Una pillola anti Covid per una guarigione lampo: ecco come funziona

Potrebbe arrivare anche in Europa la pillola anti Covid, "made in China", che garantisce una guarigione più rapida

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Si continua a parlare di Covid, ragionevolmente, anche se in assenza dei toni allarmisti degli ultimi anni, comprensibilmente. Ciò non vuol dire che il rischio sia nullo, anzi. Si tratta di una problematica seria e molto rischiosa per una considerevole fetta della popolazione, che risulta essere particolarmente a rischio.

La ricerca su tal fronte però prosegue e con ottimi risultati. In arrivo dalla Cina un nuovo farmaco, il simnotrelvir. Di fatto una pillola anti Covid che promette di accelerare il recupero dell’organismo dalla malattia di circa 1,5 giorni.

In arrivo la pillola anti Covid

Al di là di quelli che possono essere i titoli social, parlare di “guarigione lampo” dal Covid sarebbe ovviamente errato. I risultati di uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, però, fanno ben sperare.

Il simnotrelvir è già disponibile per la vendita, ma limitatamente in Cina. Qui ha infatti ottenuto l’autorizzazione per un utilizzo emergenziale a partire dall’inizio del 2023. Considerando anche il prezzo al quale viene venduto, inferiore rispetto al suo competitor principale (Paxlovid), è di fatto l’antivirale anti-Covid più popolare.

Come detto, consente di accelerare il processo di guarigione di 1,5 giorni circa. Non fa però miracoli nei casi più gravi, occorre precisarlo. L’effetto benefico riguarda infatti i soggetti in condizioni di infezione lievi o moderate. Effetti positivi evidenti, che potrebbero spingere altri Paesi ad approvare il farmaco dopo approfonditi studi clinici.

Gli effetti

Sulla rivista New England Journal of Medicine è stato pubblicato il trial clinico, che ha evidenziato un effetto positivo a dir poco notevole del farmaco. La somministrazione prevede un ciclo di pillole, il cui effetto è quasi immediato. L’organismo percepisce rapidamente i benefici, con abbassamento della temperatura corporea, dunque della febbre, e alleviamento di sintomi come tosse e naso che cola.

Non è da escludere il suo approdo in Europa, nonostante le comprensibili ansie del pubblico, trattandosi di un prodotto medico made in China. Tenendo conto delle rivelazioni politiche sulla gestione della pandemia ai suoi albori, sarà complesso spingere le masse a fidarsi del simnotrelvir.

Allo stato attuale, però, l’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda che unicamente i soggetti appartenenti a gruppi ad alto rischio facciano ricorso agli antivirali come il Paxlovid (usato anche in Italia).

All’inizio della pandemia, infatti, farmaci di questo tipo venivano testati in gran parte su soggetti ad alto rischio. Una situazione mutata, ha spiegato il coautore dello studio Bin Cao, pneumologo del China-Japan Friendship Hospital di Pechino.

Ciò perché il coronavirus è divenuto un virus respiratorio ormai di routine. Si è proceduto ai test su giovani con livelli di rischio definito standard. Somministrata una combinazione di simnotrelvir con un componente di Paxlovid, ovvero il ritonavir (ciò limita la degradazione della pillola anti Covid) a più di 600 persone, con età media di 35 anni. Metà del campione aveva un fattore di rischio, come l’obesità. Entro il quinto giorno, i livelli di Sars-CoV-2 erano diminuiti di circa 30 volte nei soggetti che avevano assunto il farmaco rispetto a quelli cui era stato sottoposto il placebo.

Non soltanto vantaggi notevoli, però. Il contraltare è dato dall’incompatibilità con una serie di altri farmaci d’uso comune. Si richiede, inoltre, di dare il via al trattamento entro tre giorni dallo sviluppo dei primi sintomi.