AstraZeneca, ricavi raddoppiati: dal ritiro del vaccino a 80 miliardi di dollari

Il futuro di AstraZeneca è più roseo che mai: ecco la strategia nel dettaglio per raddoppiare i ricavi in pochi anni

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Su scala internazionale il sentimento dei cittadini nei confronti di AstraZeneca non è di certo dei migliori. L’azienda è divenuta simbolo della pandemia da Covid e non soltanto della lotta alla stessa.

Tante sono le polemiche annesse al vaccino AstraZeneca, e non solo, e i recenti risvolti legali non hanno fatto che peggiorare la situazione. Esiste però una chiara differenza tra quella che è la percezione generale del popolo e le condizioni effettive di una società. Questa, nello specifico, è decisamente in salute, come spiegato dall’Ad Soriot, al punto da prevedere un raddoppio dei ricavi.

Il fatturato di AstraZeneca

Il poco apprezzamento che i cittadini evidenziano nei confronti di AstraZeneca non ha un impatto sulle finanze societarie. Questo è evidente. La situazione potrebbe essere un po’ diversa in futuro, quando ci ritroveremo a confrontarci con un altro caso sanitario su scala globale, come suggeriscono i virologi.

Il fronte “no vax” per allora potrebbe essersi ingigantito, inglobando tanti che hanno accettato il siero, con ovvia mancanza d’entusiasmo, per il bene comune. Di questo non si preoccupa oggi l’Ad Soriot, che ha spiegato come nel 2023 i ricavi siano stati di 45,8 miliardi di dollari. Ne ha parlato nei laboratori di Cambridge agli investitori e analisti presenti, spiegando come entro il 2030 si miri a raddoppiare tale cifra.

Gli obiettivi primari sono i seguenti:

  • riduzione delle emissioni di CO2;
  • riduzione dei consumi di acqua;
  • mantenimento di una redditività di almeno il 30%;
  • raddoppiare i ricavi, fino a raggiungere quota 80 miliardi di dollari.

Il traguardo economico è fissato per il 2030, di certo non così distante. Ciò si realizzerà grazie a una crescita significativa di quello che è oggi il ventaglio di prodotti garantiti, tra oncologici, biofarmaceutici e rivolti al trattamento di malattie rare. Entro la fine del decennio si darà il via al lancio di 20 nuovi farmaci, così da promuovere “una crescita costante oltre il 2030”.

Mercati emergenti

Uno dei chiari obiettivi di AstraZeneca è quello di proseguire in investimenti massivi sul fronte delle nuove tecnologie e delle piattaforme trasformative: “È questo che darà forma al futuro della medicina. Manterremo il nostro impegno strategico nella ricerca e nello sviluppo, concentrandoci al contempo sulla produttività in tutta l’azienda, così da aumentare la leva operativa e raggiungere l’ambizioso margine operativo di base di circa 30 punti percentuali entro il 2026”.

Soriot ha poi spiegato nel dettaglio la strategia al di fuori dei laboratori. Nel mirino ci sono i mercati emergenti in netta crescita. La maggioranza della popolazione mondiale vive al di fuori di Stati Uniti, Europa e Giappone, ha spiegato. AstraZeneca deve dunque volgere lo sguardo altrove, considerando come soltanto il 29% dei ricavi aziendali derivi da quell’area. Ad oggi, infatti, Stati Uniti e Unione europea rappresentano il 60% delle entrate.

Nuovi mercati da esplorare e ulteriori guadagni, tentando una vera e propria espansione dei mercati. Un processo già in corso, dal momento che nel primo trimestre del 2024 i ricavi dai Paesi emergenti sono aumentati, fino a rappresentare il 40%, Cina esclusa.

“AstraZeneca annuncia una nuova era di crescita. Nel 2023 abbiamo raggiunto l’obiettivo di fatturato fissato un decennio fa. Con la crescita della nostra pipeline innovativa, con il potenziale di trasformare milioni di vite, puntiamo agli 80 miliardi di dollari entro il 2030. Abbiamo in programma il lancio di 20 nuovi farmaci, con il potenziale di ricavi superiori a 5 miliardi di dollari nell’anno di picco”.