Allarme colera dall’Ucraina: cosa rischiamo in Italia

Con la distruzione dei condotti fognari, l'Ucraina bombardata dai russi potrebbe diventare il focolaio d'Europa per nuove epidemie come quella di colera

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Le zone dell’Ucraina in cui le strutture ospedaliere e gli acquedotti sono stati danneggiati dai bombardamenti potrebbero essere interessate da focolai di colera. L’avvertimento arriva dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che si è già attivata per portare sul posto dei kit per prevenire l’insorgenza della malattia. Con le migrazioni dei rifugiati nei Paesi circostanti, tutta l’Europa potrebbe essere ora a rischio epidemia, anche di altre malattie che proliferano nelle zone più povere e distrutte dalla guerra.

Cos’è il colera e come si trasmette

Il colera un’infezione diarroica acuta causata dal batterio Vibrio cholerae, che si trasmette per contatto orale, diretto o indiretto, con feci o alimenti contaminati. Il contagio tra persone, con il solo contatto, è molto difficile: è necessaria una carica batteria superiore al milione.

A far insorgere nuovi casi sono le cattive condizioni igienico-sanitarie delle aree più povere del mondo e la cattiva gestione degli impianti fognari e dell’acqua potabile. Il batterio può vivere anche in ambienti naturali, come i fiumi salmastri e le zone costiere, e per questo è possibile contrarre la malattia ingerendo molluschi e frutti di mare.

Pandemia di colera ancora in corso

Nel corso del XIX secolo il colera si è diffuso più volte dalla sua area di origine, attorno al Delta del Gange, e ha dato origine a ben 6 pandemie. La settima, iniziata negli anni ’60 del secolo scorso, è ancora in corso.

  • Dal 1817 al 1824 ha colpito il Medio Oriente, l’Europa e l’Africa orientale attraverso le rotte commerciali.
  • Dal 1826 al 1837 ha colpito il Nord America e l’Europa a causa del progresso dei trasporti e dei fenomeni nascenti di globalizzazione.
  • Dal 1846 al 1860 ha colpito l’Africa del Nord e raggiungendo poi il Sud America, in particolare il Brasile.
  • Dal 1863 al 1875 ha colpito prima Napoli e poi la Spagna.
  • Dal 1881 al 1896 ha colpito l’Europa, l’Asia e il Sud America.
  • Dal 1899 al 1923 ha colpito l’Egitto, la penisola arabica, la Persia, l’India e le Filippine, con focolai particolarmente estesi anche in alcuni Paesi europei, come la Germania, e a Napoli.
  • Dal 1961 è in corso la settima pandemia di colera, causata dal ceppo El Tor, che ha causato epidemie anche in Italia, come quella del 1973.

I sintomi del colera e le terapie

Il periodo di incubazione del colera varia dai 2 ai 3 giorni, ma può oscillare dalle 2 ore ai 5 giorni in base alla quantità di batteri ingeriti. Il 75% dei pazienti rimane asintomatico, e tre il 25% di sintomatici solo una piccola parte sviluppa forme gravi della malattia.

Il sintomo prevalente è la diarrea. In alcuni soggetti la continua perdita di liquidi può portare alla disidratazione e allo shock, e in alcuni casi può essere rapidamente fatale. Possono manifestarsi anche vomito e crampi alle gambe.

La terapia consiste nella reintegrazione dei liquidi e dei sali persi con diarrea e vomito, sia con l’assunzione di soluzioni per via orale sia per via intravenosa.

Gli antibiotici possono abbreviare il decorso della malattia e ridurre l’intensità dei sintomi, e sono utilizzati per le forme più gravi e i pazienti più a rischio. Il vaccino non è più raccomandato a tutti i viaggiatori, ma solo a chi visita aree particolarmente a rischio.

Allarme colera in Ucraina: cosa succede

In Ucraina l’allarme è scoppiato perché, in particolare a Mariupol, si stanno formando “vere e proprie paludi nelle strade“, come ha riportato Dorit Nitzan, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Nella città l’acqua di fogna e quella potabile si stanno mischiano, esponendo la popolazione a diversi tipi di infezione, compreso il colera.

Già nel 2011 erano stati riportati dei casi di colera a Mariupol. E l’Oms sta ora preparando i kit contenenti i vaccini da inviare nelle aree dell’Ucraina più a rischio. Dall’inizio dell’invasione del Paese da parte dell’esercito russo, almeno 226 presidi sanitari sarebbero stati danneggiati.

Si tratta di una media di quasi 3 attacchi al giorno contro ospedali e altre strutture mediche, 2/3 di tutti gli attacchi contro la sanità che sono avvenuti durante il corso dell’anno a livello mondiale. Nei bombardamenti hanno perso la vita molti operatori sanitari e sono andate distrutte tante ambulanze.

Quali sono rischi per l’Italia: parla Bassetti

Il professor Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, ha spiegato all’Adnkronos che oltre al colera potrebbero anche esserci focolai di morbillo e di poliomielite a causa del basso numero di vaccinazioni in Ucraina e in tutti i Paesi dell’Est Europa.

Non solo effetti sul clima, dunque, la guerra in Ucraina potrebbe avere conseguenze devastanti anche sulla salute e la sanità di molti Paesi, compreso il nostro.

“In Italia non dobbiamo fare altro che continuare a vaccinare i profughi dell’Ucraina senza valutare se abbiamo fatto o meno le vaccinazioni”, ha spiegato il medico. “Gli va rifatto completamente tutto il ciclo vaccinale”, in modo da impedire l’insorgenza di nuove epidemie.

“Bisogna che tutto il mondo capisca quanto” l’Ucraina bombardata “rischi di diventare un focolaio difficile da gestire, che potrebbe poi infiammare tutta l’Europa dell’Est. È necessario fare molta attenzione”, ha concluso il luminare.

Insomma, il conflitto a Est mette tutti in pericolo, ed è auspicabile che finisca presto. Gli Usa hanno già chiesto il cessate il fuoco, tuttavia Vladimir Putin usare armi chimiche per vincere la guerra in Ucraina.