Class action contro Ferrari e Bosch negli Usa: freni difettosi

Il tribunale di San Diego dovrà deliberare in merito al caso "Nechev contro Ferrari North America Inc": secondo il querelante, Ferrari sarebbe stata informata in merito a una problematica ai freni ma non avrebbe fatto abbastanza per risolverla

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Una class action contro Ferrari è stata indetta negli Stati Uniti: l’azienda del cavallino rampante viene accusata di non avere risolto un “pericoloso difetto relativo alla sicurezza” dei freni di alcune delle sue vetture nonostante l’emissione di molteplici richiami.

Denuncia contro Ferrari in California

Secondo l’accusa, Ferrari avrebbe avuto contezza della problematica ai freni e i richiami non sarebbero stati altro che una sorta di misure “correttive provvisorie” che avrebbero lasciato migliaia di possessori di Ferrari alla guida di veicoli non sicuri. La class action è stata depositata lunedì 18 marzo presso il tribunale federale di San Diego in California.

Iliya Nechev sostiene che la sua Ferrari 458 Italia del 2010, acquistata nel 2020, avrebbe manifestato “problemi ai freni” fin dal primo giorno e “avrebbe sperimentato una perdita parziale o totale della capacità frenante”. Secondo quanto messo nero su bianco nella denuncia, “in un’occasione il querelante stava guidando lungo una strada in discesa a circa 50 miglia all’ora e mentre si preparava a svoltare a destra a 90 gradi, il querelante ha premuto i freni”, ma l’auto non rallentava dal momento che il pedale era duro. Data la mancanza di pressione sui freni, Iliya Nechev specifica di essersela cavata scalando le marce per diminuire la velocità. Nechev si è poi recato presso il concessionario che gli ha venduto la Ferrari, ma il commerciante di auto di lusso gli ha risposto che quel tipo di problema era del tutto “normale”.

Richiami Ferrari nel mondo

In un richiamo volontario avviato nell’ottobre 2021, Ferrari North America avrebbe identificato un problema di perdita al liquido dei freni che avrebbe potenzialmente potuto compromettere la capacità di frenata. Secondo quanto viene scritto nella denuncia, un richiamo più ampio è stato messo in atto da Ferrari nel 2022 e ha coinvolto veicoli in Germania, Cina e Giappone.

La denuncia cita anche Robert Bosch GmbH, in qualità di produttore delle parti difettose. La multinazionale tedesca Robert Bosch GmbH produce componenti per autovetture e ha partnership con gran parte delle case automobilistiche mondiali.

A Ferrari viene contestato di non aver informato i clienti dell’entità completa del difetto ai freni, che Nechev sostiene potrebbe essere risolto solo sostituendo il cilindro principale. Secondo la denuncia, Ferrari avrebbe invece continuato “a vendere, o beneficiare dalla vendita, di migliaia di auto contenenti questo difetto potenzialmente letale”.

Nechev contro Ferrari North America Inc

Il primo punto fondamentale sul quale sarà chiamato a decidere il tribunale di San Diego nel caso “Nechev contro Ferrari North America Inc” riguarda lo stato della famosa Ferrari 458 Italia oggetto del contendere. Quel tipo di vettura è stata in produzione dal 2009 al 2015. Nechev ha acquistato una Ferrari del 2010 nel 2020. Il primo nodo da sciogliere è cercare di capire le condizioni di quella vettura vecchia di 10 anni. In caso fosse stata venduta senza le opportune revisioni, la furia di Nechev potrebbe venire dirottata sul concessionario.

Il secondo punto al vaglio del tribunale riguarderà i ritiri delle vetture Ferrari in America e nel mondo. I richiami di automobili avvengono sporadicamente: ad esempio Tesla ha ritirato oltre 2 milioni di auto di recente, dopo un precedente richiamo. E Hyundai e Kia hanno ritirato 3,4 milioni di veicoli nel 2023. Nel caso in questione, l’accusa dovrà dimostrare che i ritiri fossero correlati a un effettivo problema ai freni già noto a Ferrari.