La Serie A non attira soldi e campioni: spendono solo inglesi e sauditi

Il nuovo rapporto del CIES mostra il dominio di Premier League e arabi, ma dalla Serie A arrivano alcune sorprese

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

L’osservatorio economico del calcio CIES ha presentato, in uno dei suoi report settimanali, la spesa netta delle squadre di calcio nelle ultime cinque stagioni per l’acquisto dei calciatori. I soldi investiti nel calciomercato vengono principalmente dall’Inghilterra, dove la Premier League sta avendo da anni un ruolo sempre più importante.

L’Italia rimane in secondo piano, con soltanto Inter e Juventus tra le cosiddette grandi squadre, che risultato competitive a livello di valore generato dalla vendita e dall’acquisto di calciatori, superando il miliardo di euro nelle ultime 10 stagioni. Appena al di sotto di questa soglia c’è una squadra italiana inaspettata, che negli ultimi anni è diventata una realtà importate della Serie A: l’Atalanta.

Calciomercato: Premier League prima per volumi

Il CIES Football Observatory, centro studi che si occupa di diversi aspetti, anche economici, del calcio, ha pubblicato un report che analizza i volumi e le spese nette delle società mondiali nelle ultime 5 stagioni. I volumi sono la somma delle spese e del ricavato dal calciomercato per ogni squadra, e rendono l’idea di quanto un club sia attivo sul mercato durante le finestre in cui sono aperte le transazioni.

In questa classifica al primo posto troviamo i londinesi del Chelsea, con oltre 2,5 miliardi di euro in volume di scambi. Da tempo la società è attiva nel tentativo di rilanciarsi a livello domestico e europeo, ma questi investimenti non sembrano avere effetto sulle performance dei Blues. Al contrario, la squadra al secondo posto, il Manchester City, ha fatto fruttare gli 1,7 miliardi di volume ottenendo lo scorso anno la vittoria della Premier League, della Champions League e della FA Cup.

Seguono poi altri quattro club che non stanno raggiungendo i risultati sperati, come PSG con 1,4 miliardi, Barcellona e Manchester United con 1,3 e Juventus, prima delle italiane al sesto sposto con 1,298 miliardi tra acquisti e cessioni. Da questi dati si deduce come la Premier League inglese sia diventata il centro del calciomercato europeo e mondiale. Dei 169 club con più di 100 milioni di volume, ben 30 sono inglesi, alcuni anche di Championship, la seconda categoria.

Chi ha speso di più nel 2023: la carica dei sauditi

Analizzando i dati del CIES si può notare che lo scorso anno la classifica delle squadre che hanno speso di più nel calciomercato è stata sconvolta dall’arrivo dei club sauditi. In un tentativo di migliorare il prestigio del campionato arabo, Al-Hilal, Al-Ahli e Al-Nassr, tutte di proprietà del fondo statale PIF, hanno speso insieme 744 milioni di euro. La cifra va a sfiorare il miliardo se vi si aggiungono i 175 milioni del Newcastle, squadra inglese ma anch’essa di proprietà saudita.

Sul podio tra le europee resiste solo il PSG, con 204 milioni spesi, seguono Chelsea con 170 e Real Madrid con 153. Per trovare la prima italiana bisogna scorrere a lungo, passando squadre praticamente solo inglesi o arabe. Al 21° posto c’è il Milan, con un investimento di 50 milioni. Segue un’altra lombarda, ma non una blasonata e nemmeno una “nuova grande” come l’Atalanta. È il Monza dei Berlusconi, 25° a 41 milioni.

Ad incassare di più sono due squadre inglesi, Southampton e Wolverhampton, rispettivamente con 167 e 135 milioni di euro ricavati dal calciomercato. Terzo il Villarreal, mentre al quarto posto c’è la prima italiana, l’Atalanta. Nonostante un mercato ambizioso, i nerazzurri hanno compensato con alcune cessioni eccellenti, finendo in positivo di 80 milioni. Nona la Roma, in positivo di 62 milioni, ma ottavo c’è un’altra sorpresa dalla Serie A, l’Hellas Verona. Da due stagioni la squadra veneta è in difficoltà e si ritrova a dover vendere molti giocatori. Questo ha però comportato un bilancio positivo del mercato di 67 milioni.

Sul lungo periodo però, le squadre più abili a guadagnare dal mercato sono quelle che tradizionalmente hanno un modello di business che parte dal vivaio o dallo scouting per formare alcuni dei calciatori più forti d’Europa. Ajax e Benfica, esempi di questa strategia, negli ultimi 5 anni hanno guadagnato più di chiunque altro dal mercato, rispettivamente 354 e 349 milioni di euro. Dietro di loro altri club eredi di questa tradizione, come Lille, Sporting, PSV e una delle più recenti ad essersi ricavata questo ruolo, il RB Salisburgo.

La Serie A arranca: resistono Inter e Juventus, sorpresa Atalanta

Oltre alla Juventus, l’unica altra squadra italiana a restare tra le squadre con un volume superiore al miliardo di euro nelle ultime cinque stagioni è l’Inter. Quattordicesima, con quasi esattamente un miliardo, la società milanese ha tenuto nelle ultime stagioni un atteggiamento molto attento al bilancio. Se in 10 anni ha speso 246 milioni, negli ultimi cinque il passivo è di soli 19. Nella scorsa stagione è addirittura in positivo di due milioni.

Anche i bianconeri stanno cambiando strategia, puntando a investimenti più sostenibili rispetto al passato. Da un passivo di 449 milioni in 10 anni, il club torinese è passato a 220 milioni spesi nelle ultime 5 stagioni. Anche per la società torinese l’ultima sessione è stata in positivo, di 4 milioni.

A seguirle però non c’è nessuna delle tradizionali grandi del campionato italiano. Ventesima, con 928 milioni di volume in 5 anni, c’è l’Atalanta. La squadra bergamasca nelle ultime stagioni è riuscita a ritagliarsi un posto quasi fisso tra quelli che permettono di accedere alle competizioni europee. Questo ha permesso di mettere in mostra alcuni prodotti del vivaio e del sistema di scouting dei nerazzurri, con un conseguente aumento dei volumi. In 10 stagioni l’Atalanta ha guadagnato 233 milioni, di cui 80 soltanto nel 2023, grazie soprattutto alla cessione di Rasmus Hojlund al Manchester United.

Napoli e Milan seguono distanti, sotto i 900 milioni di volume, con modelli di spesa simili a quelli di Juventus e Inter. Un’altra sorpresa è il Sassuolo, con volumi paragonabili a quelli dei rossoneri e guadagni quinquennali che superano i 100 milioni. La Roma si mantiene più stabile per spesa, vicina al pareggio di bilancio. Atteggiamento simile a quello della Fiorentina, che prosegue da anni in una politica di attenzione ai costi, mantenendo un volume superiore ai 600 milioni e un guadagno quinquennale sopra i 30.

Questo sembra comunque il futuro di tutte le grandi squadre di Serie A. La sostenibilità economica dovrà diventare una priorità per tutte le società, che dovranno allo stesso tempo trovare un modo di competere con i club esteri con maggiori disponibilità.