Incendi in Sardegna, case evacuate e gravi danni: la situazione

I roghi più gravi nelle province di Nuoro e Cagliari, con 42 incendi stanno assediando la regione: ecco cosa sta succedendo in queste ore

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Nella regione orientale e nel Sud Sardegna, la situazione degli incendi rimane critica anche oggi. Il vento maestrale, che ha alimentato diversi roghi in tutta l’area ieri, causando evacuazioni forzate, danneggiando aziende agricole e distruggendo un campeggio, continua a soffiare senza dare tregua. Il rapporto della Protezione Civile ha confermato il livello di allerta rossa come lo scorso giorno.

Le condizioni ambientali sono così delicate che una volta che l’incendio si innesca, si propaga rapidamente, raggiungendo dimensioni considerevoli se non viene affrontato tempestivamente. Anche se le risorse della forza aerea statale e della flotta aerea regionale sono state impiegate, come dimostrato dal loro intervento ieri, in particolare presso la zona del Poetto di Quartu Sant’Elena, le fiamme sono riuscite persino a estendersi attraverso una strada a quattro corsie. Durante le operazioni di spegnimento del campeggio evacuato, che è stato poi ridotto in cenere, un vigile del fuoco ha riportato delle ferite. Complessivamente, gli incendi hanno devastato centinaia di ettari di territorio isolano nella giornata di ieri.

Preoccupano le condizioni meteo

Dal settentrione al meridione, l’isola è stretta nella morsa delle fiamme, con un totale di 42 incendi che si sono propagati su tutta l’estensione territoriale regionale. Di questi, ben 12 sono di dimensioni considerevoli e richiedono l’intervento del Corpo forestale, che ha mobilitato non solo squadre a terra, ma anche mezzi aerei provenienti dal servizio aereo antincendio regionale. Il rogo di maggior portata è quello che ha avuto origine a Posada, nella località “Abba Ia”, diffondendosi rapidamente verso Siniscola.

Nell’area di Posada, tra Monte Longu e San Giovanni, sono state evacuate complessivamente 600 persone. Le fiamme hanno raggiunto queste località, causando un oscuramento del cielo a causa delle dimensioni gigantesche dell’incendio che si è sviluppato tra Posada e Siniscola, sulla costa nord-orientale della Sardegna. La strada statale SS 131 “Diramazione Centrale Nuorese” è temporaneamente chiusa dal chilometro 92 al chilometro 145, tra Siniscola e Olbia, a causa della situazione. Per fronteggiare l’emergenza, sono state impiegate tre aerei Canadair, elicotteri appartenenti alla flotta regionale e personale a terra dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile, che sono impegnati da diverse ore nel tentativo di contenere l’incendio. Tuttavia, le operazioni sono ostacolate dal vento di maestrale che soffia con forza sull’intera isola.

Sul luogo dell’incendio, il Comando Provinciale di Nuoro dei Vigili del Fuoco ha dispiegato sei squadre composte da 30 uomini e 12 mezzi per contribuire agli sforzi di contrasto alle fiamme, con il rischio che rilascino sostanze nocive nell’aria.

Disagi a Castiadas e Capoterra, in Ogliastra e sui Sette Fratelli

Più a sud, un altro incendio ha colpito la zona del Parco dei Sette Fratelli, costringendo all’evacuazione temporanea di due aziende agricole nelle campagne di Muravera come misura precauzionale. In questa situazione, le autorità hanno messo in atto l’uso di un elicottero e un aereo Canadair per combattere le fiamme. Un secondo incendio è stato segnalato nella zona di Santa Rosa, a Capoterra, dove il Corpo forestale sta operando con il supporto di un elicottero.

Un altro fronte critico è quello di Gairo, situato nell’area dell’Ogliastra. Qui, è stato necessario l’intervento dei mezzi aerei per contenere l’espansione delle fiamme. Nelle ultime ore, sono stati segnalati incendi anche a Santadi, Sadali, Quartu, Assemini, San Sperate e Villamassargia. A San Giovanni Suergiu è stata effettuata un’evacuazione precauzionale di un ristorante.

A Castiadas, l’incendio sta consumando la campagna fin dal primo pomeriggio. Le fiamme sono chiaramente visibili anche dalla spiaggia, come testimonia la foto catturata ad Albaruja.

Fiamme anche a Quartu

Dopo l’ampio incendio a Posada, un’altra vasta inferno è divampato lungo la costa della Sardegna, precisamente sulla spiaggia del Poetto a Quartu Sant’Elena (Cagliari). Le fiamme hanno avuto origine nella zona di via Fiume a Quartu Sant’Elena, all’interno della Città Metropolitana di Cagliari. Dopo aver attraversato il parco di Molentargius, l’incendio ha raggiunto la spiaggia del Poetto. A titolo precauzionale, è stata effettuata l’evacuazione del ristorante McDonald’s.

Un altro incendio si è sviluppato nella stessa area di Quartu, nella provincia di Cagliari, all’interno dell’ex camping Tamarix. Questo rogo potrebbe non essere direttamente collegato a quello che è scoppiato nel pomeriggio nel canneto vicino a via Fiume, ma tale aspetto necessita ancora di conferma. L’area ospita diverse roulotte, di solito utilizzate soprattutto nei fine settimana, ed è stata evacuata. Inoltre, si è verificata la detonazione di alcune bombole del gas. In via precauzionale, agli abitanti delle prime ville della zona del Margine Rosso è stato chiesto di abbandonare le loro case, in attesa delle operazioni di spegnimento. Le fiamme hanno rappresentato una minaccia anche per numerose ville situate lungo la costa, portando a una situazione di pericolo imminente.

I danni all’agricoltura

Centinaia di ettari di terreno sono andati a fuoco a causa degli incendi che hanno devastato aziende agricole e allevamenti con foraggi e piante di agrumi bruciati. Ingentissimi anche i danni ai mezzi agricoli e agli impianti di irrigazione, elettrici e pompaggio. L’analisi della Coldiretti è impietoso.

Le fiamme sono favorite dal clima anomalo con alte temperature, ma a preoccupare sono la disattenzione e l’azione dei piromani, con il 60% degli incendi che si stima sia causato in Italia volontariamente. Ci vorranno anni – precisa la Coldiretti – prima che le piante da frutto distrutte possano tornare a produrre con danni ambientali ed economici per le aziende.

Nella lotta agli incendi è determinante la velocità di azione e sono proprio gli agricoltori sul territorio che costituiscono – spiega la Coldiretti – una rete naturale e diffusa di sorveglianza, senza la quale il conto delle devastazioni sarebbe molto più pesante, ma che li espone anche a gravi rischi, specie in una situazione dove la siccità e le alte temperature favoriscono l’espandersi rapido delle fiamme.

“Ancora non conosciamo esattamente l’estensione dei territori interessati e, soprattutto, l’ammontare dei danni, ma fin da oggi ci mettiamo a disposizione delle autorità e delle istituzioni, con le nostre imprese associate e le nostre strutture associative sparse nei territori, per iniziare una mappatura dei danni e dei disagi che imprese e cittadini dai roghi potrebbero aver subìto direttamente, o indirettamente”, chiedono Maria Amelia Lai, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, e il segretario regionale Daniele Serra. “Questi potranno servire per fornire numeri utili e certi e, soprattutto, accelerare la fase di ricostruzione per coordinare al meglio le varie fasi”.

Verrà chiesto all’Ebas, l’Ente Bilaterale per l’Artigianato della Sardegna, che si mobiliti per riconoscere un aiuto alle imprese iscritte che abbiano subito danni. “Ancora una volta ci troviamo a piangere un territorio devastato dalla malvagità umana e a contare la distruzione di territori, abitazioni e imprese”, commentano Lai e Serra. “Ai delinquenti che hanno appiccato il fuoco, va il nostro massimo disprezzo unito alla speranza che questi individui possano essere presto individuati ed esemplarmente condannati”.