Dall’Ucraina allarme colera: come si trasmette e sintomi. Rischio nuova pandemia?

L'Ucraina dilaniata da tre mesi di guerra ora deve affrontare un'altra, drammatica, emergenza: quella del colera

L’Ucraina dilaniata da tre mesi di guerra ora deve affrontare un’altra, drammatica, emergenza: quella del colera. La Russia, messa in ginocchio a causa delle dure sanzioni inflitte dall’Occidente, ha messo di fatto in quarantena la città di Mariupol dopo che è stata colpita da quella che potrebbe essere una vera e propria epidemia di colera, hanno affermato le autorità ucraine.

Perché si parla di colera in Ucraina

Le riserve d’acqua sono contaminate a causa dei cadaveri in decomposizione e dei rifiuti abbandonati lungo le strade. A causa delle sepolture spontanee di massa, delle condizioni non igieniche e della mancanza di accesso all’acqua potabile, esiste il rischio elevato di sviluppare malattie infettive, compreso il colera. I sistemi di approvvigionamento idrico e di drenaggio e le fognature sono stati danneggiati dai bombardamenti di una città ormai fantasma, ma dove la gente prova a continuare a vivere.

Gli esperti fanno notare come in passato sono stati registrati casi di colera a Mariupol, l’ultima volta nel 2011, quindi esiste la possibilità di una recidiva della malattia. La diffusione delle malattie infettive potrebbe essere anche facilitata dal clima caldo e dalla mancanza di accesso alle cure mediche.

Petro Andryushchenko, consigliere del sindaco di Mariupol occupata, ha affermato che la Russia ha chiuso la città a causa della possibile diffusione di infezioni. E a Rostov sul Don stanno preparando reparti di malattie infettive per potenziali pazienti tra i militari russi. “A causa di tutti gli scenari possibili nella lotta contro l’epidemia, la Russia ha scelto quella più cinica: basta chiudere le persone in città, lasciare tutto com’è, chi sopravvive sopravviverà” (qui quanto spende Mosca per finanziare la guerra contro l’Ucraina).

Il Centro ucraino di salute pubblica afferma che senza un trattamento adeguato, il colera può essere fatale. Ma con un trattamento di successo, la malattia finisce con il completo recupero. Il colera è un’infezione diarroica acuta che viene trasmessa da persona a persona quando cibo o acqua contaminati entrano nel corpo. Ma cerchiamo di capirne di più.

Quanto è diffuso e dove

Durante il 19° secolo, il colera si diffuse in tutto il mondo dal suo serbatoio originario nel delta del Gange in India. Sei successive pandemie hanno ucciso milioni di persone in tutti i continenti. L’attuale pandemia – la 7a – è iniziata in Asia meridionale nel 1961, ha raggiunto l’Africa nel 1971 e le Americhe nel 1991. Il colera è ora endemico in molti Paesi.

Il colera può essere infatti endemico o epidemico. Un’area endemica di colera è un’area in cui sono stati rilevati casi di colera confermati negli ultimi 3 anni con evidenza di trasmissione locale, il che significa che i casi non sono importati da altre parti. Un focolaio di colera può verificarsi sia nei Paesi endemici che nei Paesi in cui il virus non si verifica regolarmente.

Nei Paesi endemici di colera un focolaio può essere stagionale o sporadico e rappresenta un numero di casi maggiore del previsto. In un Paese in cui il colera non si verifica regolarmente, si parla di focolaio quando c’è almeno 1 caso confermato di colera con evidenza di trasmissione locale in un’area dove solitamente non è presente.

Il numero di casi di colera segnalati all’OMS ha continuato a essere elevato negli ultimi anni. Nel corso del 2020 sono stati notificati 323.369 casi, di cui 857 decessi da 24 Paesi. La discrepanza tra queste cifre e il carico stimato della malattia è dovuta alla mancata registrazione di molti casi a causa delle limitazioni nei sistemi di sorveglianza e del timore di ripercussioni sul commercio e sul turismo.

Nel 2017 è stata lanciata una strategia globale sul controllo del colera, “Ending Cholera: a global roadmap to 2030”, con l’obiettivo di ridurre le morti per colera del 90%. I ricercatori hanno stimato che ogni anno ci sono da 1,3 a 4 milioni di casi di colera e da 21mila a 143mila morti in tutto il mondo.

Come si trasmette

La trasmissione del colera è strettamente legata all’accesso inadeguato all’acqua pulita e alle strutture igienico-sanitarie.

Le tipiche aree a rischio includono le baraccopoli delle periferie urbane e spesso i campi per sfollati interni o rifugiati. Le conseguenze di una crisi umanitaria possono come ovvio aumentare il rischio di trasmissione.

Sintomi

Il colera è una malattia estremamente virulenta che può causare diarrea acquosa grave e acuta.

La maggior parte delle persone infette non sviluppa alcun sintomo, sebbene i batteri siano presenti nelle feci per 1-10 giorni dopo l’infezione e vengano reimmessi nell’ambiente, potenzialmente infettando altre persone.

Tra le persone che sviluppano sintomi, la maggior parte presenta sintomi lievi o moderati, mentre una minoranza sviluppa diarrea acquosa acuta con grave disidratazione. Occorrono dalle 12 ore ai 5 giorni prima che una persona mostri i sintomi dopo aver ingerito cibo o acqua contaminati.

Il colera colpisce sia i bambini che gli adulti e può uccidere in poche ore se non trattato.

Come evitarlo

Per prevenire il colera, è assolutamente essenziale seguire le basilari regole igieniche: riscaldare accuratamente tutto il cibo e l’acqua, utilizzare pastiglie disinfettanti per l’acqua se disponibili, se non è possibile lavare frutta e verdura con acqua pulita e non mangiare cibo se ci sono dubbi sulla loro origine e sulle condizioni di conservazione.

La soluzione a lungo termine per il controllo del colera risiede nello sviluppo economico e nell’accesso universale ad acqua potabile sicura e servizi igienici adeguati.

Esiste un vaccino contro il colera?

Attualmente ci sono tre vaccini orali contro il colera dell’OMS: Dukoral, Shanchol ed Euvichol-Plus. Tutti e tre i vaccini richiedono due dosi per una protezione completa.

Dukoral viene somministrato con una soluzione tampone che, per gli adulti, richiede 150 ml di acqua pulita. Dukoral può essere somministrato a tutti gli individui di età superiore ai 2 anni. Ci devono essere un minimo di 7 giorni e non più di 6 settimane di ritardo tra ogni dose. I bambini di età compresa tra 2 e 5 anni richiedono una terza dose. Dukoral è utilizzato principalmente per i viaggiatori. Due dosi di Dukoral forniscono protezione contro il colera per 2 anni.

Shanchol ed Euvichol-Plus hanno la stessa formula vaccinale, prodotta da due diversi produttori. Non richiedono una soluzione tampone per la somministrazione. Sono dati a tutti gli individui di età superiore a 1 anno. Ci deve essere un ritardo minimo di 2 settimane tra ciascuna dose. Due dosi forniscono protezione contro il colera per almeno 3 anni, mentre una dose fornisce protezione a breve termine.