Licenziamento tata, Lautaro condannato: quanto deve pagare

Il Tribunale di Milano, sezione lavoro, ha condannato l'attaccante dell'Inter al risarcimento dei danni e delle spese legali alla famiglia della tata licenziata

Foto di Luca Bucceri

Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Il campionato per l’Inter è iniziato nel migliore dei modi, così come per il suo capitano Lautaro Martinez che a suon di gol ha trascinato i suoi e conquistato la leadership della classifica marcatori. Ma le cose non vanno altrettanto bene fuori dal rettangolo verde per l’argentino che nella giornata di mercoledì 11 ottobre 2023 è stato condannato dal Tribunale di Milano per aver licenziato la baby sitter malata nel 2022.

Una grana per l’attaccante dell’Inter che era stato citato in giudizio dalla famiglia della compianta tata della figlia, licenziata nel luglio 2022 e successivamente morta nel gennaio 2023, che ha chiesto e ottenuto la condanna dell’attaccante al risarcimento per licenziamento illegittimo. Ma cos’è successo?

Lautaro condannato a pagare

La notizia della condanna di Lautaro è arrivata nella giornata di mercoledì 11 ottobre, quando i giudici del Tribunale di Milano, sezione lavoro, hanno emesso la sentenza di primo grado in cui all’attaccante argentino è stato richiesto il pagamento dei danni e delle spese legali sostenute dalla famiglia della baby sitter deceduta.

Secondo quanto trapela, infatti, pare che il 10 dell’Inter di Simone Inzaghi abbia licenziato la tata della figlia una volta che la malattia aveva reso impossibile il suo lavoro. Nello specifico la 27enne, assunta nel 2021, è stata licenziata nel luglio 2022 sotto sua espressa richiesta per “poter fruire delle retribuzioni differite e del Tfr in ragione della determinazione di voler fare ritorno nella terra natia, l’Argentina”.

Ma nonostante le parti fossero d’accordo, sembrerebbe che a entrare nella discussione sia stata anche la famiglia della ragazza, che voleva di più rispetto a quanto Lautaro aveva versato alla tata. E in tal senso il Tribunale di Milano ha dato ragione ai familiari, in quanto pare che il comporto non è stato correttamente calcolato per il licenziamento.

Lautaro, infatti, avrebbe dato il ben servito alle 27enne il 10 luglio 2022, con 49 giorni di assenza per malattia all’attivo. Ma per il Tribunale il licenziamento sarebbe da considerarsi nullo e illegittimo in quanto per il caso si sarebbero dovuti attendere i 67 giorni di assenza.

Quanto dovrà pagare Lautaro

In fase di avvio di causa la famiglia della baby sitter aveva chiesto a Lautaro il pagamento di ben 6.000 euro, cifra che l’attaccante si sarebbe rifiutato di versare. Ecco quindi che si è arrivati alle aule di Tribunale, dove i giudici hanno deciso che l’attaccante sarà costretto a versare alla famiglia della 27enne 1.070 euro.

Non di certo una cifra astronomica per l’attaccante nerazzurro, meno di quel che era stato richiesto dalla famiglia, che col suo stipendio potrà facilmente coprire la cifra richiesta nella condanna dei giudici meneghini. Anche se, essendo di primo grado, la condanna potrà anche essere ribaltata nel breve tempo.

Intanto Lautaro si concentra nelle questioni di campo, perché se è vero che prima c’è la pausa per le Nazionali, al ritorno lui e la sua Inter saranno chiamati a riprendere il cammino in campionato, con tutte le partite che potranno essere seguite come sempre in diretta streaming su Sky o sulla piattaforma Now.

La replica dell’attaccante e dell’avvocato

Ma perché Lautaro si sarebbe rifiutato di pagare i 6.000 euro ed ora è stato condannato a una cifra minore? Pare che l’attaccante abbia rifiutato il primo versamento in quanto già impegnato a dare una mano alla ragazza per le cure.

Lo stesso argentino, sui social, ha infatti dato la propria versione dei fatti, andando di fatto a smontare quanto detto dalla famiglia e quanto raccontato da diversi giornali. “Abbiamo assunto una persona che era già malata, nostra amica da una vita. Abbiamo fatto molto per lei e la sua famiglia. Abbiamo pagato viaggi, aiutato a trovare i letti in ospedale, aiutato con le cure, con la sistemazione della famiglia che abbiamo dovuto convincere affinché venisse ad occuparsi della figlia che stava morendo” le parole del Toro.

Poi l’attacco alla famiglia della 27enne: “E la sua famiglia, mentre la figlia stava morendo, ha tentato di ottenere soldi da noi, ha tentato di approfittarsi della situazione anche dopo la morte. Noi l’aiuto, un grande aiuto, lo abbiamo dato a lei quando aveva bisogno. E ora tentate di infamarci? Che razza di persone siete che tentate di approfittare della morte di un figlio per ottenere denaro?“.

Il legale dell’attaccante ha poi voluto spiegare che Lautaro “si è reso disponibile ad elargire gli importi indicati dal Giudice del Lavoro del Tribunale di Milano (peraltro, ben maggiori rispetto a quelli poi indicati nel dispositivo della sentenza dallo stesso magistrato) ad una associazione benefica da scegliersi a discrezione del giudicante e che l’accordo non è stato possibile per il rifiuto degli eredi della signora e dei suoi procuratori presenti in udienza”.