Il Covid è tornato, a ottobre il nuovo vaccino. Chi dovrà farlo

Il Ministero della Salute ha pubblicato una nuova circolare in cui indica chi dovrà sottoporsi alla nuova dose di vaccino Covid monovalente

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Proprio mentre il governo italiano sceglie, sulla scia di altri, di interrompere l’obbligo di isolamento per chi è positivo, il Covid torna a rialzare la testa. Dopo essere stato relativamente silente per mesi, ora si riaffaccia sulle pagine dei giornali. I dati dicono che il virus si sta diffondendo un po’ più velocemente di prima, e i numeri dei contagi crescono come non si vedeva da tempo. Per ora, senza preoccupazioni particolari, anche se la nuova variante EG.5 che spaventa il mondo è giunta anche da noi.

L’effetto barriera creato grazie alle vaccinazioni di massa – di cui beneficiano chiaramente anche i no vax, che hanno lasciato a tutti gli altri l’onere di sottoporsi a un’azione giusta per la collettività – ci consente oggi di convivere serenamente con il Coronavirus. Ma, come vediamo, non si può mai abbassare la guardia, perché il virus muta continuamente.

Nuovo vaccino Covid, come sarà e quando bisognerà farlo

Proprio a fronte degli ultimi dati, il Ministero della Salute ha pubblicato una nuova circolare in cui torna a parlare di vaccini. Nel documento si legge che, in concomitanza con la campagna antinfluenzale per la stagione 2023/24, partirà presto in tutta Italia una nuova campagna nazionale di vaccinazione anti-Covid.

L’altra notizia è che i vaccini non saranno gli stessi. Mentre verranno abbandonate oltre 15 milioni di vecchie dosi, verranno infatti somministrati vaccini, sempre a mRNA, ma di nuova formulazione, quella aggiornata monovalente XBB 1.5, la cui approvazione da parte di EMA e AIFA è prevista per fine estate/inizio autunno. I preparati dovrebbero essere pronti e disponibili a partire dal mese di ottobre. La somministrazione può avvenire insieme ad altri vaccini, in particolare quello antinfluenzale.

Quando fare il nuovo vaccino e quanto dura la protezione

La dose di richiamo con i nuovi vaccini deve essere effettuata a distanza di almeno 3 mesi dall’ultima dose, a prescindere dal numero di richiami già effettuati, oppure 3 mesi dall’ultima infezione Covid avuta. I nuovi vaccini verranno utilizzati anche per coloro che devono fare ancora la prima dose.

L’obiettivo della campagna nazionale è quello di prevenire la mortalità, le ospedalizzazioni e le forme gravi di Covid nelle persone anziane e con elevata fragilità, e proteggere le donne in gravidanza e gli operatori sanitari. A questi gruppi di persone è raccomandata e offerta una dose di richiamo che dura 12 mesi con la nuova formulazione di vaccino aggiornato. Come ha ripetutamente avvertito l’OMS, dobbiamo continuare ad essere pronti ad affrontare “piccole ondate” del virus, in tempi ancora molto lunghi.

Chi deve fare il nuovo vaccino Covid

Ma vediamo nel dettaglio chi sono le categorie di persone cui il Ministero della Salute raccomanda fortemente la vaccinazione, posto che viene esplicitato che l’elenco non è esaustivo, quindi dovranno anche essere i medici di base, che conoscono la storia clinica dei propri pazienti, a valutare i casi in cui l’infezione Covid potrebbe aggravare malattie di base o causare forme gravi di Covid. Ecco dunque per chi è raccomandato il nuovo vaccino a ottobre:

  • persone di età pari o superiore a 60 anni
  • ospiti delle strutture per lungodegenti
  • donne che si trovano in qualsiasi trimestre della gravidanza o nel periodo postpartum, comprese le donne in allattamento
  • operatori sanitari e sociosanitari addetti all’assistenza negli ospedali, nel territorio e nelle strutture di lungodegenza, e studenti di medicina, delle professioni sanitarie che effettuano tirocini in strutture assistenziali e tutto il personale sanitario e sociosanitario in formazione
  • persone dai 6 mesi ai 59 anni di età compresi, con elevata fragilità, in quanto affette da patologie o con condizioni che aumentano il rischio di Covid grave (per i casi più gravi potrebbe essere necessaria, dopo valutazione medica, un’ulteriore dose di richiamo o una anticipazione dell’intervallo dall’ultima dose), quali:
    – malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio, inclusa l’asma grave, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica, la broncopatia cronico ostruttiva-BPCO, la fibrosi polmonare idiopatica, l’ipertensione polmonare, l’embolia polmonare e le malattie respiratorie che necessitino di ossigenoterapia;
    – malattie dell’apparato cardio-circolatorio (esclusa ipertensione arteriosa isolata), comprese le cardiopatie congenite e acquisite, le malattie coronariche, lo scompenso cardiaco e i pazienti post-shock cardiogeno;
    – malattie cerebrovascolari;
    – diabete/altre endocrinopatie severe quali diabete di tipo 1, diabete di tipo 2, morbo di Addison, panipopituitarismo;
    – malattie neurologiche quali sclerosi laterale amiotrofica e altre malattie del motoneurone, sclerosi multipla, distrofia muscolare, paralisi cerebrali infantili, miastenia gravis, altre malattie neuromuscolari, patologie neurologiche disimmuni e malattie neurodegerative;
    – obesità (BMI >30);
    – dialisi o insufficienza renale cronica;
    – malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie, quali talassemia major, anemia a cellule falciformi e altre anemie croniche gravi;
    – patologia oncologica o onco-ematologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi, in attesa di trattamento o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure;
    – trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva;
    – trapianto di cellule staminali ematopoietiche (entro 2 anni dal trapianto o in terapia immunosoppressiva per malattia del trapianto contro l’ospite cronica);
    – attesa di trapianto d’organo;
    – terapie a base di cellule T esprimenti un Recettore Chimerico Antigenico (cellule CAR-T);
    – immunodeficienze primitive (es. sindrome di DiGeorge, sindrome di Wiskott-Aldrich, immunodeficienza comune variabile etc.);
    – immunodeficienze secondarie a trattamento farmacologico (es: terapia corticosteroidea ad alto dosaggio, farmaci immunosoppressori, farmaci biologici con rilevante impatto sulla funzionalità del sistema immunitario etc.);
    – asplenia anatomica o funzionale Pregressa splenectomia o soggetti con indicazione alla splenectomia in elezione;
    – infezione da HIV con sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), o con conta dei linfociti T CD4+ <200 cellule/μl o sulla base di giudizio clinico;
    – malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali;
    – sindrome di Down;
    – cirrosi epatica o epatopatia cronica grave;
    – disabili gravi come indicati nella legge 104/1992
  • familiari e conviventi di persone con gravi fragilità.

Chi farà il vaccino prima in caso di scarsità di dosi

La circolare precisa che, all’avvio della campagna, in caso di una disponibilità di dosi insufficiente a garantire un’immediata adeguata copertura, la vaccinazione, pur rimanendo raccomandata per tutti i gruppi di persone indicate sopra, sarà somministrata prima a:

  • persone di età pari o superiore a 80 anni
  • ospiti delle strutture per lungodegenti
  • persone con elevata fragilità, con particolare riferimento ai soggetti con marcata compromissione del sistema immunitario
  • operatori sanitari e addetti all’assistenza negli ospedali e nelle strutture di lungodegenza.