Pfizer dopo il boom dei vaccini Covid sotto inchiesta

Il colosso farmaceutico Pfizer, dopo il boom dei vaccini Covid, è finito sotto inchiesta per presunta evasione fiscale in Italia: l'indagine si allarga

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Redazione

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Il colosso farmaceutico Pfizer, dopo il boom dei vaccini Covid, è finito sotto inchiesta per presunta evasione fiscale: l’indagine è stata avviata in Italia ma si è estesa ad altri Paesi. L’accusa sarebbe il trasferimento di denaro fuori dal Paese per evitare di pagare le tasse al Fisco italiano.

Pfizer sotto accusa, il colosso americano nei guai con il Fisco

L’indagine che ha coinvolto e travolto Pfizer Inc. – la società statunitense produttrice dei primi vaccini Covid (qui quanto ha guadagnato e quanto ha versato)  – è stata avviata in Italia. Secondo le ultime ricostruzioni, il colosso farmaceutico avrebbe nascosto almeno 1,2 miliardi di euro di profitto al Fisco italiano, trasferendo il denaro in altri paesi (tra cui Delaware, un paradiso fiscale che starebbe collaborando con la Guardia di Finanza per fornire ulteriori informazioni utili all’accertamento e alla verifica dell’eventuale illegittimità delle azioni compiute). Nello specifico, stando a quanto emerso, la sede Pfizer alle porte di Roma, Pfizer Italia Srl, avrebbe trasferito il capitale in eccesso alle sedi affiliate negli Stati Uniti e nei Paesi Bassi per evitare le tasse sugli utili (che potrebbero arrivare fino al 26%).

L’indagine è iniziata a febbraio 2022 ma riguarda eventi avvenuti nel 2017, 2018 e 2019, anni che quindi precedono lo scoppio della pandemia e gli extra profitti dei vaccini (qui il report sugli incassi).

Non è detto che Pfizer sia necessariamente coinvolta nel compimento di atti illeciti, ma pare che le autorità mirino proprio a capire cosa sia successo effettivamente. Al termine dell’indagine, i risultati saranno infatti esaminati dall’Agenzia delle Entrate, che ha il potere di valutare potenziali sanzioni e pagamenti di imposte sfuggite all’amministrazione finanziaria.

La replica di Pfizer alle accuse di frode fiscale

Come confermato dall’agenzia Bloomberg, che ha dato in esclusiva la notizia, la Guardia di Finanza al momento starebbe svolgendo un’attività istruttoria, i cui risultati non sono ancora stati confermati, infatti non è stata notificata e avviata ufficialmente alcuna relazione di verifica. Le indiscrezioni pubblicate sarebbero state fornite da una fonte che ha preferito restare anonima. Secondo la sua ricostruzione, inoltre, Pfizer avrebbe deciso di non distribuire dividendi durante il periodo delle indagini, remunerando gli azionisti attraverso la riduzione del capitale sociale della società.

“Le autorità fiscali italiane controllano e indagano regolarmente sulle tasse pagate da Pfizer e Pfizer collabora con controlli e indagini”, ha affermato invece il portavoce di Pfizer, Pam Eisele , a Bloomberg. Lo stesso ha poi aggiunto con fermezza di essere sicuro che la società sia “conforme alle leggi e ai requisiti fiscali italiani”.

Nessun commento invece è arrivato da parte della polizia finanziaria, né dall’Agenzia delle Entrate.

Nei tre anni che vanno dal 2017 al 2019, Pfizer ha generato globalmente un totale di 33 miliardi di dollari di utile netto rettificato (quasi 33 miliardi di euro). L’unità italiana ha aperto i battenti quasi 70 anni fa e oggi impiega circa 2.000 persone al suo interno. L’azienda ha anche uno stabilimento nelle Marche centrali, dove produce pillole per il cancro e i disturbi del sistema nervoso, e uno in Sicilia dove si producono farmaci come gli antibiotici (e dove recentemente ci sono state diverse proteste per via di tagli al personale ingiustificati secondo i sindacati, soprattutto alla luce dei profitti registrati negli ultimi anni).