesi. Il loro valore potrebbe così aumentare ancora, considerando che era già presente un dazio del 10%, al quale si potrebbe una variazione dal valore del 17 o 38,1% a seconda dell’azienda. In questo modo le auto elettriche cinesi potrebbero arrivare a costare fino al 48,1% in più. Si tratta di una misura per affrontare il problema della concorrenza cinese, considerata sleale perché vendono le auto a prezzi molto più bassi grazie a sussidi del governo.
Ue verso decisione nuovi dazi su auto elettriche cinesi: la proposta
L’Unione Europea ha recentemente annunciato l’introduzione di dazi provvisori sulle importazioni di auto elettriche provenienti dalla Cina, con tassi variabili a seconda del produttore. Questa misura è stata adottata in risposta a un’indagine iniziata lo scorso ottobre che ha rilevato che i produttori cinesi beneficiano di sussidi dal governo. La vendita delle auto economiche causerebbero un danno economico ai produttori europei.
In dettaglio, il nuovo regime tariffario prevede un dazio:
A questi si aggiunge il 10% già esistente per tutte le auto elettriche importate (come quelle importate da Stellantis). Gli altri produttori che hanno collaborato all’indagine saranno soggetti a un dazio del 21%, mentre quelli che non hanno collaborato vedranno applicato il tasso massimo del 38,1%.
Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione Europea, ha sottolineato che l’indagine dell’UE è “ancorata a fatti e prove” e mira a contrastare l’effetto distorsivo dei sussidi ingiusti sulla nostra industria.
La risposta della Cina: nuove misure per difendersi
L’annuncio dei nuovi dazi ha provocato reazioni immediate e forti sia da parte della Cina che di vari Paesi europei. Il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Lin Jian, ha affermato che Pechino adotterà tutte le misure necessarie per “difendere con fermezza i suoi diritti e interessi legittimi” e ha esortato l’UE a opporsi al protezionismo e a collaborare con la Cina per salvaguardare la cooperazione economica e commerciale bilaterale.
Anche la Germania ha espresso preoccupazioni, con il ministro dei Trasporti Volker Wissing che ha criticato i dazi, affermando che essi si ripercuotono sulle imprese tedesche e i loro prodotti di punta. Berlino teme che le misure di ritorsione cinesi possano colpire duramente l’industria automobilistica tedesca, che ha forti legami economici con la Cina.
Altri paesi dell’UE come la Francia e la Spagna, hanno sostenuto l’introduzione dei nuovi dazi, vedendoli come una difesa contro la concorrenza sleale delle auto elettriche cinesi, che beneficiano di sussidi massicci che permettono loro di vendere a prezzi molto bassi.
Rischio aumenti per il mercato europeo: conseguenze sulla transizione ecologica delle auto
L’imposizione di dazi fino al 38,1% sulle auto elettriche cinesi avrà inevitabilmente delle ripercussioni sui prezzi di questi veicoli nel mercato europeo. L’obiettivo dell’UE è di costringere le aziende cinesi ad aumentare i prezzi delle loro auto, riducendo il divario con quelle prodotte in Occidente e ristabilendo condizioni di concorrenza più eque.
Alcuni analisti ritengono che questi dazi potrebbero non essere sufficienti a compensare l’enorme quantità di sussidi di cui beneficiano le imprese cinesi; queste potrebbero ancora mantenere margini di guadagno significativi nonostante i nuovi dazi. Inoltre c’è il rischio concreto che la Cina possa adottare misure di ritorsione, come limitare l’esportazione di componenti chiave come le batterie, creando problemi alle catene produttive globali e, in particolare, a quelle europee.
Mentre l’UE cerca di proteggere la propria industria automobilistica da una concorrenza ritenuta sleale, l’introduzione di questi dazi solleva questioni complesse e potenzialmente rischiose per le relazioni commerciali internazionali e per il mercato delle auto elettriche (l’Italia deve ancora commentare la decisione), che si trova al centro di una rapida evoluzione tecnologica e industriale a livello globale.