Caos voli, una compagnia ha deciso di tagliarne 10 mila

Un’estate all’insegna di voli cancellati e aeroporti nel caos, con viaggiatori costretti a rivedere i propri piani e il personale sopraffatto dalle richieste

Un’estate all’insegna di voli cancellati e caos negli aeroporti, con i viaggiatori costretti a riorganizzarsi all’ultimo momento e a rivedere i propri piani, mentre il poco personale rimasto viene sopraffatto dalle richieste. Come se non bastasse, le compagnie aeree non sanno dire quanto durerà questa situazione, al contrario, c’è persino chi ha annunciato di avere in programma il taglio di altri 10 mila voli entro ottobre.

Una compagnia annuncia il taglio di 10.300 voli a partire da questa estate

Se fossero solo un centinaio di voli sarebbe già un problema. Lo abbiamo visto già in questi giorni cosa succede in un aeroporto quando diverse delle rotte programmate in giornata non vengono garantite. E la situazione, purtroppo, non è destinata a migliorare.

Tra le compagnie che non sono in grado di assicurare le partenze per carenza di personale (cosa sta succedendo ve lo abbiamo spiegato qui), a fare più scalpore è in queste ore la British Airways, che ha dichiarato mercoledì 6 luglio di stare eliminando altri 10.300 voli, già programmati tra agosto e la fine di ottobre.

“La decisione, hanno affermato i portavoce della società, è stata presa per tutelare i voli più popolari, scelti per lo più per le vacanze. In questo modo, hanno poi spiegato, si potrà spostare il personale rimasto garantendo il 13% delle partenze più richieste in estate e programmate da qui a ottobre. Chi inoltre vedrà il proprio volo cancellato o annullato avrà la possibilità di riprenotare con tariffe vantaggiose. Sull’assistenza clienti in loco, invece, British Airways ha detto chiaramente di non poter garantire, perché molti addetti ai lavori che hanno deciso di scioperare nelle prossime settimane sono impiegati al check in o nei corner in aeroporto.

Sciopero aeroporti, agitazioni anche in Italia: cosa chiedono i lavoratori

Il caso inglese di British Airways non è isolato. Gli scioperi hanno coinvolto infatti in queste settimane anche gli aeroporti italiani, con proteste e blocchi che si sono intensificati col passare del tempo.

Dopo il maxi stop di giugno, i sindacati che rappresentano il personale delle compagnie aeree hanno affermato che lo sciopero è stato indetto per “l’impossibilità di avviare una discussione sui problemi che affliggono l’equipaggio da mesi”.

Tra le richieste avanzate:

  • contratti in linea con il salario minimo previsto dalla legge (qui le soglie minime previste in Italia);
  • cibo e acqua per gli equipaggi, che spesso non riescono a scendere dall’aereo per 14 ore consecutive;
  • la cancellazione dei tagli salariali introdotti durante l’emergenza Covid per far fronte al periodo di crisi che ormai molti considerano ampiamente superato.

Se non ci ascolteranno, non esiteremo a indire ulteriori azioni di protesta a partire dal mese di luglio”, hanno poi avvertito i rappresentanti dei lavoratori.

In ogni caso, prima di partire per l’aeroporto, si consiglia ai passeggeri che viaggiano nelle prossime settimane di contattare la propria compagnia aerea per aggiornamenti.

Qualora dovessero verificarsi ritardi e/o cancellazioni, i diritti di tutti i passeggeri sono tutelati dal regolamento UE EC 261 (qui vi abbiamo spiegato come funziona il rimborso). Ciò si applica a qualsiasi passeggero aereo che voli all’interno della zona UE/Schengen, in arrivo nella zona UE/Schengen da un paese extra UE tramite una compagnia aerea con sede nell’UE (tutte le compagnie aeree coinvolte nello sciopero hanno sede nell’UE) o in partenza dalla zona UE/Schengen.