Pa, arriva il nuovo Codice di comportamento per i dipendenti pubblici: cosa dovranno fare

Grandi novità sui criteri di misurazione della performance e la responsabilità dei dirigenti per la crescita dei propri collaboratori, e non solo

Foto di Pierpaolo Molinengo

Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Tra le tante novità portate dal governo Meloni, c’è anche un riassetto delle norme che regolano i dipendenti pubblici. Oltre alla Manovra 2023, criticata da più parti, e in particolare da Corte dei Conti e Bankitalia su vari punti, come il tetto al contante e le soglie dell’obbligo del POS, il governo ha messo mano anche alla Pubblica amministrazione.

Il decreto che è stato approvato in Consiglio dei ministri è del Presidente della Repubblica e riguarda proprio modifiche al Codice di comportamento dei dipendenti pubblici. Lo schema, adottato in attuazione di quanto previsto dal decreto legge Pnrr 2, integra gli elementi costitutivi della cosiddetta Milestone M1C1-58, del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), di riforma della Pubblica amministrazione, che deve essere conclusa entro la scadenza del primo semestre del prossimo anno, e cioè entro il 30 giugno 2023.

Il decreto segue le direttrici di riforma previste dal PNRR e aggiorna il Codice vigente del 2013, per adeguarlo al nuovo contesto socio-lavorativo e alle esigenze di maggiore tutela dell’ambiente, del principio di non discriminazione nei luoghi di lavoro e a quelle derivanti dall’evoluzione e dalla maggiore diffusione di internet e dei social.

“Con l’approvazione in Cdm della revisione del Codice di comportamento dei dipendenti pubblici proseguiamo nella strada tracciata per una riforma della Pa che basa la sua efficienza sul suo capitale umano”, spiega il neoministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo.

“Tutta insieme la Pa, centrale e territoriale, quale infrastruttura strategica per lo sviluppo del Paese, impegnata nella messa a terra dei progetti del Pnrr, non può prescindere dalla giusta valorizzazione delle persone che lavorano per l’interesse collettivo e dalla loro responsabilizzazione, quali leve indispensabili per la crescita degli stessi lavoratori e delle organizzazioni”.

Codice comportamento dei dipendenti pubblici: tutte le novità

Le grandi novità riguardano i criteri di misurazione della performance e la responsabilità dei dirigenti per la crescita dei propri collaboratori, il divieto di discriminazioni basate sulle condizioni personali, l’utilizzo dei social media da parte dei dipendenti pubblici e l’adozione di comportamenti green rispettosi dell’ambiente.

Più nel dettaglio, vengono introdotti alcuni concetti chiave:

  • la responsabilità attribuita al dirigente per la crescita professionale dei collaboratori, per favorirne le occasioni di formazione e le opportunità di sviluppo
  • l’espressa previsione della misurazione della performance dei dipendenti anche sulla base del raggiungimento dei risultati e del loro comportamento organizzativo
  • l’espressa previsione del divieto di discriminazione basato sulle condizioni personali del dipendente, quali ad esempio orientamento sessuale, genere, disabilità, etnia e religione
  • la previsione che le condotte personali dei dipendenti realizzate attraverso l’utilizzo dei social media non debbano in alcun modo essere riconducibili all’amministrazione di appartenenza o lederne l’immagine e il decoro
  • rispetto dell’ambiente, per contribuire alla riduzione del consumo energetico, e in particolare dell’acqua e dei rifiuti, e il riciclo di questi ultimi.

Ricordiamo che tra le altre norme che regolano il Codice di comportamento dei dipendenti della Pa, c’è ad esempio quella che stabilisce che il dipendente conformi la sua condotta al dovere costituzionale di servire esclusivamente la nazione con “disciplina ed onore e di rispettare i principi di buon andamento e imparzialità dell’amministrazione”.

Nell’espletamento dei suoi compiti, il dipendente deve anche assicurare il rispetto della legge e il perseguimento esclusivo dell’interesse pubblico, ispirando le proprie decisioni alla cura dell’interesse pubblico.

Il dipendente mantiene una posizione di indipendenza, per evitare di prendere decisioni o svolgere attività inerenti alle sue mansioni in situazioni, anche solo apparenti, di conflitto di interessi.

Le altre regole cui sono tenuti i lavoratori della Pa

Nel rispetto dell’orario di lavoro, il dipendente statale è tenuto a dedicare la giusta quantità di tempo e di energie allo svolgimento delle proprie competenze, si impegna ad adempierle nel modo più semplice ed efficiente nell’interesse dei cittadini e assume le responsabilità connesse ai propri compiti.

E ancora, usa e custodisce con cura i beni di cui dispone per ragioni di ufficio e non utilizza a fini privati le informazioni di cui dispone per ragioni di ufficio.

Il suo comportamento deve essere tale da stabilire un rapporto di fiducia e collaborazione tra i cittadini e l’amministrazione. Nei rapporti con i cittadini, si legge nel Codice, “egli dimostra la massima disponibilità e non ne ostacola l’esercizio dei diritti. Favorisce l’accesso degli stessi alle informazioni a cui abbiano titolo e, nei limiti in cui ciò non sia vietato, fornisce tutte le notizie e informazioni necessarie per valutare le decisioni dell’amministrazione e i comportamenti dei dipendenti”.

Nelle sue funzioni, dovrebbe anche limitare gli adempimenti a carico dei cittadini e delle imprese a quelli indispensabili e applica ogni possibile misura di semplificazione dell’attività amministrativa.

Altri incarichi e contratti

Riguardo ad altri possibili incarichi, il lavoratore dipendente della Pubblica amministrazione non accetta da soggetti diversi dall’amministrazione retribuzioni o altre utilità per prestazioni alle quali è tenuto per lo svolgimento dei propri compiti d’ufficio. Non può nemmeno accettare incarichi di collaborazione con individui o organizzazioni che abbiano, o abbiano avuto nel biennio precedente, un interesse economico in decisioni o attività inerenti all’ufficio.

Altro punto spesso ignorato, il dipendente pubblico non può sfruttare la posizione che ricopre nell’amministrazione per ottenere utilità che non gli spettino. Nei rapporti privati, in particolare con pubblici ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni, non può menzionare né fare altrimenti intendere, di propria iniziativa, la sua posizione, qualora ciò possa nuocere all’immagine dell’amministrazione che rappresenta.

Anche il tema dei contratti è particolarmente interessante. Nella stipulazione di contratti per conto dell’amministrazione, il dipendente non può ricorrere a mediazione o ad altra opera di terzi, né corrispondere o promettere ad alcuno utilità a titolo di
intermediazione, né per facilitare o aver facilitato la conclusione o l’esecuzione del contratto.

Non può concludere, per conto dell’amministrazione, contratti di appalto, fornitura, servizio, finanziamento o assicurazione con imprese con le quali abbia stipulato contratti a titolo privato nel biennio precedente. Il dipendente che stipuli contratti a titolo privato con imprese con cui abbia concluso, nel biennio precedente, contratti di appalto, fornitura, servizio, finanziamento ed assicurazione, per conto dell’amministrazione, è tenuto per legge a informare per iscritto il dirigente dell’ufficio.