Prezzo del pane al kg a quota 5,5 euro: rincari fino al +62% in 13 anni

L'Istat mostra un aumento del commercio al dettaglio: +0,7% sul mese e +3,7% sull'anno, con la Pasqua che traina gli alimentari. Ma il prezzo del pane continua la sua corsa

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 5 Giugno 2025 14:50

Ad aprile 2025 le vendite al dettaglio in Italia registrano un netto miglioramento rispetto al mese precedente e mostrano un forte incremento anche su base annua.

È quanto rileva l’Istat nel suo report sul commercio al dettaglio, che mostra una variazione positiva congiunturale del +0,7% in valore e del +0,5% in volume.

Pasqua spinge i consumi alimentari

Su base tendenziale (rispetto ad aprile 2024), la crescita è ancora più marcata: +3,7% in valore e +1,9% in volume, segnando l’aumento annuo più significativo dal giugno 2023.

La performance positiva è trainata quasi interamente dal comparto alimentare, che ad aprile ha beneficiato della coincidenza con le festività pasquali che nel 2025 sono state celebrate proprio nel mese di aprile (Pasqua 20 aprile e pasquetta 21 aprile, oltre al ponte del 25 aprile in cui in molti hanno approfittato per fare picnic o barbecue). Nel 2024 le festività pasquali caddero a fine marzo. Le vendite di beni alimentari segnano così un balzo del +8,6% in valore e del +5,4% in volume, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Anche su base mensile il settore alimentare risulta in crescita, con un +1,3% in valore e un +0,9% in volume rispetto a marzo.

Pane, pasta e latte sempre più cari

Il dato Istat si intreccia con quello rilevato dal Centro studi di Unimpresa, che mostra come negli ultimi anni i prezzi dei beni alimentari essenziali come pane, latte e pasta abbiano registrato un aumento record: il pane è rincarato fino al +62% dal 2012. Rincari anche per latte (fino al +20%) e pasta (ha toccato un +38% in un solo anno).

Le cause sono note da tempo: guerra in Ucraina, crisi energetica, siccità nei Paesi esportatori, impennata dei costi di produzione, speculazione sui mercati delle materie prime.

Nel 2024 e nel 2025, viene evidenziato, i prezzi si sono stabilizzati senza però tornare ai livelli pre-crisi: oggi un chilo di pane costa in media tra i 4,5 e i 5,5 euro.

Beni non alimentari in lieve calo

Tornando al report Istat, si nota come sia in controtendenza il dato relativo ai beni non alimentari, che fanno registrare una lieve contrazione. Rispetto ad aprile 2024, le vendite calano del -0,4% in valore e del -0,8% in volume. Le variazioni tendenziali all’interno del comparto sono eterogenee: in crescita i prodotti di profumeria e per la cura della persona (+3,4%) e gli articoli di foto-ottica e strumenti musicali (+3,2%). In calo invece le vendite di calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-3,9%) e di giochi, giocattoli, articoli sportivi e da campeggio (-3,5%).

Grande distribuzione in crescita

L’analisi per canale distributivo mostra una dinamica positiva nella grande distribuzione organizzata, che registra un incremento del +6,8% rispetto ad aprile 2024. In lieve crescita anche le imprese operanti su piccole superfici, come negozi e minimarket, che segnano un +0,9%. La crescita nella grande distribuzione suggerisce una maggiore propensione alla spesa nelle strutture più grandi e organizzate a discapito dei negozi più piccoli.

Di segno opposto l’andamento delle vendite al di fuori dei negozi tradizionali (-0,1%) e, in modo più marcato, del commercio elettronico, che flette del -0,7% su base annua. Il calo dell’ecommerce potrebbe indicare una momentanea inversione di tendenza rispetto ai picchi raggiunti negli anni passati.

Stabilità nel quadro trimestrale

Nel trimestre febbraio-aprile 2025, le vendite al dettaglio mostrano una sostanziale stabilità in valore (+0,1%) e un leggero calo in volume (-0,4%). In questo periodo, i beni alimentari crescono del +0,4% in valore ma scendono del -0,2% in volume, mentre i beni non alimentari risultano in calo sia in valore (-0,2%) sia in volume (-0,5%).