Sanità e liste d’attesa, più controlli sulle ricette non necessarie: costano 10 miliardi all’anno

Il Governo punta a ridurre le liste d'attesa nella sanità tramite una stretta sulle ricette non necessarie

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Il ministro della Sanità Orazio Schillaci sta portando avanti un decreto per il taglio degli sprechi nel Sistema sanitario nazionale e per razionalizzare le risorse in risposta sia alla mancanza di medici e infermieri negli ospedali italiani che all’arrivo dell’autonomia differenziata, che verrà discussa in parlamento la prossima settimana e che introdurrà i nuovi livelli minimi di assistenza.

Nel decreto in arrivo saranno prese di mira anche le cosiddette ricette non necessarie: prescrizioni per esami e medicinali fatte senza un effettivo bisogno e che costerebbero alla sanità nazionale 10 miliardi all’anno. Si tratta spesso del risultato della medicina difensiva, un approccio sempre più diffuso in Italia.

Prescrizioni non necessarie: l’effetto su liste d’attesa e sanità

Il ministero della Sanità sta lavorando a un decreto che permetta di superare il problema delle prescrizioni non necessarie. Ogni anno in Italia, diversi medici sia ospedalieri che di famiglia prescrivono esami e medicinali non necessari, che comportano sia una spesa per il Sistema sanitario nazionale sia un aumento delle già lunghe liste d’attesa. La ragione per cui questo accade è la prassi della medicina difensiva.

I medici, minacciati da cause civili e ricorsi da parte dei pazienti e dei loro parenti, preferiscono prescrivere esami o terapie che non sono necessarie dal punti di vista medico, ma che prevengono eventuali rimostranze. In questo modo evitano di essere accusati di non aver fatto abbastanza per un paziente in caso di esiti avversi di una condizione. La Corte dei Conti ha già chiarito che non si possono applicare sanzioni ai medici iperprescrittori, quindi il Governo deve trovare una soluzione diversa dall’introduzione di reati o sanzioni.

Il ministero, per risparmiare i 10 miliardi all’anno che le prescrizioni non necessarie fanno spendere al Sistema sanitario nazionale, sta pensando a un sistema che prevede una raccolta capillare dei dati sulle motivazioni delle ricette e standard rigidi nelle linee guida per i dottori che prescrivono esami e terapie. In questo modo le regioni potranno facilmente rilevare problematiche relative a singoli medici che prescrivono più della media.

Il superamento del tetto di spesa

La diminuzione delle prescrizioni non necessarie potrebbe avere un effetto benefico sulle liste d’attesa, uno dei principali problemi del Sistema sanitario nazionale italiano. Nonostante questo però, la causa principale dei tempi prolungati per la somministrazione di un esame rimane la mancanza di personale di cui soffre buona parte degli ospedali italiani. Una delle ragioni di questa carenza di personale sono gli stipendi bassi di medici e infermieri, bloccati dal tetto alla spesa.

Il Governo sta cercando di superare questa situazione tramite vari provvedimenti. Il primo, già approvato, è la riforma delle assunzioni degli specializzandi, ma il nuovo decreto dovrebbe agire direttamente sulle assunzioni dei medici professionisti. Il decreto dovrebbe muoversi in questa direzione modificando gradualmente il tetto di spesa, anche se la misura precisa che agirà in questo contesto non è stata ancora anticipata.

Si sa di più invece su un altro metodo per abbattere le liste d’attesa. Gli ospedali potranno acquistare prestazioni da parte di medici in libera professione in caso di criticità per determinati esami o visite in cui le liste di attesa si fossero allungate a dismisura.