Regolamento imballaggi: dal Parlamento Ue arriva il primo via libera

Approvato il 22 novembre, il nuovo Regolamento europeo sugli imballaggi (Ppwr) introduce nuovi divieti sul packaging monouso e impone target di riutilizzo

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Il Parlamento europeo ha dato il suo consenso al regolamento che disciplina la gestione dei rifiuti da imballaggio. La votazione in plenaria, avvenuta il 22 novembre, ha confermato il testo già approvato dalla commissione ambiente (Envi) il mese scorso. Il documento prevede delle norme meno severe di quelle proposte inizialmente dalla Commissione europea, grazie agli emendamenti presentati dai principali gruppi politici. Ora spetta al Consiglio Ue esprimere la sua posizione negoziale sul provvedimento, in vista del trilogo previsto per il 18 dicembre.

Italia contro la proposta Ue sui rifiuti da imballaggio

La proposta di regolamento si propone di vietare le confezioni monouso, promuovendo il riuso rispetto al riciclo e stabilendo requisiti per l’intero ciclo di vita dell’imballaggio, dalla materia prima allo smaltimento finale. Tuttavia, gli obiettivi sul riuso sono stati oggetto di critiche da parte dell’Italia, che vantando un elevato tasso di riciclo della plastica e oltre, vede la normativa Ue come una minaccia al suo modello vincente. Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha dichiarato che la normativa Ue sembra orientarsi “verso un sistema che non valorizza il modello vincente italiano, ma che lo mette a rischio”. Ha promesso di continuare la battaglia in tutte le sedi comunitarie per difendere una filiera innovativa che supera gli obiettivi Ue con diversi anni di anticipo, garantendo occupazione, tutela dell’ambiente e promuovendo i principi avanzati dell’economia circolare.

Meno plastica e più riutilizzo

Il Parlamento ha adottato obiettivi ambiziosi per la riduzione dei rifiuti derivanti dagli imballaggi, come indicato nel nuovo regolamento: il 5% entro il 2030, il 10% per il 2035 e il 15% entro il 2040. Inoltre, i deputati hanno delineato obiettivi specifici di riduzione per gli imballaggi in plastica, mirando al 10% entro il 2030, al 15% entro il 2035 e al 20% entro il 2040.

Tra le proposte più significative, c’è l’intenzione di vietare la vendita di sacchetti di plastica molto leggeri (inferiori a 15 micron), a meno che non siano necessari per motivi igienici o forniti come imballaggio primario per alimenti sfusi, con l’obiettivo di ridurre lo spreco alimentare.

Inoltre, i deputati hanno espresso la volontà di limitare drasticamente l’uso di alcuni formati di imballaggio monouso, come le confezioni in miniatura degli hotel per i prodotti da toilette e le pellicole termoretraibili per le valigie negli aeroporti.

Con uno sguardo attento alla salute pubblica, i deputati stanno chiedendo il divieto dell’uso delle cosiddette “sostanze chimiche per sempre“, come le sostanze alchiliche per- e polifluorurate o PFAS, aggiunte intenzionalmente negli imballaggi, insieme al bisfenolo A negli imballaggi a contatto con gli alimenti. Queste nuove proposte rappresentano un passo significativo verso normative più rigorose per garantire una gestione sostenibile degli imballaggi e la sicurezza alimentare.

Dall’elenco dei divieti emerge un cambiamento significativo, con l’esclusione di piatti e tazze usa e getta dei ristoranti, imballaggi monouso per frutta e verdura fresca (con un limite inferiore di 1,5 chilogrammi in origine, ridotto a un chilo nel testo proveniente dalla Commissione), salse, bustine di zucchero e altre bustine monouso.

Diritto al riutilizzo per i consumatori

Nel testo adottato, i deputati europei hanno fornito chiarezza sui requisiti per il riutilizzo o la ricarica degli imballaggi. In particolare, si è sottolineato che i distributori finali di bevande e cibi da asporto nel settore della ristorazione, che include hotel, ristoranti e bar, sono incoraggiati a offrire ai consumatori la possibilità di portare e utilizzare il proprio contenitore. Questa iniziativa mira a promuovere pratiche sostenibili e ridurre l’impatto ambientale legato all’uso e allo smaltimento degli imballaggi nel contesto della ristorazione.

Sostenibilità e raccolta differenziata

Nel quadro delle recenti decisioni legislative, i deputati europei hanno stabilito che tutti gli imballaggi devono essere riciclabili e rispondere a rigorosi criteri, i quali saranno dettagliati attraverso la legislazione secondaria. Il testo include anche alcune eccezioni temporanee, come nel caso degli imballaggi alimentari in legno e cera (AM 392).

Inoltre, i deputati hanno espresso l’auspicio che i Paesi dell’Unione Europea adottino misure concrete per garantire una raccolta differenziata del 90% dei materiali presenti negli imballaggi (plastica, legno, metalli ferrosi, alluminio, vetro, carta e cartone) entro il 2029. Queste nuove linee guida riflettono un impegno significativo verso pratiche più sostenibili e una gestione responsabile degli imballaggi nell’UE.

Un passo avanti per la salute, un passo indietro per l’economia circolare

La relatrice Frédérique Ries (Renew, BE) ha espresso la sua soddisfazione per il voto del Parlamento europeo sul regolamento sui rifiuti da imballaggio. Il testo approvato prevede il divieto degli inquinanti “per sempre” negli imballaggi alimentari, per tutelare la salute dei cittadini europei, in seguito agli episodi di contaminazione delle acque da sostanze chimiche PFAS. Il testo fissa anche degli obiettivi più ambiziosi di riduzione dei rifiuti per gli imballaggi in plastica, per contrastare il problema della plastica nell’ambiente. La relatrice ha però lamentato la mancanza di misure sufficienti per promuovere l’economia circolare e la prevenzione dei rifiuti. Ha sottolineato che le 3R (Ridurre, Riutilizzare, Riciclare) non sono state tutte rispettate e che gli imballaggi monouso sono ancora troppo diffusi.

Obiettivi di prevenzione indeboliti

Il testo approvato, nonostante contenga gli obiettivi ambiziosi di prevenzione dei rifiuti (5% entro il 2030, 10% entro il 2035 e 15% entro il 2040), presenta lacune sostanziali nei meccanismi necessari per raggiungere tali traguardi.

Un esempio significativo riguarda il riuso, dove “una delle principali deroghe agli obiettivi di riutilizzo prevede che se uno Stato membro possa essere esentato dai target di riutilizzo di determinati imballaggi, qualora dichiari di aver raggiunto un tasso di riciclo superiore all’85% per quel tipo di packaging specifico”, come spiega Aline Maigret, responsabile Politiche della ONG Zero Waste Europe. La critica si concentra sulla mancanza di strumenti efficaci nel testo per garantire il progresso verso una gestione più sostenibile degli imballaggi.