Serie A, ritorno al pay-per-view? Quanto conviene

Dove guarderemo le gare di serie A nei prossimi anni? Le squadre sono divise tra chi vuole i broadcaster e chi il canale di Lega: ecco tutte le prospettive nel dettaglio

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

La questione diritti TV per la Serie A è tutt’altro che semplice, e soprattutto scontata. Allo stato attuale, al di là delle offerte reputate insoddisfacenti, c’è una problematica schieramenti da affrontare. Quella che sembrava un’ipotesi lontana, pare invece soddisfare alcune società della massima serie, come ad esempio i campioni in carica, il Napoli di Aurelio De Laurentiis. Vediamo nel dettaglio cosa sta accadendo e quali sono le possibilità per il prossimo futuro.

Sfida tra Sky e DAZN

Sembra a tutti gli effetti che da questa estenuante sfida al rialzo sia uscita definitivamente Mediaset. Si tratta della stessa decisione presa, ormai mesi fa, da Amazon. Il celebre marketplace, da tempo impegnato nel servizio streaming, continua la propria espansione nel mondo del calcio, ma passando dalle Coppe europee. Su Prime Video c’è la Champions League, infatti, con una gara a settimana in esclusiva di quelle previste delle italiane in corsa. Il tutto compreso nell’abbonamento, annuale o mensile, al costo rispettivamente di 49.90 o 4.99 euro.

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Ancora una volta, dunque, sarà un faccia a faccia tra DAZN e Sky. L’ultimo rilancio registrato ha portato a una valutazione del pacchetto serie A di ben 900 milioni di euro. Una somma che verrebbe versata ogni anno per i prossimi cinque. Una soglia per nulla casuale, considerando come per alcuni club rappresenti notoriamente il minimo per riuscire a chiudere un accordo con i broadcaster.

Da capire, però, con quale formula si procederà in tale direzione. Ad oggi, infatti, DAZN trasmette l’intera Serie A, mentre Sky vanta soltanto tre gare settimanali. La piattaforma satellitare intende tornare a offrire ai propri clienti una programmazione completa sul fronte del campionato, come già avviene, via decoder e su NOW, con la Champions, l’Europa League e la Conference.

Stando a quanto riportato da Calcioefinanza, però, l’offerta vedrebbe una riconferma dell’attuale accordo di co-esclusiva: 7+3. Sarebbe però una cifra inferiore a quella precedentemente pattuita (per un triennio e non un quinquennio, ndr), pari a 927,5 milioni a stagione. Una differenza che DAZN colmerebbe con un’opzione di revenue sharing. Una quota di ricavi andrebbe dunque alla Lega, a patto di soddisfare alcuni standard, come ad esempio una certa quota di abbonati.

Il canale di Lega prende forma

Come detto, si sono creati degli schieramenti tra i club di serie A. C’è chi è particolarmente propenso a dare spazio alla creazione di uno canale di Lega, tagliando fuori, di fatto, gli intermediari, ovvero i broadcaster. Una serie A trasmessa in casa, dunque, totalmente autogestita, grazie anche all’ausilio di fondi esteri, come di recente svelato. In merito si è espresso Danilo Iervolino, presidente della Salernitana. Uscito dall’assemblea della Lega, ha dichiarato: “La proposta dei broadcaster è molto bassa e non soddisfa me come altre squadre. Io spingo per il canale di Lega”.

Ha spiegato come si attenda la giornata di lunedì 23 ottobre, quando il tutto verrà nuovamente valutato e, in caso di ipotesi non soddisfacenti, si procederà all’apertura delle offerte dei fondi per il canale. “L’assemblea è spaccata, non tra big e piccole, ma tra chi vede un futuro roseo stando in equilibrio come oggi e chi ha il coraggio di cambiare. Mi sembra che, insieme a Fiorentina e Napoli, abbiamo espresso chiaramente il nostro pensiero favorevole per il canale”.

Nuovo canale di Lega: vecchia formula

Ma che modalità verrebbe adottata per l’ipotetico canale di Lega? Gli utenti, stando ai commenti sul web, non sarebbero contrari a prescindere. In generale, però, serpeggia una certa dubbiosità dopo gli ultimi anni. I prezzi sono infatti aumentati, a fronte di servizi non sempre eccellenti. DAZN ha aperto le porte al vero on demand, con chance di tornare indietro durante un live, riguardare infinite volte gli eventi a proprio piacimento, senza rispettare un palinsesto e così via.

Al tempo stesso, però, si sono ripetute problematiche di segnale. Il broadcaster nega proprie responsabilità e, da questo punto di vista, la situazione è migliorata rispetto agli ultimi anni. Il vero ostacolo nel rapporto con il pubblico è dato dal prezzo e dalla lotta alla condivisione degli account. La maggior parte degli utenti vorrebbe un pacchetto esclusivamente dedicato al calcio, magari con sola serie A e Coppe, ma ciò non è il caso.

Diamo dunque uno sguardo, per ora ipotetico, al canale di Lega. Questo cambierebbe il mercato in maniera radicale. Alle spalle, economicamente parlando, ci sarebbe la proposta allettante di Oaktree, che contribuirebbe con 950 milioni di euro annui al finanziamento per la costruzione dell’intera infrastruttura. Un potenziale accordo di 10 anni, per ora, con chance di rinnovo e soprattutto di aumento di capitale, a fronte di certi obiettivi raggiunti. Al di là del fronte finanziario, ovvero del dietro le quinte, cosa cambierebbe per il pubblico?

Gli spettatori si ritroverebbero a dover gestire un nuovo abbonamento? È questa la paura dilagante, dal momento che un appassionato di calcio, oggi, si ritrova circondato da differenti alternative. Volendo seguire tutte le italiane, ad esempio, ecco di cosa si ha bisogno:

  • DAZN: tutta la serie A;
  • Prime Video: 1 gara settimanale di Champions League in esclusiva;
  • Sky/NOW: tutte le gare di Champions, Europa League e Conference (tranne l’esclusiva Prime, ndr).

In questo scenario, il canale di Lega sostituirebbe DAZN, ma allora per i fan non cambierebbe di fatto nulla. Ecco perché si sta pensando all’opzione pay-per-view. Un ritorno al passato, che oggi potrebbe avere un senso. Sistema sperimentato, a turni, da Sky, Mediaset Infinity e oggi DAZN (prevalentemente incontri di lotta, ndr). In questo modo ogni tifoso potrà scegliere la gara da seguire della propria squadra, o magari acquistare un singolo pacchetto.

In questo caso, però, molto dipenderebbe dal costo singolo, dal momento che si correrebbe il rischio di pagare la tessa somma di un abbonamento odierno, ma senza avere tutte le gare. Per questo motivo si sta valutando anche una “formula ricaricabile”. In questo caso si spenderebbe soltanto per quanto visto ma, raggiunta una soglia, si potrà proseguire a vedere senza ulteriori addebiti.

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