Covid, quando e come si rischia di reinfettarsi

L'analisi dell'Iss sul fenomeno delle reinfezioni, in continua crescita nelle ultime settimane a causa di Omicron

Con il passare del tempo Omicron e le sue sotto-varianti riescono con più probabilità ad aggirare la protezione della terza dose e a favorire le reinfezioni, anche a distanza di poco tempo. Nonostante l’ampia copertura vaccinale in Italia abbia portato a un allentamento delle misure restrittive, le possibilità di essere contagiati di nuovo crescono, seppur lentamente, di settimana in settimana. In attesa del nuovo report esteso dell’Istituto superiore di sanità, che integra il monitoraggio, gli ultimi dati hanno registrato una percentuale di reinfezioni del 4,4%, in salita rispetto al 4,1% dei sette giorni precedenti e al 3,5% della settimana prima.

Covid, quando e come si rischia di reinfettarsi: l’analisi dell’Iss

Se nelle prime fasi dell’epidemia i casi di nuovo contagio sulla stessa persona erano meno diffusi, secondo l’analisi dell’Istituto superiore di sanità, un aumento del rischio di reinfezione si registra in particolar modo a partire dal 6 dicembre scorso, data presa come riferimento per l’inizio della diffusione della variante Omicron (qui abbiamo scritto di come sono cambiati i sintomi con Omicron mentre qui abbiamo parlato del nuovo strano sintomo tra contagiati).

Se si allarga lo sguardo a un periodo più ampio, dal 24 agosto 2021 al 13 aprile 2022 i casi segnalati di reinfezione da Covid-19 sono stati 338.967.

Un fenomeno in progressivo aumento che colpisce soprattutto alcuni soggetti, innanzitutto in relazione ai tempi di inoculazione o meno del vaccino.

Come riporta l’Iss, si reinfettano più facilmente gli individui con prima diagnosi di Covid-19 notificata da oltre 210 giorni rispetto a chi ha avuto la prima diagnosi fra i 90 e i 210 giorni precedenti, o i soggetti non vaccinati o vaccinati con almeno una dose da oltre 4 mesi rispetto ai vaccinati con almeno una dose entro i 120 giorni.

Lo studio ha individuato anche le categorie più esposte al rischio: la popolazione femminile rispetto a quella maschile e nelle fasce di età più giovani (dai 12 ai 49 anni) rispetto alle persone con prima diagnosi in età compresa fra i 50-59 anni.

Tra i motivi che porterebbero a una maggiore possibilità di essere reinfettati, per le donne, la loro presenza diffusa in ambito scolastico e nei ruoli di “caregiver”.

Covid, quando e come si rischia di reinfettarsi: il record di reinfezione

Emblematico in questo senso il caso di un’operatrice sanitaria spagnola di 31 anni, vaccinata con booster contro il Covid-19, risultata positiva alla variante Omicron di Sars-CoV-2 appena 20 giorni dopo aver avuto l’infezione da Delta.

Si tratta dell’intervallo più breve finora conosciuto fra due infezioni da coronavirus.

L’episodio è stato descritto durante il Congresso europeo di microbiologia clinica e malattie infettive (Eccmid 2022): il primo contagio, asintomantico, avvenuto il 20 dicembre 2021, è stato rilevato durante lo screening del personale sul posto di lavoro, 12 giorni dopo aver ricevuto il richiamo.

Passati 10 giorni di auto-isolamento, è risultata nuovamente positiva il 10 gennaio 2022, appena 20 giorni la prima volta, sviluppando tosse, febbre e malessere generale

Covid, quando e come si rischia di reinfettarsi: i pazienti oncologici

Ad essere ancora più esposti al rischio reinfezioni, secondo uno studio pubblicato dalla MedUni Vienna, l’università di medicina della capitale austriaca, sono però soprattutto i pazienti oncologici.

Da quanto emerso dai risultati della ricerca, il numero di infezioni dopo vaccino o guarigione è aumentato in modo significativo tra i malati di cancro: a gennaio 2022, il 70% dei pazienti infetti era stato anche vaccinato. Un valore triplicato, sottolineano gli autori della ricerca, rispetto a quello associato alla Delta (qui avevamo parlato di chi si reinfetta di più con Omicron 2).