Trump non trova i soldi per pagare la cauzione da 464 milioni, respinto da 30 compagnie assicurative: cosa rischia

L'ex presidente Usa e candidato repubblicano alla Casa Bianca si è visto rifiutare la richiesta di prestito per pagare la cauzione milionaria da tutte le assicurazioni interpellate

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Donald Trump non riesce a trovare i 464 milioni di dollari della cauzione per la condanna di frode e adesso rischia la confisca dei beni. Sono i suoi stessi avvocati a dichiarare in Corte d’Appello che non c’è una compagnia di fideiussioni disposta a garantire l’imponente cifra stabilita dal giudice di New York per un caso dei guadagni illeciti. Sarebbero, infatti, circa trenta le assicurazioni che avrebbero chiuso la porta in faccia al Tycoon, perché probabilmente non lo ritengono abbastanza affidabile.

La richiesta degli avvocati

“L’importo della sentenza, compresi gli interessi, supera i 464 milioni di dollari, e pochissime società prenderanno in considerazione una cauzione che si avvicini a quella portata”, hanno scritto così, come riportato dall’emittente americana CNN, i legali di Donald Trump chiedendo alla Corte una proroga sul pagamento, i cui termini sono in scadenza il 25 marzo.

Gli avvocati hanno chiesto ai giudici la possibilità di versare un deposito di 100 milioni di dollari per sospendere l’esecuzione della sentenza, in attesa che sul ricorso si pronunci la più alta Corte d’Appello di New York, sostenendo che il valore delle proprietà del Tycoon superino di gran lunga la cifra della cauzione. Ma l’ostacolo maggiore, secondo gli addetti ai lavori, rappresenta proprio il rifiuto da parte anche di alcune delle grandi compagnie assicurative del mondo ad accettare immobili a garanzia del prestito, al posto di contanti o azioni (qui l’approfondimento sul patrimonio di Donald Trump e quanto guadagna).

Gary Giulietti, broker assicurativo che ha testimoniato a favore di Trump durante il processo per frode civile, ha firmato una dichiarazione giurata affermando che garantire una cauzione per l’intero importo “è praticamente impossibile“. Secondo il consulente, nessuna delle loro, comprese alcune delle più grandi compagnie assicurative del mondo, accetterà immobili, sono a loro agio solo con contanti o azioni.

“Nel corso della mia carriera, durante la quale sono stato direttamente o indirettamente coinvolto nell’emissione di migliaia di obbligazioni, non ho mai sentito né visto un appeal bond di queste dimensioni per una società privata o un individuo”, ha dichiarato Giulietti, citato dalla CNN, assicurando che “dopo notevoli sforzi in buona fede nelle ultime settimane, in queste circostanze non è possibile ottenere una cauzione di appello per l’importo della sentenza di oltre 464 milioni di dollari.”

La condanna per frode

La somma della cauzione deriva dalla condanna emessa dal giudice di New York Arthur Engoron, in seguito all’accusa di frode avanzata dal procuratore generale di New York Letitia James.

Nelle 93 pagine della sentenza, Trump e i figli maggiori sono stati incolpati di frode, cospirazione ed emissione di falsi rendiconti finanziari e falsi documenti aziendali, per aver gonfiato fraudolentemente il valore dei beni del Tycoon così ottenere tassi di prestito e di assicurazione più favorevoli.

In attesa che il processo d’appello faccia il proprio corso, l’ex presidente Usa deve versare una cifra che, interessi inclusi, va oltre i 450 milioni di dollari. Ai quali si aggiungono, inoltre, i 91,6 milioni già depositati per fare ricorso contro la condanna civile per molestie sessuali e diffamazione della giornalista Jean Carroll (qui il punto sulla corsa alla Casa Bianca tra Biden e Trump dopo le primarie in Usa).