Disastro Covid: 2 milioni di morti in 2 mesi, ecco dove

Il numero dei morti per Covid-19 in Cina potrebbe essere immensamente più grande di quanto non si pensasse: i risultati di uno studio innovativo

Foto di Mauro Di Gregorio

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Un nuovo studio indipendente tratteggia una realtà agghiacciante in merito al modo in cui la Cina ha scelto di contrastare il coronavirus. La decisione di Pechino di porre improvvisamente fine alla rigorosa politica Zero-Covid nel dicembre del 2022 avrebbe portato a quasi 1,9 milioni di morti in più in due soli mesi. Si tratta di una cifra spaventosa, se si considera che ad oggi il coronavirus ha ucciso poco meno di 7 milioni di persone nel mondo.

Quasi 2 milioni di morti per Covid in Cina in 2 mesi

E la cifra riportata in merito alla situazione cinese riguarda solo le morti acclarate fra gli adulti over 30 fra dicembre 2022 e gennaio 2023. A parlarne è la rivista scientifica JAMA Network Open. Nello stesso periodo di tempo considerato le autorità di Pechino avevano ammesso circa 60.000 decessi legati al Covid.

Ad oggi non è possibile continuare a monitorare l’andamento del coronavirus in Cina in maniera diretta poiché dalla fine della politica Zero-Covid, Pechino ha interrotto il monitoraggio capillare del virus.

“Nonostante sia stato il primo Paese a essere colpito dal Covid-19, la Cina è stata in grado di sopprimere rapidamente la malattia attraverso misure rigorose per un periodo prolungato”, ha affermato Joseph Unger, autore e ricercatore presso il Fred Hutchinson Cancer Center di Seattle. “Poiché la popolazione cinese era stata in gran parte protetta dall’infezione con un’immunità naturale limitata e la vaccinazione non era stata capillare, l’improvvisa impennata dell’infezione da Covid-19 ha avuto un impatto devastante”. La dichiarazione è stata riportata da Bloomberg.

Mistero sulle statistiche delle morti per Covid in Cina

L’equivalente del Ministero della Salute cinese ha scelto la via del silenzio e non ha commentato.

Nel raccogliere e nell’elaborare i dati i ricercatori del Fred Hutchinson hanno utilizzato un approccio innovativo. Non potendo tenere conto dei dati sanitari, rigidamente controllati dal governo cinese, hanno raccolto le informazioni relative ai necrologi e hanno incrociato i dati con i volumi di traffico del motore di ricerca Baidu (il principale motore di ricerca in lingua cinese) per termini come “pompe funebri”, “cremazione” e “sepoltura”.

Il risultato è stata una proiezione relativa alla mortalità eccedente, ovvero la percentuale di persone morte nel periodo considerato in relazione alla serie storica dei decessi. Secondo lo studio in ogni provincia (tranne che in Tibet) si è registrato un tasso di mortalità più elevato del previsto. Gli anziani sono risultati essere i soggetti più vulnerabili. Ma il dato rilevato, per quanto catastrofico, viene considerato quasi certamente sottostimato rispetto al bilancio reale.

I ricercatori ritengono che anche in altri Paesi il dato reale relativo ai decessi attribuibili al Covid-19 possa essere sottostimato. Il Covid potrebbe infatti avere contribuito alla morte dei pazienti in modi che non sono poi stati correttamente conteggiati.

Paura per le nuove varianti Covid

Intanto il coronavirus continua a generare mutazioni e l’ultima è diventata in sole due settimane la seconda più diffusa al mondo. Si tratta della la EG.5. A Wuhan invece è stata segnalata una diversa variante Covid.

Il coronavirus non è stato solo una catastrofe sanitaria, ma anche uno tsunami sociale, culturale ed economico.