Più incendi in Italia e Ue ma pochi Canadair, quanto costerà spegnere le fiamme nel 2024

L'Europa ha cercato l'accordo per aumentare i mezzi Canadair contro gli incendi, ma la produzione è in ritardo

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

L’estate 2023, con le sue temperature da record e gli eventi estremi numerosi, ha insegnato a non sottovalutare la prevenzione per il rischio incendi. Dopo una stagione negativa, l’Europa e l’Italia si sono impegnate per incrementare la flotta di mezzi Canadair da utilizzare durante le emergenze. Non è da sottovalutare la realtà che si nasconde dietro i Canadair, ovvero che sono prodotti da una società in regime di monopolio. Per questo il numero di mezzi sono limitati e spesso vengono dati in affitto per gli interventi più urgenti. Il costo però non è irrisorio, soprattutto con un numero di richieste di soccorso aereo in continua crescita per colpa di incendi sempre più virulenti.

Quanto costa spegnere le fiamme è quindi un problema europeo e sempre più urgente, soprattutto alla luce di un inverno caldo e che preannuncia uno scenario di siccità e alto rischio di roghi. Il problema è che da accordi i nuovi Canadair inizieranno ad arrivare solo dal 2027 in poi.

Incendi sempre più grandi e violenti in Italia e in Europa: le cause

La relazione della Commissione sugli incendi boschivi in Europa, Medio Oriente e Nord Africa del 2023 ha riepilogato il numero di ettari verdi persi a causa degli eventi. Nel 2023 il dato supera due volte la superficie del Lussemburgo, ovvero oltre mezzo milione di ettari. La relazione ha riscontrato un intensificarsi degli incendi, in particolare nella regione mediterranea e più nello specifico in Grecia. A preoccupare sono i dati che mostrano come gli incendi boschivi siano in aumento anche in zone che in passato non erano considerate a rischio e non lo erano perché la vegetazione era caratterizzata da foglie dure e spesse e capaci di sopravvivere a periodi lunghi di siccità.

I dati preliminari dei primi tre mesi del 2024 non sono migliori e mostrano quasi il doppio del numero medio di incendi. L’emergenza incendi non è quindi più un’emergenza e questo perché si ripete ogni anno, con un picco importante verso luglio (ormai quasi ogni mese segna il record come il più caldo di sempre). Luca Tonarelli, direttore tecnico del Centro di addestramento antincendi boschivi della regione Toscana, ha spiegato in passato che il principale problema in Italia è il metodo di approccio alla crisi. Infatti si preferisce la “lotta attiva” invece che la prevenzione. Legambiente, nel rapporto L’Italia in fumo, ha denunciato proprio la mancanza di pianificazione a fronte dei cambiamenti climatici che portano gli incendi a crescere per numero e intensità.

Anche da un punto di vista strettamente legato alla lotta agli incendi, quindi allo spegnimento delle fiamme, l’Italia ha pochi mezzi.

Quanti Canadair ci sono in Italia?

Lo scorso anno è scoppiata la polemica in merito al numero dei mezzi Canadair presenti in Italia e in Europa. Nello Musumeci, ministro per la Protezione civile, erano intervenuto lo scorso gennaio al seminario di Lisbona per denunciare la difficoltà dell’Ue nel potenziare la flotta aerea antincendio per via del monopolio nella produzione dell’azienda Canadair.

Al momento l’Italia conta sull’operato di 19 Canadair in dotazione ai Vigili del Fuoco, dell’unica azienda che li produce, ovvero la canadese Viking Air Limited. I mezzi, a fronte dell’aumento degli incendi e della loro pericolosità (diversi Canadair si sono schiantati negli ultimi anni) non bastano. L’Europa ha quindi messo a punto un sistema di aiuto reciproco tra Paesi, ma non è certo una soluzione. Per questo è stato trovato un accordo per potenziare la capacità di risposta Ue e sviluppare una flotta permanente di Canadair.

I nuovi mezzi però non entreranno in funzione prima del 2027 e non tutti insieme (23 nuovi velivoli). Tra limiti di produzione e ritardi, i mezzi potrebbero arrivare entro il 2030, forse troppo tardi per rispondere ai vasti incendi che il 2024 preannuncia.

Quanto costa un Canadair? La spesa per ogni incendio

Nel frattempo il costo di un Canadair è alto non solo per la sua gestione e messa in campo, ma anche per tutte le volte che non può intervenire. Spegnere un incendio ha un costo elevato. Si va dai 15mila euro l’ora di un Canadair, ai 10mila l’ora per un Erickson, fino ai 2mila per un Aib regionale.

Un esempio di quanto costa spegnere un incendio lo ha dato il direttore delle operazioni di spegnimento dell’incendio nel Parco dell’Alto Garda nell’agosto 2018. In quell’occasione Francesco Morzenti ha chiarito che per mettere in sicurezza l’aerea di 80 ettari di parco sono stati spesi 4 milioni di euro. Il costo prevede tanto la logistica, il carburante, l’attrezzatura, quando assicurazioni, visite mediche e il recupero delle attrezzature (che in questi casi vanno spesso distrutte).

Si può quindi immaginare un costo medio per ogni incendio di grandi dimensioni che varia da 1 a 4 milioni di euro, prendendo l’esempio del Parco dell’Alto Garda come l’operazione più costosa. Spegnere incendi non è economico e, di fronte a un’altra calda estate da record, l’assenza di prevenzione per gli incendi pesa sulle tasche degli italiani.