Vittorio Cecchi Gori in terapia intensiva: dal cinema alla Fiorentina agli arresti per bancarotta fraudolenta

L'imprenditore cinematografico Vittorio Cecchi Gori è stato ricoverato in terapia intensiva per un'insufficienza respiratoria

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Redazione

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Nella mattinata di mercoledì 14 febbraio l’imprenditore cinematografico Vittorio Cecchi Gori è stato ricoverato in terapia intensiva per un’insufficienza respiratoria al Policlinico Gemelli di Roma. Lo ha annunciato l’amico Angelo Perrone in diretta TV su Rai 1, durante il programma ‘Storie italiane’.

Figlio di uno dei più grandi produttori cinematografici italiani del dopoguerra, Vittorio Cecchi Gori ha a sua volta investito nel cinema, ottenendo riconoscimenti prestigiosi. Nel 2020 è però stato condannato per bancarotta fraudolenta della sua azienda, la Safin Cinematografica.

Le condizioni di Vittorio Cecchi Gori

Vittorio Cecchi Gori, imprenditore cinematografico molto importante, è stato ricoverato in terapia intensiva al Policlinico Gemelli di Roma dopo un peggioramento delle sue condizioni di salute. Cecchi Gori si trovava già nella struttura, stando a quanto riportato dall”ANSA’, per un controllo dovuto alla saturazione dell’ossigeno nel sangue ritenuta troppo bassa dai suoi medici.

Le sue condizioni, stando a quanto emergerebbe dalle poche informazioni che trapelano, sarebbero molto serie. Il quadro clinico dell’uomo, 81 anni, non era buono nemmeno prima del ricovero della mattina del 14 febbraio.

Nel 2017 aveva avuto un’ischemia cerebrale che lo aveva mandato in coma. Nel 2022 aveva contratto il Covid-19 ed era nuovamente finito in ospedale per complicazioni delle condizioni dei suoi polmoni. In un’intervista nel 2023 aveva ammesso che la sua salute era molto peggiorata negli ultimi anni, passati peraltro agli arresti domiciliari per il caso del fallimento della sua azienda, la Sefin Cinematografica.

Cecchi Gori imprenditore, dal cinema alla Fiorentina

Vittorio Cecchi Gori ha contribuito, continuando l’attività del padre, allo sviluppo del cinema italiano nella seconda metà del secolo scorso. Produsse insieme al padre il film Il Postino, che ottenne una candidatura agli Oscar e il premio BAFTA per miglior film. Produce anche La Vita è Bella, con Roberto Benigni, che vinse tre Oscar.

Tra il 1994 e il 1995 tenta di inserirsi anche nel mercato televisivo italiano, dominato dalle reti pubbliche della Rai e da quelle di Mediaset. Acquista le reti Videomusic e Telemontecarlo, oltre a entrare nella società satellitare Telepiù. Di queste, l’impresa che riscontrerà il maggior successo è la seconda. Telemontecarlo diventerà infatti nel 2001 La7.

Fu anche presidente della squadra di calcio della Fiorentina, con la quale tra il 1996 e il 2002 vinse due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana. Da qui cominceranno, nel 2002, i suoi problemi giudiziari: verrà infatti condannato per il fallimento della società viola, che comportò la retrocessione nelle serie minori della squadra.

Seguono una serie di arresti negli anni successivi, sempre per bancarotta fraudolenta, per aziende legate alla sua attività di imprenditore cinematografico. Finiscono nel mirino degli investigatori la Fin.Ma.Vi, la New Fair Film, la Adriano Entertainment e la Vip 1997.

L’ultimo di questi procedimenti si svolge nel 2020, quando Vittorio Cecchi Gori viene arrestato per la bancarotta della Safin Cinematografica e poi condannato a 5 anni e 6 mesi. In tutto, per i reati per cui è arrivato a sentenza definitiva, gli rimarrebbero oltre 8 anni di carcere. Le sue condizioni di salute, il sovraffollamento delle carceri italiane e l’emergenza per la pandemia convincono la magistratura a convertire la pena nella misura alternativa della detenzione domiciliare.