Palermo brucia: famiglie evacuate e scuole chiuse

Vigili del fuoco impegnati per spegnere un incendio che va da Partinico a Cefalù

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

La notte scorsa è stata incredibilmente impegnativa per i vigili del fuoco di Palermo. Il vento di scirocco, soffiando con ferocia, ha alimentato in modo significativo gli incendi che hanno divampato in tutta la provincia. Dall’inizio della serata alle prime luci dell’alba, si sono susseguiti più di 40 interventi per domare le fiamme che si propagavano rapidamente attraverso la vegetazione e gli sterpagli.

Nel cuore del capoluogo, nella zona di Brancaccio, tra le vie Fichidindia e San Ciro, la notte è stata segnata da una crescente apprensione. Molti residenti sono stati costretti ad abbandonare le proprie case, mentre alcuni hanno cercato rifugio sui tetti, cercando disperatamente di sfuggire al pericolo che si avvicinava. Per precauzione e per evitare una tragedia simile a quella dell’anno scorso, trenta famiglie sono state evacuate, con l’incubo degli incendi di luglio ancora fresco nella memoria collettiva.

Nella città di Madonie, a Gratteri, le scuole hanno dovuto chiudere a causa dell’ennesima emergenza legata agli incendi. Il sindaco Giuseppe Muffoletto ha preso questa difficile decisione, invitando i cittadini a prendere misure di sicurezza e cautela per proteggere le loro vite e le loro case dall’avanzare delle fiamme. In un momento così critico, la comunità è chiamata a unirsi per proteggere il prezioso patrimonio naturale della Sicilia e garantire la sicurezza di tutti.

Gli incendi esplosi nella giornata di oggi

Anche oggi la Protezione Civile ha emesso un’allerta rossa per le province siciliane di Messina, Palermo e Trapani, mentre le altre sei province sono in allerta arancione. Questo ennesimo avviso meteo ha destato preoccupazione in tutta la regione, data la persistente minaccia degli incendi che continuano a colpire il territorio.

Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha dimostrato la sua preoccupazione e impegno visitando la sala operativa del Corpo Forestale. Qui, ha monitorato attentamente l’andamento della situazione degli incendi in tempo reale, cercando di comprendere l’entità e la pericolosità delle fiamme che hanno nuovamente messo a dura prova la Sicilia.

In una nota ufficiale rilasciata dalla Regione, il governatore Schifani ha voluto esprimere la sua profonda gratitudine e sostegno a tutti coloro che stanno lavorando instancabilmente in queste difficili circostanze. Ha sottolineato l’importanza dell’unità e della collaborazione di fronte a una minaccia così grave, ribadendo l’attenzione delle istituzioni regionali e la solidarietà verso la popolazione colpita da queste emergenze ripetute.

Le testimonianze dei residenti

Nella stessa giornata, nella zona di via San Ciro a Brancaccio, si è verificato un altro incendio. Il vento di scirocco ha riaccceso le fiamme che erano rimaste nascoste sotto la vegetazione circostante. Squadre di vigili del fuoco sono intervenute per domare le fiamme, ma anche i residenti hanno collaborato attivamente nel tentativo di spegnere l’incendio. Utilizzando pompe per irrigare i giardini, cercano disperatamente di bagnare ogni possibile punto di combustione per proteggere le loro case e le loro comunità.

«Il Comune deve pulire le erbacce che crescono nelle strade e nei terreni di sua competenza – racconta un residente – Non possono venire a Brancaccio e pulire solo quando ci sono le commemorazioni di Don Pino Puglisi. Le periferie sono abbandonate. Non ce l’ho con il sindaco che ha trovato una situazione drammatica. Ma servono interventi costanti e duraturi. Anche sulle strade. Vengono a rattoppare le buche con l’asfalto freddo. Dopo una settimana le buche si sono riformate e si va avanti così e noi distruggiamo le auto e rischiamo a causa della mancata pulizia delle strada di perdere la casa».

La discarica di Bellolampo ancora a fuoco

L’incendio presso la discarica di Bellolampo è stato motivo di ulteriore preoccupazione. Una densa colonna di fumo nero si è innalzata sopra la città, oscurando il cielo nei quartieri limitrofi all’impianto destinato allo smaltimento dei rifiuti. Secondo quanto riportato dalla Rap, l’azienda responsabile dei servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti, l’incendio è stato scatenato inizialmente accanto all’impianto di trattamento meccanico biologico, in una zona della discarica che era momentaneamente fuori uso. Qui, erano state accumulate delle ramaglie in attesa di essere triturate.

L’azienda ha reagito prontamente mobilitando i suoi addetti e utilizzando i mezzi dedicati alle procedure antincendio per fronteggiare la situazione. Fortunatamente, grazie all’efficace intervento delle squadre, le fiamme sono state contenute e poi domate nel corso del pomeriggio. La risposta tempestiva delle autorità e dell’azienda ha contribuito a evitare che l’incendio assumesse dimensioni ancora più gravi, tutelando così la salute e l’ambiente circostante.

Nel frattempo, un lungo fronte di fuoco continua a diffondersi alimentato dal vento di scirocco, estendendosi da Gratteri fino alle porte di Cefalù. L’incendio ha avuto origine dalle montagne circostanti Gibilmanna e si è propagato in una zona che era già stata gravemente colpita dagli incendi durante l’estate. Le fiamme hanno raggiunto la contrada di Rapputi, creando una situazione estremamente complicata, come dichiarato dal vice sindaco di Cefalù, Rosario Lapunzina. Anche un Canadair inviato nella mattinata ha dovuto interrompere le operazioni a causa del forte vento.

Botta e risposta tra il vescovo di Cefalù e Schifani

Il vescovo di Cefalù, Giuseppe Marciante, ha espresso la sua preoccupazione e solidarietà nei confronti degli abitanti di Gratteri, sottolineando la grave situazione ambientale causata dai danni degli incendi. Ha anche fatto appello per un’azione di protesta generale contro l‘inerzia dei vari governi regionali. Ha sottolineato che la Sicilia sta affrontando una crescente desertificazione, accentuata dalla combinazione di incendi e calo demografico, rendendo la situazione insostenibile.

La replica di Renato Schifani è stata decisa e chiara: “Stupiscono le parole del vescovo di Cefalù, che rischiano solo di alimentare proteste e fomentare la sommossa popolare.” Ha espresso comprensione e condivisione per la rabbia e l’indignazione provocate da questo ennesimo disastro per il territorio e le comunità siciliane. Tuttavia, ha ritenuto ingiustificati gli attacchi al governo regionale, sottolineando che fin dall’insediamento, il governo ha lavorato e continua a lavorare per risolvere in modo strutturale i problemi della Sicilia, tra cui gli incendi. Ha evidenziato l’impegno strategico per la tutela del territorio e la prevenzione degli incendi.

Schifani ha poi richiamato alla memoria il duro prezzo pagato in termini di vite umane nel contrasto ai roghi, spesso causati da criminali senza scrupoli. Ha sottolineato che tutte le istituzioni dovrebbero unire le forze per promuovere una trasformazione culturale basata sulla cura e sul rispetto dell’ambiente naturale.