Per una squadra di calcio e per i suoi tifosi, l’esordio stagionale in campionato è sempre uno dei momenti più emozionanti di tutta l’annata: le sensazioni vissute durante l’estate, tra le incertezze del calciomercato e la leggerezza delle amichevoli d’agosto, lasciano spazio al campo, unico luogo in cui calciatori e allenatori possono finalmente dar voce alle proprie potenzialità. E così accadrà anche alla Juventus, impegnata in uno dei due posticipi della prima giornata di Serie A 2024/25.
Per il bianconeri il campionato si apre tra le mura domestiche, alle ore 20:45 di un afoso lunedì sera estivo, nel match che li vede contrapposti ad una delle tre neopromosse, quel Como allenato da Cesc Fabregas che tanta curiosità sta suscitando per i molti acquisti di spessore effettuati tra luglio e agosto. Per la Vecchia Signora però, oltre al calcio giocato, la stagione si apre anche con un altro tema molto caldo che riguarda il main sponsor.
Perché la Juventus ha abbandonato Jeep come sponsor sulle maglie della Serie A?
Succede che il marchio Jeep, di proprietà della famiglia Agnelli all’interno della multinazionale Fiat, non abbia rinnovato la partnership che lo legava alla Juventus da oltre un lustro.
Una scelta, quella dei vertici della casa automobilistica, frutto di due spinte contrapposte: da una parte c’era la volontà di non spendere più quei 40 milioni di euro a stagione che hanno consentito al marchio Jeep di apparire in mondovisione sulle maglie bianconere; dall’altra, ha pesato la scelta della famiglia sabauda (proprietaria sia della Juve che della Fiat attraverso la holding Stellantis) di andare a caccia di nuove entrate economiche con il coinvolgimento di soggetti esterni.
E così sembrava che andasse fino a qualche giorno fa, quando è saltato l’accordo di massima sottoscritto dalla Vecchia Signora con Ita Airwais, la compagnia aerea nazionale italiana a controllo pubblico, la cui maggioranza appartiene direttamente al ministero dell’Economia. Uno stop che sarebbe arrivato nientemeno che dalla presidente del Consiglio in persona, Giorgia Meloni.
Juve, esordio in campionato con Save the Children, in attesa del main sponsor: tutti gli scenari
Il caso è meno banale di quello che sembra. Non si tratta solo di un semplice sponsor sulla maglia di una squadra di calcio, ma di un gettito di circa 25 milioni di euro annui (stando alle indiscrezioni circolate sugli organi di stampa) che Ita Airwais avrebbe dovuto versare nelle casse bianconere per diventare main sponsor.
Una cifra per nulla indifferente per la nostra compagnia aerea nazionale, che deve ancora risanare i bilanci in rosso del decennio appena trascorso. Inoltre, occorre muoversi sempre con cautela per non incrinare la fiducia del nuovo partner tedesco Lufthansa, che sta investendo suon di milioni di euro per il futuro dell’ex Alitalia.
Ed ecco che, per evitare qualsiasi equivoco, da Palazzo Chigi sarebbe arrivato lo stop per l’accordo tra Juventus e Ita Airwais. Non tanto da parte del ministro Giorgetti, che aveva già dato il proprio assenso, quanto dal sottosegretario di Giorgia Meloni, il plenipotenziario Giovanbattista Fazzolari, in disaccordo nel fornire soldi pubblici agli Agnelli.
Sta di fatto che, tra una nuova trattativa che sarebbe stata avviata con Amazon e un possibile inserimento di altri soggetti privati operanti negli Emirati Arabi, la Juventus scenderà in campo contro il Como con la maglia targata Save the Cildren, società di beneficenza con cui ha un accordo sin dal 2018. In attesa di capire chi sarà il main sponsor della stagione calcistica 2024/25.