Allerta per la variante Covid Pirola: i sintomi del virus

Ba.2.86, ovvero la variante soprannominata Pirola, comincia a prendere sempre più piede: ecco quali sono i sintomi e l'allerta degli esperti sul virus

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

L’incubo Covid potrebbe non essere finito, perché nonostante i contagi siano diminuiti e di minor entità per gravità e sintomatologia, il virus continua a circolare. Come abbiamo imparato in questi ultimi tre anni, ci troviamo proprio nella fase di convivenza col virus, come fosse diventato una normale influenza dalla quale proteggersi con alcuni accorgimenti. Ma con l’estate quasi alle spalle e l’arrivo dell’autunno, gli esperti cominciano a far suonare dei campanelli dall’allarme sul coronavirus che sembra essere pronto a tornare deciso.

A presentare nuovi studi è l’articolo pubblicato sul Journal of Medical Virology, a cura di Massimo Ciccozzi del Campus Bio-Medico, in cui è stata analizzata la nuova variante Pirola che, con più di 40 mutazione, è considerato il ceppo “più sorprendente dopo Omicron”.

Pirola e i contagi nel mondo

Il primo caso della nuova variante Pirola, che è stata rapidamente posta sotto monitoraggio dall’Organizzazione mondiale della Sanità, è stato segnalato in Danimarca il 24 luglio scorso. Quasi due mesi fa, infatti, la nuova variante Ba.2.86 si è presentata e subito dopo ha cominciato a espandersi. Dopo la Danimarca, infatti, è stata isolata in Sud Africa, Stati Uniti, Israele e Regno Unito.

“Diversamente da altre, manca un nesso epidemiologico tra i vari casi”, ovvero i casi non sembrano collegati tra loro e con il primo ha evidenziato l’articolo pubblicato sul Journal of Medical Virology a cura di Massimo Ciccozzi, direttore dell’Unità di statistica molecolare e di Epidemiologia del Campus Bio-Medico di Roma, e di Fabio Scarpa, del Dipartimento di Scienze mediche dell’Università di Sassari. Nell’articolo, in cui si cerca di tracciare un quadro sulla nuova variante, Ciccozzi ha spiegato: “Finora sono state rilevate diverse nuove mutazioni se confrontate con il presunto antenato Ba.2”.

E in Italia? Ancora Pirola non si è fatta notare nel nostro Paese, ma non è escluso possa arrivare, come fatto già da altre varianti. L’aumento dei casi rilevato dalla Sorveglianza dell’Iss, passati da 5.919 dal 10 al 16 agosto a 11.606 dal 17 al 23 agosto, non sono quindi dovuti ancora a Pirola ma ad altre varianti, la cui circolazione è favorita dai maggiori contatti sociali dell’estate. A crescere nello specifico è la variante Eris che al 6 agosto rappresentava il 32% dei sequenziamenti.

Al momento Arturo (Xbb.1.16) ed Eris (Eg.5) si confermano le varianti più diffuse, ma aumentano anche i casi legati alla nuova arrivata Ba.2.86.

I sintomi della nuova variante

Dai pochi dati oggi presenti, sembra che i sintomi di Pirola somigliano a quelli di un’influenza classica con febbre a 38, forte raffreddore e mal di testa. La differenza rispetto all’influenza, però, è che il Covid non si manifesta nella stagione fredda, ma durante tutto l’anno, sottolineano gli esperti.

E al momento non ci sono prove che Pirola causi malattie più gravi. Secondo i dati, non risultano decessi legati a Ba.2.86, nome scientifico di questa variante. E l’Oms fa sapere: “Il potenziale impatto delle mutazioni Ba.2.86 non è noto al momento, siamo in una fase di attenta valutazione”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ribadisce quindi il suo appello a “una migliore sorveglianza, sequenziamento e segnalazione dei casi di Covid-19, dal momento che questo virus continua a circolare ed evolversi”.