Pillola Pfizer, la FDA frena: qualcosa non torna. Il caso

Esplode il caso in America: la FDA frena sul trattamento anti Covid dei pazienti positivi. Sulla pillola Pfizer qualcosa non torna e il ricorso al trattamento rimane poco chiaro

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Redazione

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Un funzionario della Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti ha dichiarato che qualcosa non torna sul tipo di trattamento tramite la pillola Paxlovid, suggerito da Pfizer contro il Coronavirus e le possibili ricadute dei positivi. La presa di posizione dell’ente è arrivata in risposta a quanto detto da un amministratore delegato della società farmaceutica, che invece ha affermato in questi giorni che sarebbe opportuno procedere – in alcuni casi – addirittura estendendo il tempo di utilizzo del farmaco anti Covid.

Il ricorso a questo tipo di cura, nelle infezioni recidive, appare quindi dubbio. E intanto in America esplode il caso.

Pillola Pfizer anti Covid, la FDA frena e chiede più prove: cosa non torna

Mercoledì 4 maggio, un portavoce della Food and Drug Administration ha dichiarato che “non ci sono prove” sul fatto che un secondo round della pillola Pfizer anti Covid Paxlovid possa effettivamente aiutare i pazienti che si ritrovano a fare i conti nuovamente con l’infezione. L’Autorità statunitense ha in questo modo contraddetto ufficialmente quanto affermato recentemente da Albert Bourla, amministratore delegato di Pfizer, secondo cui i pazienti recidivi che manifestano sintomi relativi all’infezione da Coronavirus dopo il primo trattamento possono continuare ad assumere la pillola. Quello che la Casa farmaceutica ha suggerito, in pratica, è di estendere l’utilizzo del farmaco a più giorni, continuandolo ad assumere fino a quando non si nota un miglioramento.

Tuttavia, come si legge in una nota pubblicata dalla FDA: “Non ci sono prove di benefici in questo momento per un ciclo di trattamento più lungo o per la ripetizione di un ciclo di trattamento con Paxlovid“. Come ribadito anche da John Farley, direttore dell’Office of Infectious Diseases nel Center for Drug Evaluation and Research, Paxlovid “riduce il rischio di ospedalizzazione e morte per i pazienti positivi al Covid da lieve a moderato” e “si prevede che sia efficace contro la variante Omicron”.

Cosa sappiamo sulla pillola Pfizer anti Covid Paxlovid

Paxlovid ha ricevuto l’autorizzazione all’uso di emergenza dalla FDA a dicembre 2021, dopo che gli studi clinici avevano dimostrato come il trattamento fosse in grado di ridurre i rischi di ospedalizzazione negli adulti vulnerabili e ad alto rischio di progressione della malattia, riducendo le possibilità di sviluppare gravi sintomi.

La pillola Pfizer è stata messa in commercio (qui dove trovarla in Italia), ma sull’eventuale estensione del trattamento i ricercatori sono titubanti. Il motivo principale, è stato spiegato dagli esperti, è che sarebbe utile capire prima perché le persone si riammalano e quali sono le cause (qui la ricerca sui soggetti più a rischio di ricaduta).

Il motivo lo ha spiegato anche il direttore dell’Ufficio delle malattie infettive della FDA, il dottor John Farley, che ha ricordato che ci sono segnalazioni di pazienti che hanno sintomi ricorrenti del Covid anche dopo aver completato il trattamento farmacologico di Pfizer. “Tuttavia – ha aggiunto lo stesso – non ci sono prove di beneficio in questo momento per un ciclo più lungo (ad es. 10 giorni invece dei 5 giorni raccomandati nella scheda informativa del fornitore per Paxlovid) o per la ripetizione di un ciclo con Paxlovid in pazienti con recidiva”.

Al momento, il ciclo autorizzato prevede la somministrazione della pillola anti Covid per un massimo di cinque giorni (qui tutte le controindicazioni sulla pillola Covid disponibile anche nelle farmacie italiane).